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D’Aversa-Liverani: quante similarità tra i due allenatori

Il posticipo di stasera al Tardini tra Parma e Lecce metterà di fronte per la prima volta in carriera Roberto D’Aversa e Fabio Liverani. Due allenatori giovani, emergenti e con tantissimi punti in comune.

DEBUTTO A PERUGIA. Nati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro (il primo il 12 agosto del 1975 a Stoccarda da genitori abruzzesi, l’altro il 29 aprile ’76 a Roma da padre italiano e madre somala), da calciatori ricoprivano entrambi il ruolo di centrocampista, seppur con diverse caratteristiche. Regista dai piedi buoni Liverani, interditore dai mille polmoni D’Aversa. Curiosamente, hanno debuttato in serie A sullo stesso campo, il “Renato Curi” di Perugia. Prima toccò a Liverani, preso dalla Viterbese, in un Perugia–Lecce 1-1 del 1° ottobre 2000, tre anni più tardi, il 31 agosto 2003, fu la volta di D’Aversa in Perugia–Siena (2-2), in cui però militava tra le fila degli ospiti.

PERCORSI DIFFERENTI. L’allora regista degli umbri passò poi da Lazio, Fiorentina e Palermo arrivando a vestire in tre occasioni la maglia della Nazionale. Roberto, cresciuto nel Milan di Capello e sbocciato in maniera più graduale, si divise tra Sampdoria, Ternana, Messina, Treviso, Mantova, Gallipoli, Triestina prima di appendere le scarpette al chiodo alla Virtus Lanciano. Anche il Salento fa parte quindi della carriera del tecnico parmigiano, centrocampista della storica Serie B vissuta dalla formazione jonica nel 2009/2010.

DOPPIA PROMOZIONE. Ma l’assonanza più evidente riguarda il doppio salto, in appena due stagioni, dalla C alla serie A alla guida delle attuali rispettive squadre. Tutti e due da subentranti (D’Aversa il 3 dicembre 2016, Liverani il 17 settembre del 2017), dopo esser scesi di categoria e raggiungendo la promozione diretta nel massimo campionato da secondi in classifica.

SCETTICI CONVINTI. Le similarità tra Liverani e D’Aversa continuano pensando all’accoglienza sulle panchine di Lecce e Parma. Tra lo stupore generale di chi aveva storto il naso alla nomina, visto non erano di certo due “big” di spessore per piazze così esigenti e vogliose di tornare in alto. Ma tutti si sono dovuti ricredere in fretta alla luce di quanto hanno saputo fare in brevissimo tempo.

SALVEZZA IN B. La salvezza raggiunta da D’Aversa in B alla Virtus Lanciano, seguita dall’esonero nel gennaio successivo, e alla Ternana per Liverani, che poi decise di non riconfermarlo, gli altri due tratti paralleli nel breve cammino in panchina dei due tecnici (per lui una fugace parentesi al Genoa chiusa dopo sei partite nel settembre 2013). Bravi a scommettere su loro stessi e guadagnarsi con le proprie mani il meritato palcoscenico tra i “grandi”.

MODULO PREDILETTO. Tra le caratteristiche simili anche l’attaccamento al modulo preferito, che difficilmente subisce modifiche perlomeno in partenza. Il 4-3-3 di D’Aversa da una parte, il 4-3-1-2 di Liverani dall’altra che hanno permesso di raccogliere risultati insperati e riportare in serie A due realtà, per certi versi, storiche del calcio italiano.

 

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4 anni fa

speriamo allora per un pareggio???..è sempre un punto… aspettando i rinforzi…!! se arrivano!!!

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