Calcio Lecce
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Camorani a CL: “Il Lecce 2002/03 oggi sarebbe da Champions. I gol a Bari e Palermo? Ve li racconto…”

Il centrocampista campano, ospite nella nostra diretta di lunedì sera, ha raccontato i retroscena della fantastica stagione, vissuta per sei mesi al Lecce con l’apice della promozione nella “finale” vinta sul Palermo.

PRIMI PASSI IN CARRIERA. Alfonso Camorani ha ripercorso i primi passi di una carriera sin da subito in salita: “Ho iniziato facendo tanti sacrifici all’Avellino. Facevo tutti i giorni Caserta-Avellino in treno. Oggi a mio figlio non lo farei fare. I tempi sono cambiati, i ragazzi non hanno voglia di fare tanti sacrifici e alla fine noi siamo riusciti a realizzare tutto ciò che abbiamo sognato da bambini. A 18 anni poi l’Avellino poteva farmi il contratto e Sibilia, l’allora patron, non ci fece firmare. Dopo cinque anni mi sentii il mondo cadere addosso. Ebbi la fortuna di andare al Campobasso, in Interregionale. Feci 34 gare e 7 gol e mi guadagnai il pass per la Ternana in B. Ma a Campobasso divenni grande. Giocare davanti a 12mila spettatori fu bellissimo. Mi porto dietro Campobasso, una piazza che mi fece volare tra i professionisti, la prima piazza che ha creduto in Camorani”.

ARRIVO A LECCE. Nel 2003, l’oggi 42enne sposò la causa giallorossa giungendo nel calciomercato di gennaio: “Fu bellissimo. Rimasi male dopo la chiusura dell’esperienza con la Salernitana, piazza che porto nel cuore insieme al Lecce. Quel Lecce, anche senza Camorani, sarebbe andato in A. I giallorossi 2002/2003 oggi farebbero la Champions League: Gegè Rossi, Cirillo, Stovini, Ledesma, Rullo, Konan, Vugrinec, Vucinic, Bojinov, Cimirotic. Il Lecce era una famiglia, un grande gruppo. Avevamo una grandissima società alle spalle e un grandissimo allenatore come Delio Rossi. Fu la mia prima promozione dalla B alla A”.

IL TORNEO. “Il campionato era difficile. Sampdoria, Palermo, che rimase fuori, Siena, Ancona. Esordì a Catania e poi giocai in casa con la Sampdoria. Non era la Serie B di oggi. In Serie A andammo di fatto dopo la partita con l’Ancona, gara decisa dal gol di Di Vicino. In caso di pari saremmo stati riacciuffati dal Palermo, che aveva 60 giocatori quell’anno”.

NELLA STORIA. Il primo gol leccese di Camorani fu tutt’altro che banale: deviazione rocambolesca e corsa sotto la Curva Nord in uno dei tanti, e infuocati, derby: “Lecce-Bari fu una partita sentitissima, in città e da noi. Lo stadio era pieno e fare un gol vittoria in una gara così è una delle cose più belle della mia carriera. Il sabato provammo gli schemi da corner e io mi posizionai sul primo palo. Il mister disse ‘da oggi vai a saltare tanto gol così non ne fai più’. Noi anche sentivamo la partita ed era una battaglia da vincere a tutti i costi. Anche in campo ci furono dei casini tra noi giocatori ma l’importante fu anche abbracciarsi tra avversari a fine gara. Fu così”.

LA STAFFILATA AL NAPOLI. Un’altra firma arrivò nell’1-1 tra Lecce e Napoli: “Io sono napoletano, ma poi sono stato adottato da Caserta. Nella mia famiglia si tifa Napoli. Ricordo quel gol, fatto nella settimana in cui nacque il mio primo figlio Daniele. Per me le partite sono tutte uguali, l’obiettivo era la Serie A. Contro gli azzurri feci una rete importante a pareggiare il punto di Dionigi. La presenza del Napoli alzava il livello del campionato, anche se avevano dei problemi societari. In ogni caso noi siamo stati fortissimi, non sbagliammo niente”.

DELIO ROSSI E AMAREZZA PER LA MANCATA CONTINUAZIONE. Al Via del Mare nacque un profondo rapporto di stima tra Alfonso Camorani e Delio Rossi: “Io sono stato solo sei mesi con lui. Io andai in prestito, il Lecce non mi riscattò. Rimasi male anche del mancato riscatto della Salernitana e andai a Firenze. Volevo continuare col Lecce e andai via senza neanche un grazie. Io feci bene quei sei mesi grazie anche ai miei amici che sfoderarono il mio valore. Non nascondo che Delio Rossi mi chiamò sempre. A Siena, a Bergamo, alla Lazio: mi faceva sempre una telefonata. Io lo ringrazio per la fiducia che ha riposto in me a Lecce. Nel calcio ci sono tanti fattori, economici e altri. Il Lecce fece un discorso con Camorani, che era in scadenza. La società ci guadagnò e a rimanere male fu il sottoscritto”.

LECCE-PALERMO 3-0. Quando si parla poi della storica vittoria-promozione, le parole dipingono immagini e momenti nei cuori di tutti: “L’ambiente era bello anche per il gemellaggio tra tifoseria. Ancora oggi ho i brividi per quella partita. Alla fine fu bellissimo andare in vantaggio dopo pochi minuti. Avevamo due risultati su tre per vincere, ma non potevamo permetterci di scendere in campo per il pari. Siamo stati bravi a chiudere la gara e fare il 2-0 con Giacomazzi. Il mio gol del vantaggio? Fu un suicidio della difesa del Palermo. Quei gol si prendono al 90′, una difesa esperta non poteva scoprirsi così con me, Tonetto e Mirko Vucinic”.

DOPPIO FISCHIO FINALE E DELIRIO. Camorani prova a racchiudere le sensazioni vissute dopo il fischio finale: “Ho pensato a tante cose, ancora oggi non ci credo. Vedere tanta gente attorno al campo era strano. Dicevo ‘che sta succedendo’ e lì capì che il sogno si stava avverando. Al fischio di Trefoloni poi si aprirono i festeggiamenti, durati tutta la notte. La famiglia Semeraro si meritava la A come tutta la squadra, dal primo all’ultimo. Il campionato fu vinto grazie al gruppo”.

I gol di Camorani raccolti nel nostro video:

Qui l’intera puntata

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Pontus Almqvist si è raccontato a 360°, dal passato tra Svezia e Thailandia al presente...
Abbiamo dialogato con l'ex allenatore giallorosso, attore protagonista delle prime due salvezze della gestione tecnica...

Dal Network

Altre notizie

Calcio Lecce