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Poleksic a CL: “Che ricordi contro la Juventus e in Nazionale al Via del Mare! Auguro al Lecce…”

Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con l’ex portiere montenegrino, in forza al Lecce nei primi anni Duemila. Nonostante siano passati molti anni, resta saldo il legame con una delle esperienze più formative della sua carriera.


Sei arrivato in Italia direttamente dalla tua Niksic. Cosa ricordi del trasferimento al Lecce e come t’immaginavi l’arrivo qui?

“Mi ricordo tutto. Dal primo giorno in giallorosso sino all’ultimo. Tante persone mi hanno aiutato ad adattarmi e con tanti, compagni e non, sono ancora in contatto. I due anni da calciatore del Lecce per me sono stati indimenticabili. Ovviamente non posso non parlare di Mirko Vucinic, lui si trova spesso a Lecce è rimasto legatissimo alla vostra terra”.

Nel 2002/2003 in Serie B hai raccolto due presenze al posto di Generoso Rossi giocando con Cagliari e Siena, entrando all’improvviso contro i rossoblu a seguito dell’espulsione di Gegé. Quell’anno, poi, alla fine fu festa.

“E chi si dimentica il debutto! Cagliari-Lecce 1-1 era una partita molto dura. Eravamo già in parità e Rossi si beccò l’espulsione. Mi preparai in fretta e entrai subito in campo senza avere neanche il tempo per pensare. Grazie a Dio non subì gol e andò tutto bene. Anche quando giocammo pochi giorni dopo a Siena la porta rimase inviolata. La promozione in Serie A con il Lecce è stata una delle cose più belle che ho vissuto. In occasione di Lecce-Palermo lo stadio era pienissimo già da ore prima della gara e dopo la nostra vittoria iniziò il caos. Tutta la città era piena di colori giallorossi e fu bellissimo festeggiare la notte coi nostri tifosi. Ho tanta nostalgia se penso a quel giorno”.

Con mister Delio Rossi hai avuto la fortuna di essere il titolare per un mese in Serie A prima dell’arrivo di Sicignano…

“Delio Rossi mi ha dato fiducia in quel periodo e lo ringrazio per questo. Grazie a lui ho avuto l’occasione di vivere la Serie A. Lavorai duro durante l’anno e sfruttai l’occasione. Contro la Juventus feci la mia miglior paritita. Meritavamo anche di vincere ma poi Trezeguet pareggiò a pochi minuti dalla fine. Andò comunque bene”.

L’anno dopo, con Zeman in panchina, non hai trovato spazio ed è stato il preludio al tuo addio dal Lecce. Cosa non funzionò?

“A fine stagione pensavo di rimanere al Lecce. Ci fu l’accordo con il Sutjeska Nikšić, la mia vecchia società, per il riscatto visto che ero in prestito. Non so però cosa successe tra Pantaleo Corvino e la dirigenza del club della mia città. Ancora oggi mi dispiace per come siano andate le cose, ma la vita va avanti”.

Successivamente al Debrecen, in Ungheria, ti sei tolto la soddisfazione di vincere due titoli e due Coppe Nazionali, giocando anche la Champions League. Quali insegnamenti acquisiti al Lecce ti sono stati utili nel punto più alto della tua carriera?

“All’Ungheria sono rimasto molto legato. Ancora oggi vivo qui e ho anche preso la cittadinanza ungherese. L’esperienza di Lecce mi fece maturare molto e sì, sfruttai tante cose apprese lì per esprimermi bene con il Debrecen. Lì ho vinto tutto quello che si poteva vincere e giocare i gironi di Champions League fu un’altra soddisfazione”.

Hai avuto la fortuna di essere il primo portiere della nazionale montenegrina, capeggiata da Vucinic in attacco giocando anche al Via del Mare, tra l’altro contro il tuo ex compagno Amelia tra i pali della porta dell’Italia. Com’è stato tornare a Lecce per il match delle Qualificazioni mondiali?

“Eh, anche lì ci furono tante emozioni. Il Via del Mare era pienissimo e tornando a Lecce con la mia Nazionale rimembrai i due anni vissuti lì ad inizio carriera. Perdemmo 2-1 ma fu una bella partita. Spero un giorno di tornare a Lecce per vedere una gara di campionato. Mi auguro che quest’anno i giallorossi tornino in Serie A e saluto con calore tutti i tifosi leccesi”.

Di cosa ti occupi oggi?

“Tre anni fa ho preso il patentino di preparatore dei portieri. Lavoro con l’accademia del Barcellona qui a Budapest. Alleno bambini e ragazzi dagli 8 ai 16 anni. Ho tanti elementi interessanti. Spero che uno dei miei ragazzi difenda un giorno la porta della sua Nazionale”.

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Ottavio
Ottavio
2 anni fa

Un grandissimo

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