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L’ultimo “ShowTime”. Dal buio alla gloria eterna: buona fortuna Taba! (VIDEO)

Andrea Tabanelli ha chiuso la sua avventura con il Lecce. Due promozioni nel personale palmares e la consapevolezza di aver ritrovato nel Salento il filo della carriera. Il motto? ShowTime!

ShowTime come stile di vita. L’ormai ex numero 23 del Lecce lascerà impressa questa parola, pronunciata sorridendo e agitando le mani con pollici e mignoli aperti.

In una trasmissione TV, Tabanelli, 30 anni il 2 febbraio, aveva rivelato cosa volesse dire: “Cosa vuol dire per me showtime? Quando sono con i miei amici in un momento scherzoso, appunto quando voglio fare lo show”. Di showtime, Lecce e il Lecce ne hanno visti tanti. L’esultanza in campo con lo slogan stampato sugli slip e mostrato abbassando i pantaloncini e i balli durante le feste di squadra dove Andrea Tabanelli è diventato Michael Jackson. Ma lo showtime più grande rimane ovviamente quello del campo, con il contributo indelebile al doppio salto C-A

L’ESORDIO E LA SERIE B. Tabanelli arrivò a Lecce il 31 gennaio 2018. Meluso cercava un trequartista da regalare a Liverani e, dopo il vano e lungo corteggiamento a Lucas Chiaretti, arrivò lui, reduce dal chiaroscuro vissuto a Padova, piazza dove si cercava una dimensione di continuità che, anno dopo anno, si andava perdendo tra Cesena e Pisa dopo l’ascesa fino alla Serie A vissuta a inizio carriera proprio coi bianconeri romagnoli. L’allenatore lo manda subito in campo con il Catanzaro, ma dopo 45′ è di nuovo in panchina per far posto a Tsonev. E’ la fotografia dei primi mesi leccesi: Il Taba sembra sgraziato, avulso dal gioco di Liverani e il pubblico non lo aiuta, fischiandolo al susseguirsi di errori.

LA MOSSA DI LIVERANI. Lo stato maggiore del Lecce però ci vede lungo e, dopo il B-Day, arriva la conferma. Già dalla preparazione al Terminillo, arriva la prima inversione di rotta. Tabanelli non più sulla trequarti al posto di Mancosu, ma nel ruolo di mezzala ad operare al fianco del regista. L’intuizione è vincente, i giallorossi si sbloccano anche in Serie B e si sblocca anche il ravennate, schierato spesso titolare da Liverani, petalo della margherita principale del centrocampo insieme a Petriccione e Scavone (in inverno poi si aggiungeranno Majer e Tachtsidis), davanti ai comprimari Armellino e Haye.

“NON SA QUANTO E’ FORTE”. Tabanelli ha messo a segno il suo gol più bello della militanza leccese al Barbera di Palermo. Piazzato di Falco e destro al volo ad incrociare: una saetta imprendibile che ricorda i più celebri gol di Van Basten (all’URSS nella semifinale dell’Europeo 1988) e Totti (alla Sampdoria l’8 aprile 2013). Liverani, nel post-gara, tirò le orecchie al Taba dicendo: “Neanche lui sa quanto è forte”. In effetti, ripensandoci ai posteri, si nota che quel prodigio arrivò dopo una contusione alla costola e, soprattutto, inaugurò il, probabilmente, momento ad oggi più bello della carriera del calciatore.

APICE. Dopo Palermo-Lecce, infatti, Tabanelli, fatta eccezione per l’ingresso nel finale col Foggia, fu una colonna dello strappo decisivo verso la Serie A. Pareggio a Crotone e tre vittorie consecutive in casa contro Ascoli, Cosenza e Pescara. Tutte con il Taba in campo per 90′. E con il Taba decisivo. In queste quattro partite arrivarono cinque gol in un mese, il 62% degli 8 gol totali che rappresentano il massimo bottino realizzativo finora raggiunto.

GOL SCOLPITO NELLA STORIA. Ma non finì qui. Non contento della rinascita sportiva, non contento di una titolarità conquistata a suo modo, Andrea Tabanelli, il 28 aprile 2019, si prese di diritto un posto tra gli immortali della storia giallorossa. Il video caricato in calce è il più semplice degli spoiler, ma non ci stancheremo mai di ricordare quei sofferenti attimi finali di Lecce-Brescia 1-0, una partita dai mille ribaltamenti che di fatto ha aperto le porte del paradiso alla banda Liverani. Il tocco sotto su assist di Meccariello, la prima esplosione con la maglia alzata al viso, lo sguardo al guardalinee alla ricerca dell’autorizzazione, ricevuta, a piangere di gioia sotto la Curva Nord.Quel pianto, con altre ragioni, ripropostosi al momento del saluto ai compagni.

RITORNO IN A CON IL SEGNO. Conquistata sul campo e da rivivere per forza. Non poteva non vestire la maglia del Lecce anche nella massima serie, il Taba. Gli sbiaditi ricordi dei minuti accumulati con Cagliari e Cesena hanno lasciato il posto al “nuovo” debutto, con vittoria, all’Olimpico di Torino. Le presenze in A alla fine saranno 13, e nel libro dei ricordi del ragazzo finiranno sicuramente due momenti. Il primo gol in A, di testa, al Genoa a fissare il punteggio sul 2-2. Sette giorni dopo, infine, l’onore di vestire la fascia di capitano del Lecce al Rigamonti. Indipendentemente dall’infausto risultato, è il giusto premio tributato a uno degli eroi della doppia promozione. In bocca al lupo Taba!

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Flavio
Flavio
4 anni fa

Aver ceduto La Mantia e Tabanelli errori gravissimi! Entrambi hanno dato tutto per la casacca del Lecce. Entrambi gli abbiamo svenduti per quattro soldi! E una vergogna!! Sono deluso dal Mister Liverani aver dato l‘ok per la cessione. Il rammarico piu grande e la cessione di La Mantia!! Invece di cambiare mezza squadra cambiate l‘allenatore. Mi sembra come Antonio Conte, si lamenta sempre, squadra non attrezzata, squadra corta, ecc. Sono questi i giocatori a disposizione e li ha voluti lui. Fate fine a piangersi sempre adosso!! Mi sembra che la societa gli dia troppa fiducia. Spero tanto che arrivano i risultati, seno e tempo di una scossa, magari con un cambio di allenatore!

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4 anni fa

ragazzo solare, simpatico, positivo sempre con il sorriso e la voglia di fare, è ottimo giocatore e regalarlo è stata una cazzata poteva essere utile a Lecce, dato via troppo presto.

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4 anni fa

Gol contro il Brescia indimenticabile praticamente il Gol promozione o quasi….

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4 anni fa

Lp

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4 anni fa

Nn stavo così male dai tempi del trasferimento di Chevanton al Monaco

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4 anni fa

Gloria eterna… ?

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4 anni fa

Lo abbiamo regalato!!!

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