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GdM – Suciu: “Sabato prevedo un match aperto. Il Pordenone? Guai a concedere spazio al team friulano!”

Il calciatore rumeno, nelle vesti di doppio ex, per aver militato sia nel Lecce che nel Pordenone, parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) della gara in programma sabato pomeriggio al Via del Mare.

CHE GARA SARA’? «Mi aspetto un match apertissimo. L’undici friulano è stato la rivelazione della serie B 2019/2020 ed ha le carte in regola per confermarsi tra le big del torneo. Si tratta di un complesso ben messo in campo, con i reparti molto corti tra loro. Un team aggressivo, che attacca benissimo la profondità. Concedere spazi al Pordenone significa rischiare grosso. In avanti i nero-verdi si sono rinforzati con l’ingaggio di Diaw, mentre a centrocampo hanno perso un elemento-chiave del calibro di Burrai, abilissimo sia nell’orchestrare la manovra che nel battere le punizioni».

RICORDI DA DOPPIO EX. «Nel Salento, purtroppo, sul piano personale, le cose non sono andate bene perché non ho reso come avrei sperato. La piazze, invece, è fantastica e Lecce è una città bellissima. Col il sodalizio friulano ho fatto bene. Quella nero-verde è una società emergente, ottimamente guidata dal presidente Mauro Lovisa, mentre il figlio Matteo, responsabile dell’area tecnica è destinato ad una grande carriera. Il club dispone di un centro sportivo che è un gioiello”.

LECCE DI OGGI.La retrocessione dalla A è stata immeritata sul piano del gioco espresso al quale, però, non sempre sono seguiti i risultati. La piazza merita la massima serie e la proprietà sta allestendo un organico di altissimo livello per tentare l’immediata risalita. Se resteranno uomini della caratura di Mancosu, Falco, Petriccione, Majer, Lucioni e Gabriel, i salentini potranno contare già su una base importante, che ha affiatamento e coesione.  L’arrivo di calciatori del livello di Coda e Paganini è una garanzia, in quanto sono abituati a lottare per le primissime posizioni.  Henderson, in B, non è certo una scommessa, mentre lo sono Listkowski e Zuta, in quanto, per uno straniero, non è affatto automatico adattarsi celermente al modo in cui si gioca in Italia».

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3 anni fa

la retrocessione straimmeritata per quello visto sul campo

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