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Palaia: “Sorpreso dai nuovi arrivati. Il segreto del Lecce? Fare gruppo, ma in senso vero…”

L’ex medico dell’Unione Sportiva Lecce ha parlato ai microfoni di Mondoradio ripercorrendo la sua lunga storia con i colori giallorossi.

STORIA. “E’ una lunga storia d’amore e, come tutte le storie c’è un inizio e una fine. Ho ripercorso tanti momenti particolari nella mia memoria rifacendomi agli inizi nel luglio 1977 fino agli ultimi anni. I ricordi mi emozionano, nel Lecce attuale c’è la mano di Pantaleo Corvino, un grande del calcio che ha cambiato un po’ le cose. C’è stato un momento quest’anno in cui il gruppo si è ricompattato e il girone di ritorno straordinario è il risultato. Corini mi sembra un grande allenatore, ha maestria anche dal punto di vista umano”.

GLI ALLENATORI PIU’ PASSIONALI. “Fascetti e Mazzone erano focosi. Uscivano dall’immaginario dell’allenatore silenzioso a braccia conserte. C’è stata questa moda nel calcio, l’allenatore alla Beckenbauer. I sanguigni danno qualcosa di più però”. 

LA GARA RIMASTA ALLA STORIA. “Roma-Lecce 2-3? Ricordo tutto, non c’era Fascetti in panchina causa squalifica. Fu sostituito da Olmes Neri. Dopo 7 minuti segnò Graziani poi il nostro portiere ebbe un infortunio, entrò Negretti. Io andai negli spogliatoi dell’Olimpico. All’intervallo chiesi a Pasculli ‘quanto stiamo perdendo?’. L’argentino mi disse che stavamo vincendo, credevo che mi stesse prendendo in giro. Vincemmo 3-2 e togliemmo lo scudetto ai capitolini. Vidi tanta gente piangere. Il calcio è cambiato, non c’è più rapporto umano. Le squadre erano a conduzione famigliare. Anche lo staff era composto da pochi membri, ora ci sono delle equipe, prima eravamo contati. Ora con tanta gente è difficile la sintesi”.

SALVATORE DI DUE VITE. “Cammarata e Marino? Io all’epoca ero medico sociale del Lecce e anestetista rianimatore insieme al compianto Antonio Montinaro. Già allora il dottore portava, con il permesso del direttore sanitario, il defibrillatore sul campo. Pretendemmo la presenza del pronto soccorso sul campo. Ricordo Cammarata, ricordo Marino e ricordo una diagnosi brillante che feci all’arbitro Guidi, aveva un’emorragia mentre si sentiva male sul campo. E’ qualificante come professionista”.

IL LECCE DI OGGI. “Indubbiamente sono sorpreso dai ragazzi nuovi. Conoscevo Lucioni, Vigorito, Mancosu e gli altri che stavano con me l’anno scorso. Ragazzi che venivano da nazioni diverse. Fare gruppo vuol dire dialogare e farlo con lingue diverse è difficile. E’ stato difficile all’inizio e probabilmente c’è stato un momento particolare in cui si è fatto gruppo davvero in campo e fuori. Fare gruppo non è avere rapporti sul campo, serve anche farlo nella vita”.

“NOSTALGIA PALAIA”.C’è nostalgia per come si è conclusa la mia vicenda col Lecce. Volevo fare il 40° anno da medico del Lecce, fa niente ne ho fatti 39. Rifarei tutto quello che ho fatto, c’è dentro dell’amarezza ma molto amore per la squadra. Sarebbe la prima promozione senza di me, lo merita il Lecce e lo meritano i tifosi. Ringrazio la Curva Nord, in determinati momenti della mia vita furono importanti. Lo dico con il cuore. Rimango un appassionatissimo tifoso del Lecce, lo seguirò fino al firmamento del calcio”.

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Rocco
Rocco
3 anni fa

Grande Peppino…un mito per noi??❤️

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