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QdP – Chevanton: “La doccia negli spogliatoi a Sticchi? È il segno di un Lecce felice dentro!”

Chevanton
Chevanton

L’ex attaccante giallorosso, attuale collaboratore del tecnico della Primvera, Vito Grieco, parla a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) del Lecce di oggi: non mancano, però, varie incursioni sul passato da calciatore vissuto proprio in maglia giallorossa.

RICORDI GIALLOROSSI. «Sono stato felice due volte venerdì sera: per il Lecce di Corini che ci sta facendo sognare, per un successo che mi ha riportato indietro nel tempo, stagione 2004, serie A, avevo fatto gol all’Ancona sette giorni prima e poi lassù, a Verona, per un vittorioso, 3-2 un gol su punizione, versante sinistro, palla fra palo e traversa. Era il 7 di febbraio. Feci ancora gol al Milan, e poi a Brescia, e poi col Modena, cinque gol consecutivi, per cinque gare, che valsero tredici punti, un’annata magica, decimo posto nella massima serie».

A VERONA LA PROVA DEL NOVE. «Aspettavamo tutti Coda e compagni alla prova del nove. Il Chievo era il primo avversario di prima fascia, le ambizioni di promozione neppure nascoste, ed il Lecce è stato grandissimo, i sogni abitano qui ancora una volta. Questa partenza sprint traccia la via. Ci era già accaduto l’anno prima, in serie B, 2002-2003».

RECORD DI SEI GOL DI FILA. «Segnai anche al Venezia, che arriverà sabato al Via del Mare, che incalza il Lecce ad una sola lunghezza dopo il successo sull’Ascoli, un’altra pretendente, forte della posizione in classifica, di un bomber come Forte, sei gol all’attivo, solo uno meno di Coda, sarà un bel duello fra artificieri doc».

ANCORA UN ANEDDOTO. «Quel 5 di ottobre vincemmo per 3-1 sui veneti. Dopo la sconfitta di Genova con la Sampdoria infilammo una serie di quattordici gare utili consecutive e fu serie A con Delio Rossi, uno splendido terzo posto».

LECCE DI OGGI. «Questo è il Lecce di Coda, non solo il settebello, il ruolo di capocannoniere, ora che sta in una squadra che gli consente di esaltarsi. A Verona ha ancora una volta dimostrato che i gol li fa anche segnare agli altri, come è successo a Stepinski, a sua volta autore di un grande gesto tecnico sull’assist del compagno. Quattro gol anche per il polacco, una sintonia fra i due arrivi dal mercato quasi spontanea, con la regia del bravissimo Corini. Questo è il Lecce di Falco che va in campo nel finale e segna per due volte con il destro, e regala successi che lasceranno il segno sino alla fine. Con Pippo ho giocato insieme per un anno, era giovane, grande tecnica. Poi cercò gloria sui campi di serie A, è tornato nel Salento, mettendo in scena i suoi numeri speciali nel massimo campionato, ha ancora ulteriori margini di crescita. Significativa la combinazione nell’azione del gol, con Pettinari, altro bomber di razza sul quale conta Corini. E vedremo presto magari anche Rodriguez. Questo Lecce nel quale in gol sono già andati ben dieci giocatori, a conferma dell’esaltazione del collettivo in un complesso di grandi individualità, ha superato a pieni voti la prova del nove, è un capolavoro costruito da Pantaleo Corvino».

GRANDE LAVORO DEL DIRETTORE. «Corvino ha la forza di un’esperienza straordinaria costruitasi negli anni di una lunga carriera, di grandi successi, conosce gli angoli più remoti del calcio».

CORVINO/CHEVANTON. «Gli devo tutto. Per me e per Giacomazzi fu subito un grande maestro ed un padre. Ci aiutava a crescere, a integrarci in questa meravigliosa realtà che è il Salento, a casa sua. E quando ci chiamava in sede, ci metteva tutti in riga. Bisogna stargli vicino per conoscerlo sino in fondo. Va oltre la normalità. Padroneggia ogni situazione, la sua è una visione ad ampissimo raggio. Conosce tutti i ragazzi del settore giovanile, nessuno escluso. Pensa il presente in funzione del domani. Grazie all’esperienza vissuta con la Soccer Dream di Parabita, nella splendida struttura realizzata da Fabio Vinci ho scoperto la grande passione di lavorare con i più giovani. Con la Soccer ho vinto il titolo regionale con gli Juniores, qui a Lecce sento che sto crescendo in maniera esponenziale accanto ad un allenatore come Vito Grieco. Il settore giovanile del Lecce è davvero di livello molto alto. Il rapporto fra società, prima squadra e allenatore favoriscono la produttività di un lavoro svolto con una serenità che è per tutti la condizione ideale per dare il meglio. Intensità ed aggressività caratterizzano anche la Primavera. L’ho notato nelle amichevoli contro la prima squadra, nella quale i ragazzi vi si affacciano parlando già il linguaggio di tutti, come ha già dimostrato, per esempio, Maselli».

È UN LECCE FELICE DENTRO. «Ho letto che negli spogliatoi i calciatori hanno fatto la doccia al presidente Saverio Sticchi Damiani, che sa regalare un sorriso a tutti. E’ il segno di un Lecce felice dentro, nell’anima».

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