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Gabbiadini: “Positivo? Non ci credevo. I nostri nonni eroi in guerra, noi dobbiamo solo stare attenti”

L’attaccante della Sampdoria, secondo calciatore di Serie A contagiato dal Coronavirus, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del dramma che sta vivendo l’Italia.

INCREDULITA’. “All’inizio avevo solo un po’ di febbre, così ho chiesto al dottore Baldari, medico della Samp, il tampone, anche perché ho due bimbi piccoli. Quando mi ha chiamato per dirmi che ero positivo pensavo stesse scherzando. Non me l’aspettavo perché la febbre era passata subito. Ho così realizzato che ci sono tanti positivi ignari di esserlo, e allora la battaglia si vince solo in un modo ovvero rispettando le direttive e restando a casa”.

PROBLEMA SOTTOVALUTATO. Credo che tutti avessimo un po’ sottovalutato il problema. Certo, era difficile prevedere un’epidemia così grave. È vero che noi siamo sempre in pullman, in hotel, a contatto con persone che non conosciamo. Ma a queste cose pensi solo dopo e dunque io non posso sapere come mi sono contagiato.

PICCOLO SACRIFICO. “Ci viene solo chiesto di stare a casa e fare attenzione. Nulla se pensiamo c’è chi, come i nostri nonni, ha fronteggiato pericoli ancor più grandi come una guerra. Dobbiamo fare questo sacrificio anche per chi sta combattendo in corsia, come i medici impegnati a fronteggiare l’emergenza”.

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