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Errori imperdonabili e poca creatività davanti, una partita sfuggita di mano troppo presto

L’analisi tattica di Roma-Lecce 4-0 racconta di una contesa complicata dalle falle difensive della squadra di Liverani, molle nel primo tempo e, una volta sotto 2-0, incapace di andare al di là di una timida reazione.

I valori in campo sovvertono i numeri e i ruolini di marcia precedenti a questa gara. La Roma torna a sorridere davanti al proprio pubblico dell’Olimpico e lo fa con un punteggio sì rotondo ma che punisce oltremodo i salentini.

INIZIO DA RIVEDERE. Il gioco di Fonseca ha funzionato. Schierandosi col 4-2-3-1 caratterizzato dai trequartisti laterali spostati più verso il centro in modo da lasciare la corsia libera alle scorribande di Bruno Peres e Kolarov, il Lecce si è trovato schiacciato nella propria trequarti. Il credo propositivo, che spinge sempre all’impostazione dal basso, è stato stritolato dal pressing della Roma. L’1-0 è nato così, con Petriccione che paga dazio a Mkhitaryan e guarda Under infilare la porta.

IL FAMOSO VANTAGGIO. “Non si doveva permettere un immediato vantaggio alla Roma“. Tanti addetti ai lavori si sono lanciati in quest’affermazione nei giorni di avvicinamento alla partita. E’ accaduto il contrario e i capitolini hanno trovato il tiro al bersaglio. 26 conclusioni trovate, di cui 11 in porta, contro i 14 di un Lecce che ha sì avuto delle buone transizioni ma che poi si è sciolto negli ultimi metri. Al 37′, su un ribaltamento, è arrivato il raddoppio per mano dell’armeno Mkhitaryan. A porgere l’assist (male comunque Vigorito) è stato un Edin Dzeko formato pivot cestistico. Doppio vantaggio poco dopo la mezz’ora: piano partita perfetto per Fonseca, mani sui fianchi per un Liverani costretto a pensare impossibili soluzioni.

CREATIVITA’ CERCASI. Ci siamo lanciato con l’aggettivo impossibili appunto perché il Lecce, collegandoci al discorso della poca creatività negli ultimi metri, ha sofferto l’assenza di metronomi offensivi come Saponara o dei guizzi dell’imprevedibile Falco. Tanti cross (24) a cercare la lotta in area di Lapadula e l’incapacità di ricevere il regalo difensivo romanista sull’errore sottoporta di Majer. Il ritmo dell’azione offensiva si rallentava una volta conquistata la zona calda e il freno dettato dal passivo ha giocato un altro ruolo.

RIPRESA. Poco da dire, infine, dell’andamento nei secondi 45′. Il Lecce si è riversato nell’area difesa da Pau Lopez, ma con tiri velleitari o imprecisi. Il 3-0 di Dzeko, decretato dal VAR, ha posto definitivamente la parola fine a una partita dove sembrava rivedere la squadra impacciata dell’inverno in crisi. Il campionato mozzato dall’emergenza coronavirus non permette un quadro totale sull’analisi della giornata, ma quello che il Lecce si augura è che l’Olimpico, dove il Lecce ha incassato otto gol tra Lazio e Roma, sia stato una sosta e non un campanello d’allarme.

 

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4 anni fa

La sconfitta ci sta’ sono altre le partite da vincere e nn sbagliare, quelle in casa e gli scontri diretti, forza Lecce

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