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Sospiro di sollievo per il Lecce: annullato l’accertamento da 620mila euro. Tutte le tappe del caso

La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce ha accolto il ricorso proposto dall’U.S. Lecce contro l’Agenzia delle Entrate: evitata una pesante stangata e cartella stralciata.

Si chiude il caso delle presunte fatture false contestate al club giallorosso. La Commissione, presieduta da Pier Luigi d’Antonio, ha accolto il ricorso contro l’avviso di accertamento da 620mila euro recapitato al Lecce con accusa di aver aggirato il Fisco. L’organo giurisdizionale, che già a ottobre aveva accolto la richiesta di sospensiva mossa dall’U.S. Lecce, ha archiviato la pratica confutando quanto notato. dagli ispettori dell’AdE.

L’avviso di accertamento, notificato il 27 maggio scorso alla società di via Costadura, contestava la presunta dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture inesistenti e dichiarazione infedele. Gli accertamenti riguardano l’anno 2014, in cui la gestione del sodalizio era ancora in mano alla famiglia Tesoro. Secondo l’Agenzia delle Entrate, gli allora dirigenti avrebbero posto in essere queste operazioni per far quadrare i conti e non pagare l’IVA.

La società, una volta appresa la notizia, ha diramato subito un comunicato nel quale si spiegava l’estraneità alla vicenda dell’attuale proprietà. Questi nodi fiscali, poi, non avrebbero scalfito il progetto tecnico.

In più si annunciava il ricorso: “L’U.S. Lecce auspica che sia fatta piena luce sulla vicenda nelle deputate sedi -si legge nel comunicato diramato dall’US Lecce il 19 giugno – e, pur evidenziando la gravosità e la non prevedibilità della sopravvenienza, sottolinea che essa non comporterà alcuna modifica dei progetti già delineati dalla Società riguardanti, in particolare, i profili tecnico – sportivi della prima squadra e del settore giovanile e la riqualificazione delle strutture immobiliari”.

Il processo tributario ha quindi dimostrato tutt’altri fatti rispetto alla contestazione iniziale. I costi dichiarati dall’U.S. Lecce erano, si legge nella sentenza, dichiarati, veri e documentati. L’avviso di accertamento era quindi al di là degli accadimenti realmente successi. I giudici hanno parlato infatti, testualmente, “di accertamento fuori tiro”. “Vi è prova documentale -si legge ancora- in atti che tali costi sono stati effettivamente sostenuti dalla società con mezzi tracciabili, e per conseguenza, essa aveva il diritto di portarli in deduzione del maggior reddito, nonché ai fini IVA”.

Il ricorso presentato dalla società presieduta da Sticchi Damiani, difesa dall’avvocato Maurizio Villani, è stato dunque accolto. I costi furono sostenuti all’epoca per attrezzature sanitarie e acquisto di furgoncini per il trasporto degli atleti tesserati con l’U.S. Lecce

 

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