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Sticchi, Corvino e De Picciotto presentano il nuovo Lecce

Siamo in attesa dell’inizio della conferenza stampa in cui i vertici societari dell’Unione Sportiva Lecce parleranno della prossima stagione sportiva.

10.33 – Con l’arrivo del presidente Saverio Sticchi Damiani, la dirigenza è al completo, è tutto pronto per l’inizio.

Proprio il presidente inizia a parlare: “Grazie per essere qui oggi, siamo ancora una volta ospiti del Palazzo BN, a casa del nostro socio De Picciotto, ha voluto ospitarci. Questo è un segnale del suo attaccamento alla città che lo ha ospitato e dove ha fatto calcio insieme a un gruppo di coraggiosi soci che tra sacrifici e difficoltà hanno rilevato il club. Finita una stagione, si fanno delle analisi interne che si cerca di fare in modo oggettivo. E’ importante che le analisi vengano portate a conoscenza di stampa e tifosi per far capire il senso delle scelte e le linee guida della stagione che sta per iniziare: numeri, limiti e opportunità. E’ meglio parlare per non dare adito a interpretazioni”.

“Cerco di essere sintetico ma dettagliato. Dall’anno scorso abbiamo proposto pubblicamente un progetto pluriennale, abbiamo parlato di tre anni per poter vedere concretamente i frutti di un percorso che andava costruito dalle fondamenta. L’orizzonte temporale minimo è di tre anni. Non vuol dire che tra tre anni andiamo certamente in A e non vuol dire che non si può andare prima. I campionati sono fatti di vicende di gioco che possono svoltare. L’unica cosa oggettiva è che in tre anni questo percorso tecnico avrà dei frutti. Dissi anche che se ci fosse stata l’opportunità di accelerare i tempi avremmo provato a cogliere la promozione. Il lavoro compiuto è stato straordinario e abbiamo sfiorato la promozione in A, sfuggitaci tramite stagione regolare e playoff. C’erano tutte le condizioni per andare su, ci siamo consumati per provare a raggiungere l’obiettivo, il sostegno è stato costante. C’era un premio per la squadra. Il direttore generale Mercadante ha detto che questo era il premio più alto mai depositato in Lega per un obiettivo, in più avremmo anche raddoppiato dei contratti.

La società non vuole salire è una barzelletta. I giocatori si giocavano la crescita, e non esistono società al mondo che non vogliono salire. In A ci sono introiti per 50 milioni e ora la B è povera. E’ un’interpretazione ridicola che va stroncata. I complottisti sono pochi ma ci sono, è una cosa che penso e la voglio dire. Negli ultimi mesi non ho dormito la notte e abbiamo fatto di tutto per raggiungere l’obiettivo.

Faccio un passo indietro, il progetto tecnico si è ancorato sul responsabile Pantaleo Corvino, è lui che traccia le linee guida tecniche, è lui che garantisce la continuità. Gli interpreti per raggiungere l’obiettivo possono cambiare, l’unica continuità è il direttore tecnico. Non c’è da meravigliarsi se alcuni cambiano nel momento in cui si rivelano non consoni agli obiettivi.

Quest’anno è stato fatto tanto perché in due sessioni di mercato abbiamo acquisito giocatori che tutta Europa c’invidia. Questi ragazzi sono protagonisti, hanno giocato stabilmente. Penso a Rodriguez, Gallo, Hjulmand, Bjorkengren, Henderson. Tutti si sono consacrati con noi. Penso alle 15 e oltre acquisizioni a titolo definitivo per la Primavera e l’Under17, italiani e non, al fine di rinforzare un settore giovanile già creato con ragazzi del territorio da Gennaro Delvecchio. Molti di questi li vedremo in Prima squadra, non solo della Primavera ma anche dell’Under17. La Primavera si giocherà l’occasione di andare in Primavera 1, un campionato importante dove nemmeno tutta la Serie A è rappresentata. L’Under 17 è prima nel suo girone e la prima squadra, con questi giovani (tranne Listkowski sfortunati) ha fatto un campionato di vertice.

Faccio un excursus. Il percorso viene da anni in cui c’è stato un lavoro egregio in C e B. In A abbiamo perso un’occasione dal punto di vista del patrimonio tecnico che avremmo potuto costruire e non abbiamo costruito. Sono trasparente e onesto. In A abbiamo perso un’occasione, si può retrocedere all’ultima giornata ma non può succedere che con un budget di 30 milioni non ci è rimasto granché. Solo Gabriel e Gallo che abbiamo acquisito a zero. Tutto il resto si è disperso. I big di questo campionato c’erano dalla B precedente. La A ha portato una retrocessione che ci può stare ma non abbiamo arricchito il patrimonio tecnico per 30 milioni. Della formazione della Serie A l’unico rimasto è Gabriel. Dati di fatto.

Poi ho sentito parlare del paracadute. E’ fumo negli occhi. Se non accompagnato da patrimonio tecnico è poco. La SPAL può vendere Petagna, il Brescia Tonali e Torregrossa. Il paracadute è utilizzato per pagare stipendi di calciatori rimasti dalla A alla B e e tenuti a libro paga. Ogni mese dobbiamo pagarne gli stipendi e la quota da dare alle squadre da cui abbiamo fatto l’acquisto. Il nostro paracadute è stato quindi dimezzato. Le risorse quest’anno necessitavano di un ulteriore versamento dai soci, è come se il paracadute non ci fosse stato. Le cessioni fatte, su richiesta dei calciatori, sono frutto di un mercato povero. Petriccione e Falco, con turbolenze annesse, non hanno portato grandi risorse. In più la Stella Rossa non ha rispettato gli accordi e ci sarà un contenzioso all’UEFA per inadempienze da parte dei serbi.

La stagione da costruire era dura, non c’era nessun paracadute milionario e non c’erano risorse provenienti dal mercato. Il lavoro fatto è stato difficile e i miei soci hanno lottato al mio fianco. Queste persone fanno tantissimo per il Lecce, come anche i collaboratori amministrativi. C’è Corvino poi alla mia destra, gli abbiamo chiesto gli straordinari. Quando è tornato al Lecce stava parlando con altre società più importanti e lui, per la voglia di tornare a casa, mi ha detto sì e ha dimostrato col lavoro costante di aver accettato questa sfida al massimo. Grazie a lui abbiamo rinunciato a dei calciatori per potenziare strutture e medici, con idee e fantasia, date da lui, siamo sani.

Abbiamo parlato tanto dei mal di pancia dei calciatori avuti quest’anno. Legittimamente, dei calciatori volevano restare in A e abbiamo fatto delle guerre con il direttore. Non è frequente che società importanti e blasonate si ritrovano a lottare in alto. Io ho avuto paura di dover lottare per non retrocedere per tutto quello che ho visto. Mi dicevo ‘se non teniamo botta lottiamo per non retrocedere’. Non mi scorderò mai che, dopo la sconfitta col Pisa, avevamo per la gara col Vicenza, Pettinari col mal di schiena. Al ragazzo abbiamo proposto un triennale a settembre ma lui riteneva di dover guadagnare di più e ha rifiutato. Senza una squadra si è poi giunti alla ricerca di acquirenti poi non manifestatisi. Avevamo perso col Pisa e col Vicenza, in casa, oltre a lui col mal di schiena, Falco non si rese disponibile. Perdevamo 1-0 e se avessimo perso quella gara secondo me avremmo lottato per non retrocedere. Entrò un ragazzo preso per giocare un po’ con la prima squadra un po’ con la primavera e fece 2 gol. Rodriguez ci guidò anche nella rimonta con l’Empoli, dopo che ci surclassarono per 70 minuti. I ragazzi ci hanno dato dei valori che penso questo gruppo aveva perso. Da lì siamo partiti per cullare il sogno della Serie A. Da lì non si parlava più con l’io, parlavamo con il noi. Costruimmo due opportunità per andare in A e purtroppo le abbiamo mancate.

La vicenda umana di Mancosu ha acuito la situazione. L’abbiamo gestita col silenzio. Non ci siamo fatti mancare nulla.

Abbiamo analizzato le ragioni degli obiettivi mancati e, al di là del singolo episodio, dato che un calcio di rigore segnato cambia la stagione, abbiamo pensato di poter fare una scelta differente per la guida tecnica. Rispetto al progetto triennale era opportuno cambiare. Cercare un capro espiatorio è una lettura semplicistica, si scelgono tante cose per crescere e, con l’ennesimo sacrificio economico, si fa una scelta dopo un’analisi oggettiva e tecnica. Nessuno gioca al gioco delle responsabilità. Vogliamo crescere e vincere e le scelte vanno fatte in questo senso. Anche sui giocatori andranno fatte queste valutazioni.

La mancata promozione ci costa un danno di 40-50 milioni, ci fa male da tifosi e dirigenti. Noi abbiamo il rammarico che per l’iscrizione al campionato dobbiamo mettere anche altre risorse di tasca nostra. Se vai in A queste pendenze sono garantite, se non vai in A vanno versate. In questi giorni di silenzio abbiamo fatto questo. Abbiamo ottemperato al pagamento di tasse, stipendi e altre somme da versare. Oltre al dolore dei tifosi c’è il dolore economico dato da questa società.

Ora passiamo alla nuova stagione. Bisogna continuare a crescere come stiamo facendo anche se le risorse sono limitate. Se l’anno scorso avevamo un terzo del paracadute, ora non c’è neanche quello. Il momento è di crisi, non ci sono incassi di sponsor, spettatori. Il margine di errore è minimo e in tutto questo chiediamo al responsabile dell’area tecnica di patrimonializzare mettendo giovani di qualità e di proprietà. Sarebbe facile prendere 20 prestiti. Il ridimensionamento profondo c’è in tutta la Serie B, c’è chi fa fatica ad iscriversi. La realtà va vista. Con intelligenza dobbiamo continuare a costruire con un budget contenuto e investendo su strutture. Abbiamo fatto un nuovo campo e una nuova palestra quest’anno, dobbiamo lavorare con oculatezza. Quest’anno mi ha fatto piacere sentire da Cristian Maggio dei complimenti per la nostra organizzazione per strutture, mezzi ed efficienza. Sentirlo da un calciatore che è arrivato in Nazionale mi fa orgoglioso. L’obiettivo di quest’anno è quindi la crescita, farlo con oculatezza e acquistando giovani di proprietà.

Sono contento di essere qui insieme a tutti i soci, è accaduto raramente a causa degli impegni lavorativi di De Picciotto, che comunque ha sempre aiutato il club. Oggi ho il piacere di vedere i soci, gente per bene che ha fatto sacrifici. Dietro di noi non ci sono fondi internazionali, siamo le facce che vedete adesso. Partecipiamo come persone fisiche e non come società occulte. Siamo soci dell’US Lecce così. Abbiamo ristrutturato lo stadio, l’altro giorno abbiamo firmato la convenzione per lo stadio.

Dico qualcosa su questo. Spero che questa sia un’opportunità, l’amministrazione si è messa a disposizione e vanno risolte dei problemi. Lo stadio è vecchio e i lavori di straordinaria amministrazione non potevano essere fatti per mancanza di risorse. Pur non spettando al Lecce, abbiamo speso 3 milioni per i lavori che dovevano essere fatti dal Comune. Ci siamo impegnati poi per fare altri lavori mettendo altri 2,9 milioni. Abbiamo quindi messo 5,9 milioni per una struttura cittadina che cadeva a pezzi. Un domani ci sarà di nuovo il pubblico proveremo a recuperare dei soldi disegnando un modello che vede il Via del Mare ospitare eventi di musica e spettacolo. I nuovi lavori interesseranno la Tribuna Est.

Abbiamo inventato il modello M908 e il Lecce Program, che in Italia ci stanno copiando. Le perdite sono state ripianate con fondi personali, serve equilibrio soprattutto nel calcio col Covid. Oggi i bilanci sono da tenere d’occhio e il Lecce deve stare attento. Ho chiesto pochi giorni fa a Renee De Picciotto, con cui è nato un rapporto personale di cui sono contento, qualcosa in più rispetto a questi anni. L’impegno dei soci non è mai mancato. Ho chiesto a Renee un impegno maggiore per la sua esperienza, i suoi rapporti con le banche e la sua capacità imprenditoriale. Gli ho chiesto più presenza, dato anche che nei prossimi mesi dovremmo rinnovare CdA e consiglio sindacale. Renee ha il 39 percento della società ora e gli ho chiesto una presenza in termini fisici nel CdA. Vi dico questo per smentire tutte le voci che lo vedevano lontano da Lecce. La sua presenza significherà un impegno ulteriore per noi, ma sarà un impegno che rafforzerà il club. Sono queste le novità da cui partiremo per questa nuova stagione, con rigore ma con entusiasmo. Rivogliamo i tifosi, speriamo di costruire una squadra che sappia divertire rendendo i tifosi orgogliosi dell’impegno. Vogliamo un Lecce di giovani terribili con qualche senatore pronto a dare la mano. Saluto i tifosi, so la sofferenza per la lontananza e ringrazio tutti per il sostegno, gli ultrà che ci hanno incoraggiato.

Prende la parola Renee De Picciotto: “Anche a 77 anni si può iniziare e io inizio a parlare di calcio. Sono contento di farlo qui, per il simbolo di questo nuovo corso societario. Tre anni e mezzo fa Corrado Liguori mi portò a fare calcio a Lecce, e tramite i soci ho conosciuto la realtà del Palazzo che grazie ai tecnici locali e alla manodopera di Lecce abbiamo ristrutturato. Io non mi sono occupato della società volutamente perché non avevo la qualifica necessaria. Seguo pur non occupandomi della gestione, conoscevo il calcio avendo collaborato con Akragas e Bisceglie ma il mio spettro di conoscenza è cresciuto. Ringrazio Pantaleo Corvino, anche lui 70enne, che si è preso un rischio tornando a casa. Ringrazio anche Chiara Carrozzo, che ha lottato con i numeri della società, un po’ più rossi ma non neri. Nessuno di questi soci fa solo questo lavoro e ciascuno ha portato lo sforzo. Ringrazio tutti anche per questo. Il presente è duro tra Covid, mancanza di sponsor e ricavi. Ringrazio chi ha aiutato il club e Banca Popolare Pugliese, che io ho conosciuto tramite il Lecce, per gli sforzi che fa per i miei affari e per la società. Non è facile per una banca lavorare con una società sportiva.

Abbiamo perso passare un treno con 40 milioni per due volte, gli unici che non prendono soldi sono gli azionisti. Il mondo è cambiato, l’Italia è cambiata. Non c’è più il mecenatismo degli anni Settanta e Ottanta intriso di ego da parte degli investitori. Lecce ha avuto una tradizione importante nel calcio, ottimi risultati per una città piccola con un numero importante di abbonamenti. Io sono arrivato qui quindici anni fa, negli ultimi anni sono residente in Italia al settanta percento e ho investito tanto in Puglia. Lecce è stata la città che, come Comune e gente, mi ha accolto meglio. Ho investito di più altrove ma non sono stato accolto meglio. Non sono un tifoso di livello 1 innamorato della maglia e basta. Io ho un sacco di cose nella mia vita, sono anche tifoso ma sono un tifoso ragionevole. E’ questo che vi voglio dire.

Sul futuro penso una cosa. Tutti i soci presenti hanno dei patrimoni che non possono sacrificare per vari motivi, lavoro, famiglia. Con tutto rispetto, l’impegno che possiamo dare è ragionevole. Non abbiamo dietro nessuna banca, ho chiesto di non fare mai nero e mai debito. I debiti sono incrementati in questi ultimi tempi, io sono un esperto contabile di formazione. Bisogna essere più rigorosi, i rigori sbagliati sul campo vanno rimediati col rigore societario. Si può fare solo questo per non precipitare. Lo dobbiamo al pubblico, alla città, al nostro patrimonio e alle nostre famiglie. La gente non si può aspettare da me dei milioni buttati. E’ più facile guadagnare 1 milione di dollaria New York che 100 lire in Puglia? Lo penso ancora. Siamo stati bravi e fortunati ad andare in tre anni dalla C alla A, il margine di errore era poco e ci sono tanti responsabili in disfatte e vittorie.

Io sono un socio leale, normalmente sono un socio di maggioranza vera. Qui ho il 39 percento, ho sessanta società che sono in utile. L’US Lecce non lo è, vorrei riportare un po’ di utile, da intendere come nero in senso più. Abbiamo fatto degli sforzi sui giovani, il settore giovanile costa meno ma bisogna crescerlo e darsi del tempo. Io non ho tanto tempo ma non ho tanta fretta. Saverio è più giovane di mio figlio e dico che l’US Lecce ha tanto tempo davanti con loro. Io ho di culture diverse, sono italiano e non sono svizzero dopo essere nato in Egitto. Ho l’abitudine delle difficoltà e ho cominciato con 150mila lire al mese anche se la mia famiglia era benestante. Sono abituato alle cadute e alle crescite, ma il masochismo ha i suoi limiti. Appoggerò la società in una formula da definire e come controparte ho chiesto delle cose in merito alla governance. Oggi abbiamo una mancanza di pugno a livello direzionale, ci mancano dei bilanci certificati per andare a dei finanziatori e altre procedure standard.

Tutti dicono che il calcio è speciale. Sono contrario: il calcio è un’azienda come le altre. Amazon va gestita come il Lecce. Le regole di gestione sono identiche dappertutto. Il cuore e la maglia non possono sostituire i conti, si può fare nel settore dell’arte, e calciare un pallone non è un’attività artistica. Churchill diceva che gli italiani perdevano le guerre come gare di calcio e queste ultime come guerre. In quest’ultima parte di stagione ci è mancata un po’ di grinta, l’ho detto all’allenatore Corini quando l’ho salutato. Gli ho detto così, nei paesi anglosassoni, che io frequento sempre, si sarebbero perse sei partite di seguito con un vantaggio di 4 punti sulle inseguitrici. Voglio solo dire questo. Abbiamo una bellissima città, il club ha una grande storia, la società ha gente pulita. In tempi difficili i limiti sono duri, bisogna essere cauti ed esigenti.

Cominciano le domande.

LA RIAPERTURA DEL PUBBLICO. Risponde Saverio Sticchi Damiani: “Faccio uno spunto. Come Consiglio Direttivo di B abbiamo chiuso la fase di vendita dei diritti TV e credo sia stato fatto un bel lavoro. Anche Alessandro Adamo fa parte della commissione. I diritti TV della B, venduti a Sky, vedono anche altri partner, internazionali. Non è ancora finita la partita e allo stato delle cose abbiamo raddoppiato gli emolumenti da diritti TV. Non basta. Serve riaprire gli stadi, la crisi finanziaria della B va risolta anche così altrimenti qualcuno farà fatica. C’è bisogno di una svolta con gli spettatori. Liguori, con marketing e ticketing, stanno parlando delle possibilità per gli abbonamenti dell’anno prossimo pur navigando a vista. Senza pubblico, la B non avrà mai grandi prospettive”.

L’IMPEGNO DI DE PICCIOTTO. “Il mio impegno come cambierà? Non abbiamo definito, non ho bisogno di essere fisicamente presente per fare bene le cose. Ci vogliono attenzione e disciplina. Non voglio fare il lavoro degli altri, si è lavorato bene e ho sempre detto dal primo giorno di stare un po’ più finanziari su certi aspetti procedurali e di certificazione dei conti. Ora ho una quota grossa della società ma la necessità non cambia. Definiremo con Saverio un modus operandi”.

RIFORME DEL CDA. “De Picciotto vorrebbe l’apporto di una società di revisione di primaria fascia per certificare i bilanci, mi sono attivato per fare in modo che ci possa seguire una società di prima fascia. Il mio obiettivo è coinvolgere Renee in prima persona. E’ un po’ un’anomalia non avere il socio di maggioranza nel CdA”. De Picciotto aggiunge: “La maggioranza che ho io non è sufficiente se ho un punto di vista diverso. Non ho voluto disturbare l’equilibrio avuto sempre. Non ho la paternità del progetto. Il progetto però va condiviso e non voglio tenere una persona in ostaggio per dei pensieri diversi. Vista la mia età faccio quello che posso. Presidente onorario? Ci starebbe. M’interessa che la società faccia un passo in avanti sulla governance. Saverio ha fatto un lavoro fantastico, che va oltre le azioni di un presidente. Dei ruoli però possono essere fatti da gente più sul pezzo per adeguare il calcio all’economia e l’economia di ieri a quella di guerra di oggi. Abbiamo delle differenze su dei punti di vista, io ho sempre detto la stessa cosa e ora Saverio, che è testardo, accetta qualcosa. Non è un problema per me: la gente senza carattere non ha qualità”.

IL PERCORSO DELL’ALLENATORE. Sticchi aggiunge degli elementi: “L’analisi è stata fatta con l’area tecnica. Fino a un certo punto si poteva crescere, ma per farlo meglio si è fatto un passo diverso. Gli obiettivi? A inizio stagione si può dire di tutto. La B è particolare, Entella e Venezia avevano lo stesso monte ingaggi. Non so rispondere anche per questo. Ora posso dire di tutto, ma sarebbe senza senso. Non abbiamo l’opportunità di lavorare senza budget come ha fatto qualcuno. Dipende da quante cose indovineremo”.

Prende la parola Pantaleo Corvino

Dopo aver sentito parlare il presidente e Renee De Picciotto, non sarà facile per me parlare dell’area tecnica, ma prima di rimettermi alle vostre domande dico qualcosa. Parlo di ciò che è stata la stagione passata e quella futura. Ho ascoltato attentamente quello che il presidente ha precisato e puntualizzato, parlando di tutti gli aspetti. Si è tenuto conto di quello che si è fatto e che si dovrà fare. Permettetemi di parlare di qualche appunto per dare dei messaggi a chi fa delle analisi.

Il presidente ha parlato del passato elencando i motivi per cui non si è raggiunto un obiettivo non proclamato e annunciato. Allo stesso tempo, se alla fine della fiera tutto è andato bene si può lottare per certi o per altri obiettivi. Penso che quando si è a più 5 dalla terza e a 6 dalla quarta il lavoro societario, pur tra qualcosa che può sempre essere fatta meglio, sia stato ottimo. E’ stato fatto il massimo e la macchina Lecce, importante, era vicina al traguardo. Non si è arrivati e i risultati della società dipendono dagli altri. Si sperava di raggiungere risultati anche sperando negli altri. Nell’ascoltare il presidente penso a quello che ho dato, credetemi, sono 40 anni che faccio questo lavoro, vi dico che non ho mai dato quello che ho dato quest’anno. In tutto questo i tifosi sono amareggiati, mi sono immedesimato dato che sono io un tifoso. A casa mia ho visto facce amareggiate, è amareggiata la mia società. Non è uno scherzo perdere 50 milioni per lavorare, un conto è dare 8 milioni per lavorare, un conto 50. Io mi metto per ultimo nella lista dei delusi, non parlo del curriculum che ho ma è stata un’amarezza non vincere il quarto campionato di B della mia carriera. Concedetemi quest’amarezza.

Ho sentito l’analisi del presidente sulla stagione passata, ma ci tenevo a fare questo passaggio. Il presidente ha parlato della nuova stagione, ho sentito gli input anche da Renee. Rigore economico e patrimonializzazione: un club cresce così. Ogni direttore dell’area tecnica lavora in base al budget che gli si dà, è questa la linea guida. Il sottoscritto preferisce avere le linee guida che tengano conto della società. L’US Lecce si distingue per l’aspetto amministrativo e finanziario e d’ora in avanti ci saranno dei paletti, scelti già quando si scelte un direttore. Io ho determinato il mio lavoro dopo il pilota, l’organizzazione della mia area. Io l’ho fatta scegliendo nuovi uomini. Organizzazione e uomini, insieme alle strutture che non c’erano. Non avevamo una palestra, non avevamo strutture e campi sportivi per lavorare in efficienza e mandare in palestra i calciatori col sorriso sulla bocca. Le strutture devono essere accoglienti e confortevoli. Lo abbiamo fatto attraverso cose che riteniamo strategiche a livello tecnico.

Il settore giovanile l’ho lasciato 20 anni fa con una squadra che in Serie A aveva 7 giocatori titolari che venivano dal settore giovanile: Rosati, Rullo, Camisa, Konan, Vucinic, Esposito, titolari di quel Lecce. Tanti figli di questo territorio, come Pellè. Di altri giovani ci si dimentica, ma io no: Giorgetti, Vicedomini. Mi sento ancora parole sul settore giovanile: ‘non si lavora con i ragazzi del territorio’. Ma stiamo scherzando? La storia del Lecce è questa. Il settore giovanile del Lecce ha vissuto tre cicli. Quello di Adamo, a me viene la pelle d’oca parlando di Carmelo Russo. Che io non debba essere ricordato come loro per avere avuto un ciclo mi fa rabbia. Nessuno lo può cancellare! Ho sempre lavorato come responsabile e supervisore del settore giovanile. Questa è la mia vocazione, anche quando ho fatto il ds ho mantenuto questa vocazione. Ritorno e sento ancora questi discorsi. Prima il calcio era provinciale, valevano certi valori e certe capacità. Io mi sono trovato in un momento del calcio globalizzato, il provincialismo non ci deve essere. Bisogna dare conto alle società e io devo dare conto del lavoro che faccio. Devi portare i conti.

L’Atalanta, che oggi è presa come un esempio, ha la percentuale di bergamaschi come il Lecce l’ha avuta di salentini. Nel calcio globalizzato non si parla più di provincialismo: io devo portare dei conti. Da quando sono andato via, qualche giocatore del Lecce è arrivato in A? Non me lo ricordo. Ne so solo uno, che è scappato dal ritiro e l’ho portato a Bologna. E sono stato trattato male perché è stato portato un calciatore. Io guardo in casa, guardo vicino e poi guardo lontano. Non posso lavorare su calciatori che possono arrivare in Serie C, ora siamo in B e a un certo punto devo dire alla gente ‘non sei da Lecce’.

Queste cose poi fanno nascere interventi alle televisioni e alle radio, ma accetto questo. Sopporto e supporto. Lo sforzo del lavoro che ho fatto è stato anche nel settore giovanile, strategico per il Lecce. E’ così. Se la mia società mi dice ‘devi patrimonializzare e crescere’, io come faccio a crescere se non creo risorse dall’interno. Non posso lavorare con i fondi che mi dà la società. Devo sperare di non ottenere i risultati che hanno fatto Entella e Pescara. Devo fare di più. Se facciamo un qualcosa come fatto quest’anno ci deve essere sia amarezza come vi ho detto prima, ma dobbiamo tenere conto di uno sforzo immane. Tenete conto che quest’anno non ci siamo solo preoccupati di guardare solo al risultato della prima squadra. Ci siamo preoccupati di creare i presupposti per avere fatto quello che abbiamo fatto. Noi non ci alziamo presto la mattina per prendere il caffè: si può crescere solo con le idee, in campo e fuori dal campo, solo così si cresce, non con i fondi. E’ giusto che ci sia rigore economico e noi dobbiamo crescere così. Da domani si parlerà del futuro, mi rimetto a voi se dovete chiedermi qualcosa sulla stagione passata. Ho messo tante energie nel settore giovanile e dico una cosa.

Ognuno di noi ha delle linee guida e dei modelli. Il modello che hai deve essere riportato. Io ho dato il mio modello del settore giovanile a ogni socio. A Firenze invitai tutti i giornalisti per parlare di ciò, lo vorrei fare qui ed è un modello che porto avanti da 40 anni. I modelli si migliorano sempre. Ritornando a Lecce ho riproposto ciò e mi sono affiancato a una persona che possa sposare questo modello. Non è facile e qualcuno ha alzato la mano. Ho avuto 13 titoli giovanili e il mio modello ha prodotto risultati e risorse economiche. Sono giunte risorse tecniche e economiche. Pochi o nessuno ha fatto meglio di me. I risultati sportivi dipendono anche dagli altri, lasciamoli stare. Mi fa piacere che il settore giovanile abbia la possibilità di andare in Primavera 1, dove il Lecce ha trionfato 7 volte senza Appiano Gentile, Zingonia, Trigoria, Milanello. L’Under 17 è tra le prime 8 di quella categoria. Tutto in nove mesi. Vuol dire che abbiamo fatto un bel lavoro che produce bei segni.

Cominciano le domande a Pantaleo Corvino.

CORINI E BARONI. “Perchè Corini tre anni e Baroni un anno? Io mi sono trovato a partire con un allenatore, Liverani, che aveva due anni di contratto e gli ho dato il prolungamento per dimostrare che credevo in lui. La scelta dell’allenatore ha due fasi: il fidanzamento e il matrimonio. La prima fase può durare 1 anno, 1 mese o 3 anni. Io ne ho fatti 7 prima di sposarmi. Liverani è stato esonerato prima della partenza del ritiro e mi sono ritrovato con la ricerca di un nuovo tecnico in due giorni. Ho scelto per il meglio in base a quello fatto e la scelta è caduta su una persona con trascorsi importanti. Ora si è avuto tempo per la scelta guardando secondo pensieri e linee. Abbiamo scelto un allenatore dove insieme abbiamo convenuto fidanzarci per un anno. Io ho preso l’opzione per un altro anno prima, poi, di sposarci eventualmente. Non è stato possibile e ho dovuto mettere da parte il mio ‘io’ per accettare. Non sempre si può fare quello che si vuole. Prima c’è stata una valutazione tecnica e non ho tenuto conto della durata vista la situazione economica”.

PETTINARI. “Qualcuno ha parlato di mistero. Io ne conosco altri, misteri gloriosi e gaudiosi. Ricordo solo quelli. Sono venuto in sala stampa e ho detto, a risposta dopo una domanda ‘Pettinari è un giocatore a disposizione dell’allenatore ma non rientrerà nei futuri programmi della società’. Nessuno mi può contraddire. Noi l’abbiamo dato a disposizione dell’allenatore, che lo può utilizzare o meno, e abbiamo detto che non sarebbe rientrato nei programmi futuri della società. Siamo stati chiari, sinceri e onesti. Io sono di Vernole, di Lecce, sono figlio di questa terra. Ascolto e mi meraviglio di una minoranza di tifosi del Lecce. Mi meraviglio perché quando si parla di un calciatore, per cui si deve tenere conto dei numeri economici e tecnici, che non si tenga conto di questi elementi. Io parlo con i numeri e vi dico che mi meraviglio del rumore che sento su quest’argomento. Di Pettinari mi si chiede perchè non venga confermato. Faccio una provocazione. Parallelismo con Stepinski. Pettinari è stato a Lecce e, visto l’attaccamento che avete verso certi giocatori, dico che è stato 1369 minuti facendo 1 gol ogni 342′. E’ stato un calciatore che ha fatto sempre la B. Stepinski ha fatto sempre la Serie A invece e ti dico i suoi numeri: 9 gol, sarebbero stati 10 con il calcio di rigore, uno ogni 177′. Perché i tifosi si preoccupano di questo calciatore e non di questi conteggi? Qualcuno me lo deve spiegare, potete chiamarmi e dirmelo. Per le scelte poi non vanno sempre fatte attese lunghissime. Pettinari non vestirà più la maglia del Lecce? Vi do un’altra motivazione, abbiamo Coda, Rodriguez e Pettinari, non possiamo fare affrontare costi altissimi per quest’ultimo”.

MONTE INGAGGI E BUDGET. “Ho sentito dire che il Lecce ha il terzo monte ingaggi. Il presidente mi dirà se sbaglio. SPAL e Monza lo avevano più alto, sono certo che il Frosinone non lo aveva inferiore al nostro. Quando si parla di monte ingaggi non si tiene conto della gestione sportiva che ha dovuto sorbirsi delle situazioni passate. Faccio un esempio, ma per portare dei numeri: ho trovato giocatori che venivano dalla C e che erano giocatori di C. Per darli in prestito abbiamo pagato l’intero ingaggio, Tsonev. Faccio un altro esempio: Benzar, pagato 1 milione di euro, ho pagato 400mila euro per convincere un club amico per prenderlo. Soldi che aumentano il monte ingaggi. Io mi prendo le responsabilità per le cose che faccio, ma ci sono state cose su cui non si può fare molto. Oltre ai conti: mal di pancia e calciatori che sono rimasti secondo qualcuno per colpa nostra. Chi è andato via è andato via per volontà e perché avevano un ingaggio importante. Ci sarà rigore nel controllo del monte ingaggi e vi ricordo che nonostante tutto questo siamo arrivati vicini a un sogno. L’obiettivo triennale è una prima programmazione ma non vuol dire che si deve arrivare in A in tre anni. Si può parlare di miniciclo di 1 anno, maxiciclo di 5 anni, abbiamo parlato di un ciclo ma senza dire la durata. Può succedere che il ciclo si allunghi, lo può fare il Brescia dopo aver venduto Tonali, noi possiamo farlo solo col lavoro”.

CALCIATORI DI FAMA A LECCE? “Servono fondi per permetterci calciatori di fama, sono delle opportunità ma questi calciatori hanno ingaggi importanti. Quest’anno non ci sono stati degli incassi che avrebbero reso il nostro modello totalmente sostenibile. Ho portato calciatori che guadagnano 100mila euro, 50mila euro, 70mila euro. Li ho affiancati a calciatori che hanno ereditato 700mila e 500mila euro di ingaggi. Non possono permettermi calciatori di fama perché mi conoscono. Purtroppo, proprio data la loro fama, hanno ingaggi non sostenibili per noi”.

 

 

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2 anni fa

Se non hanno soldi che vendessero a gente ambiziosa

AL
AL
2 anni fa

Credo che dovremmo boicottare calcio Lecce. Sta diventando una succursale di de Laurentis

Vito
Vito
2 anni fa
Reply to  AL

Ci is u fatttt tremon… Io so Vito di beri e dico che Baroni è un mezzo allenatore fallito bye Vito di beri… La. Beri siamo noi

Vito
Vito
2 anni fa

Ohh so Vito di beri…. Ascoltate lino Banfi de picciotto e lo scarso di baroni vi spediscono in serie cccc ma baroni è imbarazzante… Io avevo detto di prendere fascetti so dittt… La beri siamo noiiii la beri siamo noi… Ciao a tutti bye Vito di beri…. Ps ora sono a torre Dell orso… :*

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2 anni fa

Che tristezza. Altro che progetti. Io la chiamo sopravvivenza.Sono nauseato.

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2 anni fa

Sbaglio o il bel Renè ha detto che è in disaccordo con il resto della proprietà e che servirebbe un presidente a tempo pieno (quindi non SSD)?

Vito
Vito
2 anni fa

Buonasera dal vostro Vito di beri… Vi sono mancato? Allora questo dovete capirlo una volta per tutte baroni e un fallito un tecnico scarso che non sa neanche lui perché allena è il più scarso allenatore che il Lecce potesse prendere voi dovete scendere in piazza e contestarlo…. Io vi avevo detto che fascetti era libero so dittt… La beri siamo noi…. Bye Vito di beri

1943
1943
2 anni fa
Reply to  Vito

Hai provato a fare carriera come pagliaccio? Saresti il top!

Lassa fazzu ieu
Lassa fazzu ieu
2 anni fa

Io mi fido di questa società al 100%.

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2 anni fa

Ma picchi sticchi si pigghiò u pensiru ru Palermo

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2 anni fa

Il piu grande è SSD…

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2 anni fa

calciare un pallone non è un’attività artistica!

Speriamo di non bruciare Rodriguez. Pettinari non ha fatto i goal di Stepinski, ma è stato lui a dare tecnica,qualità e tecnica all’attacco del Lecce dell’anno passato. I numeri assoluti servono a poco, soprattutto in uno sport come il calcio tanto diverso dal basket e dalla pallavolo. È più corretto nei confronti dei tifosi dire purtroppo l’anno prossimo ce lo ritroveremo come avversario se non abbasserà le pretese economiche.

Antonio Arnesano
Antonio Arnesano
2 anni fa

De Picciotto ha dato una visione da imprenditore per evitare futuri scivoloni..chiede una governance ed un revisore qualificato che certifichi i bilanci..i conti vanno controllati anche se si tratta di una squadra di calcio..nulla da eccepire e non sembra una opinione da “mercenario’…si percepisce il dramma di aver perso la serie a ed una barca di soldi che ora non averli pesa come un macigno..questo non lascia scampo..tutti via chi guadagna tanto, ed a loro posto gjovani terribili in mano ad un allenatore pragmatico..i conti si faranno a fine anno..a noi spetta solo di fare i tifosi e mi.unisco al coro di chi chiede in questo blog, di BLOCCARE chiunque offenda chiunque con le varie espressioni, con giudizi anziche’ con le proprie opinioni..

Marco Antonio
Marco Antonio
2 anni fa

Redazione dovete prendere in seria considerazione di non far pubblicare i commenti! Quello che scrivono è offensivo e deplorevole. Solo lettura , punto.

Lupiae nel cuore
Lupiae nel cuore
2 anni fa

Falla finita buffone, quelli come te sono la rovina di chi si fa un mazzo cosi per far sì che il calcio a Lecce abbia dignità’.
Il Beri affoga in C con i milionari al timone minus

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2 anni fa

Unica cosa che si è compresa è che De Picciotto con i soldi che tira fuori vuole sedere in consiglio di Amministrazione e controllare i conti con una Società Specializzata……il resto storia nota, ovviamente non è una critica a SSD che ha il merito di tenere alto il nome del Lecce Calcio e di un intero Salento.

AL
AL
2 anni fa

Caro René De Picciotto, mi auguro che dopo un po’ di anni tu ti sia innamorato…Non solo della bella salentina che hai sposato ma pure del salento la cui capitale è Lecce…Sicchè, se ti sarai innamorato sarà tutto più semplice. Quella proposta sulle quote societarie di massa puoi riformularla con maggior generosità e lungimiranza…Lecce può essere il centro di gravità permanente per tutto il Sud ma c’è bisogno di fiducia e maggior attenzione, al nostro territorio e allo sviluppo attraverso progetti da seguire personalmente…Stai accanto al giovane Sticchi, non delegarlo solo..: fagli da mentore a tutti gli effetti ! Te lo ha chiesto di persona anche oggi.. Si tratta di trovare nuovi sponsor, aumentare l’indotto, comparare e confrontare la nostra società con quelle tedesche a capitale cooperativo ampliato a soci e tifosi ecc ecc. Forza Lecce!!!

RDN
RDN
2 anni fa

D’accordissimo

Rico
Rico
2 anni fa

Speriamo Dio che faccia il suo dovere…
VERGOGNATI!

RDN
RDN
2 anni fa

Sei solo un perdente tua madre vince sempre

Luca
Luca
2 anni fa

Vane meti u cranu ca è tempu…pampasciune

1943
1943
2 anni fa

AL, va solo compatito, io non so quanti anni ha, ma spero vivamente per lui che non gestisca le sue finanze e attività domestiche come pretende che facciano i soci del US Lecce con la società, altrimenti il pezzente e morto di fame È PROPRIO LUI.

AL
AL
2 anni fa

A mie no!

1943
1943
2 anni fa

A proposito, è da mesi che ragli dicendo che il signor De Picciotto si sarebbe defilato, ahahahahahah! Chissà quanto stai rosicando che ti ha smentito. Si vede quanto ne capisci, se SOLO UN QUAQUARAQUA!

1943
1943
2 anni fa

Elia fattene una ragione e levati dalle 00 oppure fattene una ragione e va tifa per quelli che hanno i soldi! In tutti i casi levati dalle 00 perchè non ti sopporta più nessuno……..o non te ne sei ancora accorto?

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