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Tre anni fa il “day after” Alessandria. Lì, da dove il Lecce è ripartito per scrivere ancora la storia

Il 4 giugno del 2017 segnò l’ultima grande e cocente sconfitta del nuovo corso giallorosso. Il giorno dopo la dirigenza ripartì convinta per riportare il Salento nell’olimpo.

Le ultime tre sono state, per il Lecce, stagioni decisamente colme di gioia, orgoglio e successi. Con l’arrivo in panchina di mister Liverani la dirigenza guidata da Sticchi Damiani, insediatasi da poco più di un anno, vide decisamente lanciato il suo progetto, che portò al compimento dell’obiettivo. Quello di riportare i colori giallorossi in alto, dove meritano di stare, ma non è scontato che stiano.

Eppure il cammino trionfale, avviatosi con la vittoria della Serie C, suggellato con la promozione in Serie A e che  lotta, orgoglio e sofferenza nell’annata in corso stanno cercando di consolidare, è partito ancora prima. E’ partito dalle lacrime, tutt’altro che di gioia, del Moccagatta di Alessandria. Da quei giorni in cui, come i vari Sticchi, Liguori, Meluso&co hanno sempre sottolineato, tutti è ri-cominciato.

Il ko sul campo dei grigi rappresenta forse quello più atroce tra i tanti subiti nelle annate in terza serie. Se Carpi e Frosinone hanno fatto malissimo per un obiettivo così vicino e sfuggito in extremis, l’Alessandria è simbolo di come le sorti calcistiche si possono talvolta accanire. Un match dominato, fatto di miracoli dell’estremo avversario, palloni usciti di un millimetro, traverse e pali. Compreso il legno di Ciancio e quello interno con gol di Nicco, che ha sancito l’eliminazione del Lecce dai playoff.

Una sconfitta tremenda nelle sue modalità. Di quelle che fanno piangere, di quelle che possono buttarti definitivamente a terra. O magari farti svoltare. E così è stato per il Lecce. “Nel dopo Alessandria ci siamo guardati in faccia, ci siamo parlati ed abbiamo capito che il progetto giallorosso doveva andare a vanti più forte di prima”. Parole pronunciate dai componenti del direttivo societario di via Costadura tutt’altro che scontate. Parole pesanti come mattoni utili per costruire le fondamenta di qualcosa di importante.

Ecco perché il 5 giugno è importante per ogni tifoso giallorosso che con il suo Lecce ha lottato e sofferto. Una data di rinascita, senza la quale non ci sarebbe stato nessun 29 aprile, nessun 11 maggio. Nessuna nuova ed entusiasmante storia da raccontare.

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