Il presidente della Federazione internazionale di Medicina dello Sport parla a La Gazzetta dello Sport del lavoro svolto per il nuovo protocollo in vista della ripresa della Serie A.
TANTO LAVORO. “Ciò che è stato deciso è frutto del lavoro di una filiera importante e delicata. Medici e scienziati devono mettersi al servizio degli organi preposti non dicendo sì o no, ma indicando una strada che parte sempre dal rispetto della salute dell’atleta e di chi gli è vicino. Questo ha portato a un protocollo complesso e condiviso“.
IL CAMPIONATO FINIRA’? “La pandemia sta evolvendo in modo positivo, pur nelle differenze regionali. Possiamo pensare che fra un mese si possa ragionare su dati migliorati e quindi ci sono possibilità concrete di raggiungere l’obiettivo. Non sono pessimista“.
ARGOMENTI CALDI. “La quarantena riguarda tutta la popolazione. Solo la Commissione Tecnica Scientifica, sulla base dei dati futuri, potrà valutare l’eventuale modifica del protocollo. Io mi attengo alle regole scritte. Tamponi? È un tema in discussione. La possibilità di eseguire test è molto migliorata, grazie anche ai tamponi rapidi già adottati in alcune regioni. Non faccio analisi. Certo, il calcio dà molto ai suoi attori principali“.
Aprite le porte degli stadi… ???