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Grazie Mancosu: storia indimenticabile, nonostante il finale

L’ormai ex capitano giallorosso ha chiuso l’avventura più importante della sua carriera dopo cinque anni dove è divenuto simbolo di un’epoca. Il trasferimento, doloroso per ragioni calcistiche e umane, però pareva pian piano sempre più inevitabile.

Marco Mancosu non toccherà quota sei stagioni con il Lecce. Il capitano della promozione in A chiude il libro della favola Lecce con 48 gol in 160 presenze vissute nella scalata dalla C alla A e conseguente mancata salvezza fino al tracollo dell’anno scorso. Della lunga storia d’amore tra Mancosu e il Lecce, due entità che sono diventate grandi insieme, vi abbiamo già parlato. Gli amori, oltre all’indispensabile magia che stimola la componente emotiva, vanno avanti e si cementano anche con la razionalità dell’individuo, necessaria a volte anche per chiudere al meglio una storia e cristallizzare al meglio i ricordi.

Le bizze degli ultimi tempi, con il coinvolgimento dell’agente del centrocampista, sporcano un po’ un quadro che andrà comunque nella galleria d’arte di via Costadura, magari con il fermo immagine del pallone che si stacca dallo scarpino sinistro prima di terminare in porta in quello che poi diventerà lo stadio Diego Armando Maradona. Dire che quest’epilogo era imprevedibile, però, evidenzierebbe uno sguardo poco attento ai fatti recenti che, a partire da Lecce-Venezia 1-1,  si sono seguiti sul fronte del club e del calciatore, uscito ufficialmente a fine stagione da una partita molto più importante di tutto ciò che si scrive e si scriverà d’ora in poi.

L’arrivo di Marco Baroni e l’instaurazione del nuovo progetto tecnico attorno al 4-3-3 ha creato un primo nodo sulla collocazione di Mancosu, trequartista a tratti inamovibile del 4-3-1-2 schierato negli anni recenti. Difficilmente, il sardo avrebbe ricoperto il ruolo di jolly tra centrocampo e attacco da inserire magari a gara in corso. Moduli e disposizioni tattiche, però, sembrano sinceramente un passo successivo rispetto a elementi che lasciavano trapelare da più parti che il ciclo fosse finito. Già in altre occasioni (trattativa con il Cagliari tenuta in vita sino alla fine del calciomercato, azzardo del Monza la scorsa estate) le strade di Mancosu e del Lecce potevano separarsi, ma alla fine la dirigenza e il calciatore hanno continuato a coltivare un rapporto di forte fiducia, alimentato anche dal carisma in campo del calciatore e dal suo spessore sportivo.

Le storie possono finire e, anzi, a volte è meglio chiuderle prima per non imbrattarle con pagine non degne del passato recente. Il calciatore, come spiegato dal presidente Sticchi Damiani, altro simbolo insieme a Mancosu del nuovo corso giallorosso, ha comunicato la volontà di valutare delle offerte indipendentemente dalla clausola impostata dodici mesi fa. Volontà rispettabilissima professionalmente, anche alla luce delle congetture economiche che hanno reso obbligatoria una nuova calibrazione del progetto Lecce vista l’assenza di una fetta d’introiti. Dall’altra parte, a quasi 33 anni, è legittima l’ambizione personale a ricercare un’avventura dove essere decisivo, soprattutto dopo i 14 gol in A del 2019/2020. Chiariamo: non è questa la sede per esprimere un parere personale, anche da parte di chi scrive, sul binomio di valori capitano-calciatore bandiera. Mancosu ha scritto la storia di questo club, lo ha fatto con numeri e valori umani. Punto. L’ingresso o meno in una sorta di Olimpo di “bandiere” è lavoro che solo il tempo permetterà di svolgere agevolmente.

Resta però una fine burrascosa, piena di parole e silenzi non equamente distribuiti tra i vari (troppi) soggetti coinvolti. Da una parte si parla in conferenza stampa e si è descritta una cronologia dei fatti, dall’altra…un silenzio interrotto e poi ripristinato su cui c’è poco da aggiungere. E, forse, la prolungata analisi di ciò è da minimizzare, almeno in questa sede lasciando agli attori protagonisti il prosieguo.

La parola rispetto è spesso roboante, usata (per non dire abusata) per cercare di sintetizzare molte situazioni. Da dizionario: “Riconoscimento di una superiorità morale o sociale manifestato attraverso il proprio atteggiamento o comportamento: nutrire, provare rispetto per qualcuno(…) “. Mancosu e il Lecce si sono rispettati sempre, anche e crediamo di più nei momenti bui. Forse proprio per questo (e anche in questa descrizione c’è solo tanta razionalità che ha accompagnato la stesura di quest’articoli), nasce una piccola considerazione, già anticipata con il titolo. Proprio per suggellare quell’essere “più di un calciatore che ben si esprime”, tutti avremmo meritato una fine della storia degna dell’andamento, da desiderare proprio perché si percepiva il valore di un elemento che calcisticamente immortale lo sarà. Un caro amico dell’autore dell’articolo scrive: “Per questo avremmo voluto che (Mancosu, ndr) ci salutasse in maniera diversa, più umana, magari anche solo facendo due passi avanti a tutti, ieri, con 300 persone festanti di fronte”. Al netto di logistica e priorità, sarebbe stato (razionalmente) fantastico. Nonostante tutto, chapeau capitano.

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eddy
eddy
2 anni fa

Buon giocatore influenzato negativamente da un procuratore sicuramente non all’altezza, sempre troppo aggressivo e dozzinale.

Kunta Moi
Kunta Moi
2 anni fa

Grazie di cuore, amico mio!
Solo chi ti conosce sa di quali colori è il tuo cuore.
Solo chi è capace di amare può comprendere che a volte lasciarsi é la soluzione migliore, per quanto dolorosa.
Forse qualcuno si e’ illuso che non fossi umano, che tu non dovessi fare i conti con l’età e con la sfortuna. Ma ti sei sempre preso le tue responsabilità, anche quando avevi tutto il diritto a non farlo. Anche in quest’ultima occasione di commiato che hai preferito il silenzio a tutto il resto.
A presto Capitano!

franco
franco
2 anni fa
Reply to  Kunta Moi

Sbagli, e di molto. Aveva preferito il silenzio sino a quando non hai scritto tu, ma dopo aver cambiato datore di lavoro ha lanciato accuse contro la sua vecchia società, senza peraltro assumersene la responsabilità – nonostante tu dica che se l’è sempre presa – visto che non ha fatto nomi e non ha circostanziato nulla. Insomma, chiusura indegna di qualsiasi rapporto, figuriamoci di questo che sino ad ieri era così bello, anzi bellino visti i mal di pancia che Mancosu ha avuto l’anno scorso insieme a Taxi, Falco e Pettinari, giocando poi, lui e gli altri rimasti, una stagione non propriamente da vero campione.

Kunta Moi
Kunta Moi
2 anni fa
Reply to  franco

SSD è un presidente serio, corretto e ricco di umanità. Ma la stessa cosa si può dire di Mancosu il quale si è sempre comportato come un bravo professionista, assiduo lavoratore e ragazzo umile nonostante la notorietà. Voleva terminare nella sua Cagliari la carriera, lui che è sardo? Bene, cosa c’è di male?! Fino a 2 anni fa tutti erano disposti a concederglielo. Il giusto premio per un calciatore che ha ricevuto ma anche dato tanto al Lecce. Poi non si è concretizzato perché il Lecce chiedeva il giusto indennizzo (2,5/3 ml). Va bene così, sono il primo a dire che i calciatori validi ce li devono pagare. C’è da dire però che anche per Falco e Petriccione chiedevano rispettivamente 9/10 e 4/5 ml, e poi li hanno venduti a… niente! Perché lui no?
Detto questo, mi sembra che SSD e Mancosu siano come 2 fratelli (vista la giovane età del Presidente) che si sono lasciati senza darsi molte spiegazioni, pur vivendo da ‘buoni’ fratelli sotto lo stesso tetto! E che adesso cercano di abbozzare qualche argomentazione in propria difesa (legittima per entrambi) senza affondare i colpi perché sanno di avere sia l’uno che l’altro anche un po’ di responsabilità. Non fosse altro per il fatto che non si sono spiegati a quattr’occhi! Entrambi non vogliono alimentare tensioni sterili e inutili in questo momento per il Lecce ed i tifosi. Ed e’ giusto che sia così! Oggi inizia il campionato di B anche per il Lecce. Questa storia deve essere chiusa e bisogna pensare al Lecce ma non posso dimenticare ciò che é stato! Adesso solo Forza Lecce!!!

paolo
paolo
2 anni fa

Condivido in pieno l’articolo.
Certamente si pensava a un congedo meno burrascoso, ma la vita ( anche quella calcistica) a volte ci riserva fatti e situazioni inaspettate.
Grazie Marco e buona fortuna, torna a Lecce con la tua famiglia quando lo vorrai.

AL
AL
2 anni fa
Reply to  paolo

Ma ci ieni a Lecce ricordate cu no cunti la verità. Ca lu Lecce a causa lo procuratore TOU è statu DIFFAMATU

AL
AL
2 anni fa

FORZA LECCE, GRANDE SOCIETÀ
NTU KULU A CI DUNKA NU LA RISPETTA

Ettore
Ettore
2 anni fa

Si continua ad assegnare al calcio ed al rapporto con i giocatori un valore che non c’è , o comunque non c’è più . Non c’è Società di calcio o giocatore che oggi assumano decisioni sul proprio futuro se non guidare da ragionamenti che sono dall’altra parte do ogni emozione o passione o memoria . Si riempie l’album delle imprese calcistiche ma si ripone subito nella biblioteca dei ricordi . Quindi hanno ragione e torto tutti : Donnarumma, Chalanoglu , Lukaku, Ciccio Cosenza, Di Piazza, Falco, Mancosu, Corvino e Sticchi Damiani . Non serve a nessuno cercare la verità di queste microstorie o scomodare il concetto – abusato e ideologicamente caratterizzato – del “rispetto “. Il rispetto si deve a genitori , anziani, disabili . Non c’entra con il calcio business di oggi

Luca
Luca
2 anni fa
Reply to  Ettore

Esiste solo la maglia 💛♥️…che rappresenta/identifica il nostro territorio…oggi gli uomini sono solo di passaggio

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