Le statistiche del pareggio maturato giovedì sera allo stadio Rigamonti lasciano in eredità equivalenze e qualche strappo.
Il Lecce torna a giocare una partita contro un’avversaria diretta e, dopo il vano assalto al fortino Perugia, ha affrontato il Brescia, pieno di qualità soprattutto in attacco. Il primo dato che emerge dalla lettura dei tiri in porta è una sostanziale equivalenza. Il team di Inzaghi ha concluso verso le specchio 16 volte, mentre il Lecce 13. Uguale è invece il computo dei tiri in porta, 5-5. Gli ospiti sono stati più rocciosi negli attacchi (47% di contasti offensivi vinti contro il 41% bresciano), ma c’è un abisso nello sfruttamento di importanti situazioni a palla inattiva come i tiri dalla bandierina. Il Lecce ha battuto 9 corner, arrivando alla conclusione solo 2 volte, mentre il Brescia ha confezionato 3 tiri (tra cui quello di Bisoli parato alla grande da Bleve) su 3 calci d’angolo.
La marcata differenza dei numeri di Brescia-Lecce 1-1 sta nella pericolosità offensiva delle occasioni. Mai il Lecce ha subito così tanti expected goal: le Rondinelle hanno toccato quota 2.4 (gol di Bisoli e colpo di testa mancato da Spalek nel finale le situazioni più pericolose insieme al palo di Chancellor), mentre il Lecce ha prodotto “solo” 0.92, non capitalizzando con Strefezza al 16′ (0.25), dopo il palo in apertura dello stesso italobrasiliano, giocata più geniale e difficile.
La cartina di tornasole del paragrafo precedente è la superiorità del Lecce nelle statistiche sulla fase difensiva. I giallorossi hanno percentuali maggiori in duelli difensivi vinti, duelli aerei e tackle scivolati vinti.
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