
“Una squadra che si deve salvare non può giocare senza intensità, senza aggressività come sta accadendo nelle ultime gare”, ha affermato l’ex calciatore giallorosso.
Sergio Brio, ex calciatore giallorosso, parla del Lecce a Il Quotidiano di Puglia.
LECCE-UDINESE. “Una squadra che si deve salvare non può giocare senza intensità, senza aggressività come sta accadendo nelle ultime gare. L’Udinese non ha giocato una grande partita, ma grazie alla sua fisicità ha compiuto un grande passo in avanti, in un giorno nel quale il Lecce avrebbe potuto agganciare i friulani. La situazione laggiù in fondo rischia di farsi più difficile nel girone di ritorno. Io sono convinto che Genoa e Sampdoria non retrocederanno, per tradizione, per esperienza”.
PROBLEMA DIFESA. “Il Lecce ha segnato 22 gol che non sono davvero pochi, ma i 36 subiti, nonostante Gabriel sia sempre il migliore in campo, fanno riflettere. In una squadra i primi difensori devono essere gli attaccanti. Il Lecce paga i troppi errori del centrocampo, le marcature allentate in difesa. C’è un problema di miglioramento del collettivo, legato magari alla ridotta esperienza della serie A da parte di molti giocatori, che sembra abbiano esaurito la carica aggressiva della prima parte del campionato”.
MERCATO DI GENNAIO. “La società ha già scelto opportunamente come muoversi: difesa e centrocampo da migliorare, anche sul piano numerico, garantendo a Liverani la possibilità magari di cambiare gioco in corso della gara. Perché quando ti devi salvare bisogna adattare a volte il gioco alla contingenza. In attacco Lapadula, che si era ritrovato, ha pagato l’ingenuità contro il Cagliari, fra squalifiche ed infortuni è venuto meno in questa fase, nella quale si è rivisto Babacar. Un attaccante deve garantire almeno 7-8 gol. Se dovesse andar via La Mantia andrebbe sostituito un adeguatamente”.
