Riccardo Maspero parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) della partita in programma stasera al Via del Mare tra Lecce e Cremonese in qualità di doppio ex.
CREMONESE DI OGGI. «Ho visto all’opera la Cremonese, sabato scorso, dal vivo, nella gara pareggiata con il Venezia, per 0-0. Le manca qualcosa per potere essere ambiziosa. Ha determinazione, imposta bene il gioco, ma in avanti non dimostra qualità al momento dell’ultimo passaggio e della finalizzazione. Così alla lunga si affida ai lanci lunghi per Ciofani, ma gli avversari adottano le adeguate contromisure. Per quel che riguarda il Lecce, mi ha sorpreso la netta sconfitta subita a Brescia. Perdere ci sta ma, contro le “Rondinelle”, i giallorossi hanno palesato delle difficoltà inattese, stante la caratura della rosa. Evidentemente devono ancora trovare il proprio volto migliore».
LECCE DI OGGI. «La rosa del Lecce è di primissimo livello e Corini è un trainer preparato, ma per costruire una compagine vincente è necessario che i concetti calcistici dell’allenatore trovino la migliore attuazione da parte dei calciatori e che si rivelino congeniali alle loro caratteristiche. In seno al club salentino è da poco iniziato un nuovo ciclo ed occorrerà un po’ di tempo perché ogni cosa funzioni al top. L’auspicio è che ciò accada quanto prima perché la piazza merita il massimo palcoscenico».
LECCE-CREMONESE. «Si tratta di un confronto importante per entrambi i team. Lucioni e compagni sono chiamati a riscattarsi dopo la batosta di Brescia ed a mettere da parte punti pesanti per la classifica. Lo schieramento lombardo è alla ricerca della prima vittoria e non può permettersi di perdere. Il torneo cadetto è alle prime battute, ma mettere fieno in cascina è fondamentale all’inizio come in qualsiasi altra fase della stagione».
RICORDI DA EX. «Nel 1997/1998, fui ceduto nel mercato autunnale. In panchina si avvicendarono Prandelli, Pereni e Sonetti e fu un’annata complicata anche per la squadra. Nel 1999/2000 rimasi ai margini, perché rifiutai il trasferimento, ma feci comunque parte di un collettivo di prim’ordine, che disputò una grande stagione in A, con Cavasin allenatore. La Cremonese è casa mia. Mi ha fatto crescere, diventare uomo e calciatore. Mi ha lanciato ed ho giocato in prima squadra per otto campionati».