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Il pagellone finale: è il regno di Coda, Hjulmand-Pablo il futuro. Flop Zuta, Paganini e Stepinski

I nostri voti sulla stagione dei protagonisti in casa Lecce: il capocannoniere MVP in volata sul danese, Gabriel e Mancosu solite certezze. Difesa in affanno ma Lucioni si tiene a galla, Maggio da applausi.

Gabriel 7 – Non si può certo dire che il Lecce di quest’anno non abbia avuto le spalle coperte. Dal primo all’ultimo minuto giocato i giallorossi hanno potuto contare sulla sicurezza di chi tra i pali non sarà certo arrivato alla perfezione, ma spesso ha contenuto i danni di una difesa leggerina ed un baricentro decisamente alto con prodezze anche decisive. Stagione chiusa in lieve calando, visto che nel finale non è riuscito ad essere decisivo come altre volte, ma di assoluta qualità: un big per la categoria su cui puntare ancora (40 presenze, 49 gol subiti. Media voto 6,42)

Vigorito sv – Stagione da vice-Gabriel assoluto, e dunque spettatore, in campionato. Una buona presenza con il Toro in Coppa: difficilmente in futuro accetterà ancora un ruolo così marginale (0 presenze, 0 gol subiti. Media voto sv)

Bleve sv – Anche per lui un’uscita di Coppa Italia positiva, quella con la Feralpi, in un’annata da terzo (0 presenze, 0 gol subiti. Media voto sv)

Borbei sv – Cinque convocazioni per il baby talento rumeno che si sta mettendo in mostra con la Primavera giallorossa. Corvino punta molto su di lui per il futuro (0 presenze, 0 gol subiti. Media voto sv)

Adjapong 5,5 – Un impatto niente male con la nuova avventura giallorossa nella quale, dopo l’approccio da esterno alto, ha preso confidenza come terzino risultando per lunghi tratti devastante per corsa e proiezione offensiva. Un buon avvio un po’ illusorio, perché con l’arrivo dei match d’alta classifica si è dimostrato non sufficientemente inadeguato ai compiti difensivi. Meritava però ben altro esito, per l’impegno profuso, rispetto a quello avuto: rottura del tendine d’Achille a Lignano Sabbiadoro e ritorno ad incitare a distanza i suoi compagni (19 presenze, 1 gol. Media voto 5,92)

Lucioni 6,5 – E’ stato il perno di una difesa che, per buona parte del cammino stagionale, si è trovata a doversi misurare a viso aperto contro i temibili attaccanti della categoria. I numeri parlano chiaro, dalla cintola in giù i giallorossi non sono stati da primi posti, ma al contempo visto l’atteggiamento soprattutto nei primi due terzi di stagione sarebbe ingeneroso dare addosso al singolo. Soprattutto se, come lo Zio, per due terzi di stagione si è stati protagonisti di prestazioni quasi sempre all’altezza, per poi cadere con la SPAL e non riuscire più a rialzarsi nel sofferto finale (39 presenze, 0 gol. Media voto 6,09)

Pisacane 5,5 – Annunciato come il colpo della difesa, un po’ tutti si aspettavo consegnasse al balbettante reparto di Corini esperienza, ma anche solidità. E, escluso l’isolato episodio dell’ultimo turno ad Empoli, dove si è visto un Lecce per la verità vacanziero, ci sarebbe anche riuscito, in parte, nelle poche volte in cui gli è stata data fiducia, ma anche a Pisa aveva palesato qualche difficoltà. Il top, con assist e rigore procurato, a Venezia in campionato, poi solo discontinuità d’utilizzo (10 presenze, 0 gol. Media voto 5,78)

Zuta 5 – Il macedone del nord scrive il suo nome nell’elenco, per fortuna breve, degli acquisti toppati dal Lecce 2020/21. Annunciato come abile crossatore e tiratore di calci piazzati, addirittura ambidestro, l’ex Hacken non ha rispettato le attese non tanto in termini di copertura, dove comunque se l’è talvolta cavata, quanto in una fase offensiva assente. Impegno e anche un po’ di grinta non sono stati sufficienti a colmare le falle, dall’andatura sgraziata alla poca confidenza con i compagni, che nel ritorno gli hanno fatto perdere il posto (22 presenze, 0 gol. Media voto 5,86)

Maggio 7 – Non ci sono dubbi, è stato lui il migliore della difesa del Lecce firmata Corini, nonché tra i migliori colpi di mercato in assoluto della stagione. Sostituto dello sfortunato Adjapong, ha dato equilibrio ad una difesa quasi allo sbando e, alla lunga, ha dimostrato di essere ancora un terzino di categoria superiore nonostante qualche fisiologico calo finale. Corsa instancabile, energie inesauribili, fiuto del gol da bomber: le battute sulla sua età sono durate meno del tempo che ci mette per fare da bandierina a bandierina e traumatizzare i malcapitati e più giovani rivali (19 presenze, 3 gol. Media voto 6,24)

Meccariello 5,5 – Discorso simile a quello fatto per Lucioni, rispetto al quale è scivolato un bel po’ di volte in più ed ha tardato a ri-ambientarsi alla cadetteria. Nella complicata andata è infatti spesso apparso in imbarazzo, mettendo in difficoltà tutti i compagni, per poi però riabilitarsi eccome nel ritorno fino a risultare tra i migliori ed i più incisivi nella miglior fase del campionato giallorosso. Mai in campo nei playoff, dove gli è stato preferito il rientrante Dermaku (32 presenze, 1 gol. Media voto 5,92)

Gallo 6,5 – E’ stata la sorpresa in positivo nella retroguardia del Lecce nonché l’unico giovane nel reparto dalle prospettive più rosee, visto che la maggior parte dei colleghi sono pressoché al picco dei propri cammini. Prima metà di stagione da oggetto misterioso sulla falsariga di quanto accaduto un anno fa, poi la mancata cessione in prestito e la svolta con i primi impieghi a gara in corso. A Cremona si è preso una titolarità mai più persa nonostante qualche difficoltà dimostrata con l’arrivo dei match più scottanti (19 presenze, 0 gol. Media voto 5,98)

Dermaku 6 – E’ stato il gran colpo estivo per la difesa, un colpo rimasto però in canna. Ancor più rispetto a Pisacane non ha colpe per una stagione ai margini a causa di una serie assurda di infortuni: ben tre, oltre alla positività al Covid quando doveva recuperare muscolarmente (fattore compromettente in chiave futura). Davvero un gran peccato, anche perché quando utilizzato ha mostrato sì un po’ di imbarazzo palla al piede, ma anche grande sicurezza in chiusure e coperture (13 presenze, 1 gol. Media voto 6)

Calderoni 5,5 – Perde il “duello” dei più indisponibili con Dermaku ed Adjapong, ma per poco. Dopo due stagioni da grande protagonista sulla fascia sinistra tra B e A, il terzino sinistro friulano non riesce a ripetersi con il ritorno tra i cadetti, pare non solo per questioni fisiche. Anche quando disponibile, infatti, è spesso stato al terzo posto nelle gerarchie di Corini, così si è andata a delineare una situazione spesso non chiara: un peccato non aver quasi mai potuto sfruttare il suo mancino (16 presenze, 1 gol. Media voto 5,85)

Monterisi sv – Tantissime convocazioni ma zero minuti giocati complice un infortunio lungo quasi un mese. Con il recupero degli infortunati si è concentrato sul guidare la difesa della Primavera (0 presenze, 0 gol. Media voto sv)

Paganini 5 – Tra le principali delusioni del nuovo Lecce. Annunciato come un colpo a parametro zero viste le ottime prestazioni in maglia Frosinone, dove aveva anche accumulato ottima esperienza nella lotta per la Serie A, è invece apparso come pesce fuor d’acqua dal punto di vista tecnico e tattico. Non caratteriale, visto che corsa e impegno non sono mai mancati, così come gli errori che hanno preceduto l’infortunio che lo ha messo definitivamente fuori dal giro dei titolari (21 presenze, 1 gol. Media voto 5,74)

Nikolov 5,5 – Sarà che il Lecce e la Macedonia del Nord hanno in comune solo i colori giallorossi, ma come per Zuta anche il mediano giunto a gennaio dall’Ungheria non si è distinto per qualità, mancando del giusto apporto alla causa. Rispetto al connazionale ha avuto meno tempo per far danni, direbbe qualche malizioso, sebbene in realtà abbiamo mostrato di avere qualche potenziale in più (a patto di migliorare tatticamente) ed un temperamento che con i tifosi sugli spalti gli permetterebbe di esaltarsi. Si è presentato con un giallo dopo pochi minuti, molto probabilmente saluterà con un’occasionissima fallita contro il Venezia: bocciato, ma con qualche riserva (15 presenze, 0 gol. Media voto 5,71)

Henderson 6,5 – Aveva tutte le carte in regola per essere l’uomo dell’anno lo scozzese, il più presente in assoluto assieme a Gabriel, che invece è mancato in una o due fasi-clou quando poteva passare dall’essere uno dei migliori al diventare eroe. L’impatto è stato devastante e, per dinamismo, qualità e fame si è fatto subito apprezzare dai tifosi. Partito mezzala, alla lunga si è dimostrato più vicino al trequartista puro vista la poca propensione alla copertura bilanciata da una classe importante nel 4-3-1-2: è il suo destro la firma sull’ultima vittoria della stagione (40 presenze, 3 gol. Media voto 6,21)

Hjulmand 7,5 – Solo il fatto di essere giunto a metà stagione ed i gol a valanga di Coda gli hanno negato la palma di miglior giallorosso dell’anno. L’approccio sorprendente e sontuoso con il Lecce ha fatto sognare i tifosi: ha regalato equilibrio, quantità, frizzantezza e visione di gioco ad una mediana che è poi esplosa in positivo, e per il danese anche i paragoni si sono sprecati. Sicuramente troppo presto, ed un finale giustamente in affanno dopo aver dato tutto e anche più dimostra che c’è da migliorare e lavorare, e Lecce può essere terreno fertile per un futuro ancor più roseo e con le giuste soddisfazioni (22 presenze, 0 gol. Media voto 6,43)

Bjorkengren 6,5 – Non inganni l’avvio fatto di difficile ambientamento rallentato dal Covid né un finale di stagione in calo fisico dopo aver corso ininterrottamente quattro mesi. Lo svedesino ha dimostrato attitudini al sacrificio fondamentali per una squadra votata all’attacco, così come qualità di palleggio tra le migliori del collettivo giallorosso. Gli è mancato un po’ di coraggio, ma il futuro è dalla sua parte ed il Lecce ci può contare (26 presenze, 1 gol. Media voto 6, 02)

Mancosu 7 – Superate le incomprensioni iniziali figlie della delusione-caduta in B, il capitano sardo ha preso per mano i compagni sfornando assist e gol come suo solito, anzi anche più rispetto all’ultima Serie B disputata. Prestazioni non esaltanti ma assolutamente positive, solo rallentate dal calo concomitante con la vicenda purtroppo ben nota ma, si spera, definitivamente messa alle spalle. Un brutto errore sul rigore con il Venezia ma, come per gli altri, non è un singolo episodio a giudicare la stagione e, nel suo caso, ha dato ancora una volta tutto il possibile per la causa di un Lecce che ha contribuito a costruire, e non da quest’anno (32 presenze, 8 gol. Media voto 6,20)

Tachtsidis 6 – Un altro che ha vissuto sulle montagne russe. Ci ha messo poco per dimostrare che fosse regista tecnicamente (e questo è oggettivo) fuori categoria, con lampi di genio divenuti sempre più saltuari nella seconda metà della stagione. Complice l’esplosione di Hjulmand, certo, ma anche un’incapacità di reagire ai momenti di difficoltà in cui è incappato nel corso della stagione e che ne hanno evidenziato i limiti di crescita tattica e caratteriale (27 presenze, 1 gol. Media voto 6,27)

Majer 6 – Una stagione da Dottor Jekyll e Mister Hyde quella dello sloveno, che non è riuscito a confermarsi appieno sui livelli di un’ottima passata stagione in Serie A. Soprattutto in una prima metà di stagione disputata a ritmi bassissimi e che ha portato Corini ha preferirgli a lungo Paganini, complice l’errore iniziale del tecnico con quell’equivoco tattico che ha portato l’ex Rostov ad un improbabile utilizzo da regista. Con il ritorno riecco anche il vero Majer, faro per Hjulmand e Bjorkengren, partner in crime di Maggio ed efficiente in pressoché ogni uscita: il giusto per “riabilitarsi” (37 presenze, 3 gol. Media voto 6)

Maselli 6 – Sufficienza di stima e fiducia per il futuro di un giovanissimo che ha mostrato ottime potenzialità nelle uscite del girone d’andata, affondando solo a Pescara. Incidente di percorso che, si spera, non ne vada a compromettere l’utilizzo futuro (6 presenze, 0 gol. Media voto 5,5)

Listkowski 6 – Altro elemento sfortunatissimo, tanto da essere stato disponibile esattamente per metà stagione. Nelle prime uscite si è palesato come il più interessante tra i giovani del nuovo Lecce, facendo bene da ala e mezzala, meno come trequartista centrale. Non vediamo l’ora di rivederlo all’opera nella nuova stagione (16 presenze, 0 gol. Media voto 5,81)

Stepinski 5 – Può un giocatore prendere una netta insufficienza nonostante 9 gol all’attivo? Mariusz Stepinski è riuscito nell’impresa, inevitabile se di questi centri meno della metà sono risultati decisivi e se per 3-4 mesi non si è riusciti a stoppare la palla. Troppo sporadiche le buone prove ed eccessivo il numero non solo delle gare non esaltanti, ma anche di quelle da fantasma per il polacco, che torna a Verona non essendo riuscito a riscattarsi dalle recenti delusioni e ad essere apprezzato dai tifosi giallorossi (32 presenze, 9 gol. Media voto 5,71)

Rodriguez 7 – Tra le note più positive della stagione del Lecce soprattutto in ottica basi per il futuro. Lo spagnolo si è esploso come un vulcano delle sue Canarie in maglia giallorossa, trasformando in oro quasi tutti i primi palloni da professionista toccati, dai gol con Vicenza ed Empoli al rigore guadagnato con l’Ascoli. Un esordio strepitoso sotto il profilo delle doti tecniche, del killer instinct e della fame di far bene, mentre deve migliorare come tenuta fisica e temperamento fumantino (20 presenze, 6 gol. Media voto 6,34)

Pettinari 7 – Ok, sarà stato protagonista per appena un quarto di stagione, ma senza di lui il meglio del Lecce 2020/21 non lo avremmo probabilmente mai visto. Il Pettinari timido di due anni fa, ma anche della prima metà del campionato, è diventato presto un lontano ricordo/incubo non appena Corini gli ha dato fiducia con continuità. In coppia con Coda è esploso segnando, fornendo assist e lanciando il Lecce: non si fosse infortunato sul più bello chissà che finale avremmo visto (24 presenze, 5 gol. Media voto 6,25)

Coda 7,5 – Lo scettro di migliore dell’anno se lo prende lui non a suon di prestazioni, a dire la verità talvolta discontinue, ma di quanto di più importante esiste nel mondo del calcio: fare gol. E 22 sono tanti, tantissimi e senza di questi, spesso frutto di strepitose invenzioni estemporanee (Pordenone, Chievo, Frosinone su tutti), il Lecce non ci avrebbe nemmeno potuto provare. Un numero 9 con la classe del 10, che sforna assist a ripetizione e che può fare ancor meglio: per il Lecce questo è una grande base per il futuro (38 presenze, 22 gol. Media voto 6,16)

Yalcin 5,5 – Troppe poche apparizioni, nessuna delle quali da titolare, per etichettarlo come bidone. Un paio di lampi iniziali e nulla più per il turco, che troppo poco a fatto per cercare di convincere Corini a dargli una chance dall’inizio. Saluta il giallorosso senza di fatto essere mai riuscito ad entrare in condizione (11 presenze, 0 gol. Media voto 5,72)

Felici sv – Tanti infortuni gli precludono l’utilizzabilità. Chiude la stagione in pianta stabile nella Primavera (0 presenze, 0 gol. Media voto sv)

Ceduti: Rossettini sv Pierno sv Petriccione sv Falco 5.5 Dubickas 5.5 Lo Faso sv

Corini 6 – Arrivato a poche settimane dal via del campionato, con una rosa fatta di qualità, ma anche giovani, stranieri e scontenti, è riuscito a dare alla squadra un’identità offensiva e basata sull’intensità, raccogliendo ottimi risultati fino al Cittadella. Alla pacatezza mediatica ha coniugato senso del lavoro e capacità di valorizzare e dare fiducia a qualche giovane interessante, mancando la finale playoff anche per un rigore mancato in extremis. Di contro, sorvolando sui fisiologici errori iniziali figli degli esperimenti, ha palesato poche alternative nella creazione del gioco, mancanza totale di turnazione propedeutica a non affaticare le solite risorse e anche goffi tentativi di nascondere palesi problematiche nella fase-clou. Con il risultato di non riuscire a venir fuori dal periodo-no che ha fatto sfumare il sogno. Alla luce di tutto ciò risulta impossibile andare oltre la sufficienza risicata, ma anche bocciarlo per un’annata non esaltante né da buttare via (Media voto 6,18)

Corvino 6,5 – Non si può certo dire che quella del Lecce sia stata una stagione facile. I fattori in campo andrebbero a costituire un elenco lunghissimo: la retrocessione, l’incognita Covid, l’avvicendamento tecnico, i mal di pancia e gli episodi sfortunati di fine stagione. Tralasciando infortuni e decisioni arbitrali, che francamente sarebbe un errore considerare in sede di bilanci. Tanti attenuanti per un tecnico che non ha esaltato, tanti attenuanti per una direzione tecnica che non ha creato una corazzata, ma che con le risorse disponibili ha allestito un collettivo che avrebbe avuto i numeri per una sofferta promozione. A ciò va aggiunto che, nel poco tempo a disposizione, le basi per un Lecce futuro sono state create eccome, ed ora arriverà finalmente un’estate “normale” in cui lavorare con maggiore serenità. In attesa di futuri momenti della verità maggiormente attendibili.

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Stefano
Stefano
2 anni fa

Con questi voti siamo da champions…I regali si fanno a Natale…Per il resto meglio nn commentare..Un consiglio lavorate sulla difesa..A dir poco pessima.

Daniele
Daniele
2 anni fa

Mancosu meritava 5 (e non solo per il rigore decisivo sbagliato), Lucioni e Meccariello 4, Zhuta 3, Paganini 4, Corini 2

Commento da Facebook
Commento da Facebook
2 anni fa

credo sinceramente che Coda, che ha fatto bene, abbia le carte in regola per fare ancora meglio

Massimo
Massimo
2 anni fa

Se una squadra prende tanti goal certamente è colpa innanzitutto dei difensori. Lucioni e Meccariello dovrebbero essere sostituiti. Hanno fatto molti errori. Poi c’è la c.d.fase di non possesso in cui tutta la squadra deve difendere. Ma abbiamo visto troppi errori individuali da giocatori che percepiscono stipendi troppo alti per la b.Spero la società rifletta. Cittadella e Venezia insegnano.

Sempregiallorosso
Sempregiallorosso
2 anni fa

Quello di Mancosu mi sembra un voto molto esagerato

Gianni
Gianni
2 anni fa

Io terrei Paganini….utilizzo ridotto, infortuni e fuori impiego ruolo non gli hanno consentito di esprimere il suo valore.

Direttore1982
Direttore1982
2 anni fa
Reply to  Gianni

È scandaloso tecnicamente insieme a Zuta e Nikolov.

Gianni
Gianni
2 anni fa
Reply to  Direttore1982

Lo ricordo diversamente a Frosinone

Direttore1982
Direttore1982
2 anni fa
Reply to  Gianni

Quest anno ha giocato nel Lecce però ??? scordinato nei salti, non sa stoppare.. mamma mia…

antonio arnesano
antonio arnesano
2 anni fa
Reply to  Gianni

Io stenderei un velo pietoso su Paganini..tecnicamente inconsistente..e non è il solo..aggiungo tuta, Nikolov e per certi versi stepinsky…go home

Luca
Luca
2 anni fa

La difesa è stata da 4…in ogni partita…unico da salvare e tenere Gallo

Umberto
Umberto
2 anni fa

Stepinski e Paganini non riesco a capire come abbiano potuto giocare la Serie A. Speriamo bene che Gallo, Bjorkengren, Hjulmand e Rodriguez siano parte del nostro futuro

Direttore1982
Direttore1982
2 anni fa
Reply to  Umberto

Bjorkgreen è troppo timido.. si deve svegliare un po’ ed essere più intraprendente

Fernandinho
Fernandinho
2 anni fa

Onestissime

Antonello
Antonello
2 anni fa

Ci sono giocatori che avevo anche dimenticato avessimo…peccato penso che con Dermaku Calderoni e Listkowski senza ko saremmo andati in A

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