Il tecnico ha fatto all-in sulla riproposizione degli stessi elementi protagonisti del ritorno al successo. A pagare è stato, però, chi è finito ai margini.
Dopo un paio di mesi difficili in cui il Lecce aveva cambiato tanto, anche come modulo, per trovare la giusta quadratura e ritrovare fiducia, da qualche settimana si era registrata una netta inversione di tendenza. Mister Eugenio Corini, forte del ritorno al sorriso con Cremonese e Cosenza, aveva optato per puntare tutto su un ritrovato zoccolo duro, un undici titolare proposto addirittura per tre match di fila e con sole due novità ieri. Linea che ha illusoriamente pagato nel tris contro i calabresi (giunto tuttavia solo dopo i primi cambi), ma che si è sciolta con le brutte prove con le ultime della classe.
Va detto e sottolineato che la svolta green era ciò di cui il Lecce aveva bisogno, ed il coraggio mostrato per proporla e riproporla è perfettamente coerente con la mission societaria. Il discorso di critica (che oseremmo definire tanto contenuta quanto necessaria) nei confronti del tecnico va oltre il modus della scelta di un undici base, che ci sta tutta. Qui si vuole parlare del più ampio aspetto della gestione della rosa, in termini di starting eleven così come di sostituzioni che, essendo cinque, sono un fattore ormai fondamentale come la scelta della formazione iniziale.
In questi termini l’operato recente di Corini è a dir poco rivedibile. Avere un’idea di formazione-tipo è fondamentale per avere punti di riferimento, ma in un campionato così complesso e fisicamente stressante come questo in era Covid, ruotare uno/due elementi (magari i più in affanno) anche quando si vince appare arma necessaria. Senza bisogno di attenderne il crollo fisico (vedi Coda) o i primi risultati deludenti.
Uno dei limiti nella gestione della rosa appare proprio il non riuscire a tenere tutti gli effettivi sull’attenti, pronti all’utilizzo. Questo non può avvenire solo a parole, né solo con promesse in allenamento o conferenza stampa. Si vedano i casi di Zuta e Stepinski: quanto due elementi che, seppur deludenti, sono risultati inamovibili per un lungo periodo possono tornare subito utili se messi ai margini con zero minuti per tre gare di fila? E questo è solo un esempio di quanto avvenuto con diversi elementi che hanno così faticato nei primi impatti più del previsto.
Da qui si giunge all’annosa questione-sostituzioni, nelle ultime due uscite decisamente disastrosa. Senza tornare a Pescara, con l’Entella, in una gara così contratta non è apparso lungimirante gettare nella mischia uno Yalcin a cui si era concesso fiducia pressoché zero fino ad allora, né il già citato Stepinski messo nell’angolo per quasi un mese. Il mister sta chiaramente attraversando un momento di difficoltà. Merita ancora fiducia, la società è stata chiara. Con gli elementi a disposizione si deve però fare decisamente di più, e senza una buona gestione è difficile vedere una traduzione sul rettangolo verde.
CORINI E COLPA DELLA TUA INCAPACITA,A GESTIRE UNA ROSA E PER LO PIU NEI TUI CAMBI APOSTO FI POTENZIARE IL VANTAGGIO ,HAI PREFERITO CHIUDERE IN CATENACCIO E QUESTI SONO I RISULTATI ,ADESSO CHI PAGA SEI TU VATTENE A FA….O
Quando si muovono delle critiche bisogna fornire delle argomentazioni esatte e dettagliate. È banale dare meriti al DS quando si vince e colpe al mister quando si perde.
Gentile lettore, qui non si danno colpe per la sconfitta bensì si è analizzato un aspetto legato alla gestione della risorsa-calciatore e dei cambi scaturita da dati oggettivi, ovvero l’utilizzo di “pochi” elementi nelle ultime gare che non consente a tutti di avere il minutaggio tale da essere fisicamente e mentalmente poi pronti come dovrebbero, né a chi è in sovrautilizzo di recuperare a dovere. Nessuna dicotomia meriti/colpe fine a sé stessa, quindi
Guardate che a Pescara gli uomini erano quelli, non è che avesse tutte queste sostituzioni da fare. Forse Stepinski per Pettinari.
Semplicemente secondo tempo terribile, subentrati e non.
Il punto che vogliamo toccare con questo pezzo va oltre il discorso sul singolo, ma sulla gestione di una rosa in senso lato. Citando Pescara, era da aspettarsi un calo così drastico visto che era la terza gala di fila con lo stesso undici. Nel calcio d’oggi, visti ritmi e risorse, è difficile da vedere tali riproposizioni ripetute se si vogliono avere risultati, soprattutto sul piano della riposta fisica.
Mmmmah il calo vale sempre per noi ovviamente
Vale per noi perché, in questo caso, siamo noi ad aver riproposto lo stesso undici per tre gare di fila
Ho capito, siamo a metà campionato nonostante i cinque cambi,siamo cotti.
Mmmmah
Analisi lucida e condivisibile… Sul pacato e paziente… Aggiungerei che manca un po’ di convinzione e cattiveria… Aspetti più mentali che fisici… Su cui solo Corini può lavorare e su cui ha enormi margini di miglioramento