I giallorossi penalizzati, in questo avvio di campionato, da alcuni episodi che, con maggiore fortuna, avrebbero fruttato una posizione in classifica ancor migliore.

Allerta: questo non è un pezzo che vuole sollevare polemiche, bensì solo creare una breve antologia statistica relativa a tre episodi sfortunati che, con differenti letture dei direttori di gara, avrebbero portato 5 punti in più al Lecce. O meglio, avrebbero potuto portare, perché quando si astraggono i numeri dal contesto si rischia di dimenticare il campo. Tornando al concreto, ciò che resta sono tre fuorigioco male interpretati in altrettante gare che non fanno certo sorridere i tifosi giallorossi.

MECCARIELLO IN BRESCIA-LECCE. Il primo della triade risale alla più brutta versione del Lecce firmato Eugenio Corini, quello annientato da Ndoj e Ayè. A quel match risale anche l’episodio più clamoroso dei tre: un gol annullato a Meccariello sul punteggio di 1-0, quando il beneventano si trovava quasi un metro prima dell’ultimo difensore lombardo, in posizione regolarissima. Ok, parliamo di un brutto tonfo per 3-0, con i due gol finali arrivati però solo con i giallorossi protesi in avanti alla ricerca del pari. Una svista clamorosa, come si evince dalle immagini.

GLIOZZI IN COSENZA-LECCE. Il match del San Vito su il primo in cui si intravide una squadra, quella di Corini, capace di creare occasioni in quantità industriale. E sprecarle purtroppo, fino a venire beffata dal pari silano. Arrivato, però, in fuorigioco. Perché oltre Lucioni si trovava infatti Gliozzi al momento del tiro-cross di Bittante, corretto in gol dalla punta rossoblu. Un offside di centimetri, ma comunque intuibile chiaramente dalla posizione del guardalinee anche alla luce della diversa posizione della schiena, ancor più che dei piedi, dall’avanti locale. Per una delle mancata vittorie più beffarde tra quelle sommate fino ad oggi dal Lecce.

LECCE-FROSINONE. L’ultima ce la ricordiamo bene tutti. Minuto 90 del match di ieri, tiraccio di Rohden arpionato, e trasformato in gol, da Novakovich, il cui ginocchio si trova oltre il piede di Adjapong. Anche qui, come a Cosenza, parliamo di centimetri sì, ma la dinamica dell’azione avrebbe facilmente indotto il segnalinee ad alzare la bandierina ed indovinare la mossa, anziché prendersi la responsabilità di intuire una regolarità che non c’è. E che al Lecce è costata altri due punti.

CONCLUSIONI. Anche gli arbitri sbagliano, ed i loro errori vanno accettati senza farla più grande di quello che è. A cosa serve, dunque, tutto ciò? Ai tifosi ad alimentare la consapevolezza che anche se si è i più forti nulla ci è dovuto, visto che anche qualche centimetro qua e là può toglierti punti pesanti (con questi 5 il Lecce sarebbe primo). Da qui l’equilibrio nel non esaltarsi per uno, due o tre 7-1, né deprimersi per due mancati successi interni. E, soprattutto, ai ragazzi di Corini a non abbassare mai la guardia. Perché, se anziché cercare di mettere in fuorigioco Novakovich ti interponi tra lui e la porta, il risultato lo porti a casa senza bisogno di non scontate prodezze arbitrali.