La trasferta di domani coincide con l’unica “non corrispondenza” geografica tra la sede della compagine e lo stadio dove andrà in scena la gara. Il Pordenone, dopo gli esili tra Trieste e Friuli, gioca quest’anno le gare casalinghe allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro.
“La città dipinta” del Friuli. Così è nota Pordenone, provincia di confine tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, casa dei neroverdi, prossimi avversari del Lecce. La città divenne importante già nel 1200, in quanto snodo commerciale tra la zona alpina e la costiera adriatica. Il nomignolo deriva infatti dai numerosi palazzi risalenti all’epoca del Basso Medioevo. Le strutture conservano anche molte testimonianze rinascimentali, tra affreschi, stemmi e porte. La provincia racchiude poi un discreto patrimonio naturalistico: i canali di Sacile e i Magredi, ribattezzati “la steppa friulana” ubicati nei territori dei comuni di Cordenons e Vivaro. I magredi, letteralmente terra arida, senz’acqua, si sono formati grazie ai detriti portati dai fiumi Cellina e Meduna. I materiali hanno fermato una sorta di zona divisa in due parti: un altipiano composto da ghiaia e sassi e, dall’altra parte, una pianura bassa più argillosa. s
LO STADIO. Il Pordenone gioca le partite casalinghe allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro. Il trasferimento presso il comune rivierasco è nato, oltre che per l’inidoneità dello stadio Bottecchia, storica casa del Pordenone, per la B, a seguito del mancato accordo con la città di Fontanafredda per l’uso dello stadio Tognon. Il complesso sportivo sorge ai lati di un parco acquatico e, storicamente, è stato più altro teatro di numerosi concerti. In estate, a seguito di un finanziamento, l’impianto è stato reso idoneo per ospitare le partite del campionato cadetto.