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Patrimonio, qualità, giovani richiesti: il Lecce ora è altra cosa rispetto all’ultima promozione

Nel 2019 Meluso fu costretto ad una mini rivoluzione per allestire una rosa da Serie A senza poter contare su giovani di prospettiva.

Da un salto in A all’altro il passo è enorme. Almeno così è stato in casa Lecce se si analizza l’attuale rosa giallorossa, quella protagonista della vittoria del campionato cadetto, in ottima prossima annata, mettendola a paragone con il parco giocatori protagonista della precedente promozione. Così facendo, senza considerare quelli che saranno gli imminenti sviluppi di mercato, il parallelo porta ad una sentenza che dà non poca fiducia: ora il bagaglio tecnico poggia su tutt’altre basi.

Nulla va tolto, ovviamente, alla banda di Liverani che, con bel gioco, risultati spesso sorprendenti, fame, grinta e grande merito riuscì a centrare uno storico doppio salto. Il punto di vista volge più che altro alla situazione che il tecnico ed il ds Meluso si trovarono in mano a giugno 2019, almeno rosa alla mano. Di quel fantastico gruppo che entusiasmò i tifosi, di sole 11 unità era costituito il patrimonio di calciatori che sarebbero potuti essere (e di fatto lo furono, escludendo dunque riserve delle riserve e giovani andati solo in panca) utilizzati nel successivo massimo campionato. Gli altri componenti del collettivo si dividevano invece tra elementi più o meno protagonisti ma giunti in prestito (Venuti, Scavone, Palombi e Tumminello) ed altri ancora che non rientravano nei piani tecnici da Serie A (Bleve, Riccardi, Di Matteo, Cosenza, Arrigoni, Saraniti, Haye, Marino, Fiamozzi e Bovo).

Insomma, già poco dopo la fine dei festeggiamenti post Spezia fu palese la necessità di dover dare tutto in sede di mercato per rivoluzionare l’undici base ed avere più chance di permanenza nella categoria. Anche gli eroi al centro del progetto non suscitarono le altrui attenzioni (da sempre ulteriore marchio di qualità), a dirla tutta. Esclusa qualche sirena su Falco e Petriccione, difatti a Meluso non pervennero offerte di sorta, con le prime giunte solo in gennaio per La Mantia, Fiamozzi e Tabanelli, tutte dalla serie cadetta.

Oggi è un altro mondo. Della rosa utilizzata da Baroni nella scorsa stagione e composta (cessioni in itinere naturalmente escluse) da 26 calciatori appena 6 (Ragusa, Gabriel, Plizzari, Faragò, Barreca e Asencio) sono in scadenza di accordo e, per motivi differenti, non faranno parte della truppa da A. La stragrande maggioranza degli altri 19 (non tutti, certamente) sarà invece confermata avendo dimostrato sul campo di potersela giocare ad un livello superiore rispetto alla cadetteria.

Non solo, perché più di un elemento giallorosso ha attirato sirene da club con ambizioni immediate superiori a quelle del Lecce. Niente offerte faraoniche anche perché l’attuale condizione del mercato italiano non lo consente, ma è risaputo quanto i vari Coda, Hjulmand, Strefezza, Gendrey e Rodriguez (ma non solo) siano ambiti per qualità e/o prospettiva. Toccherà prima alla campagna di rafforzamento e poi al campo parlare, ma oggi il Lecce parte più avanti rispetto al passato.

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budda
budda
1 anno fa

a Lecce ci vuole Balotelli,e faremo un campionato di serie A come si deve!
anel Salento farebbe un super campionato,e ce la giocheremo con chiunque! 💛❤️ mename’…

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1 anno fa

E tutto questo nonostante i forti debiti accumulati dopo la catastrofica retrocessione dalla serie A con ingaggi più alti di sempre. Il cui giocatore simbolo delle spese folli è inutili risponde al nome di Benzar.

Vito
Vito
1 anno fa

guarda che la storia dei debiti, riguarda un milione e mezzo di debito, praticamente il lecce è la squadra più in salute della serie A da un punto di vista dei conti.

AL
AL
1 anno fa
Reply to  Vito

Ora ma prima erano 10 volte

Lecce e basta
Lecce e basta
1 anno fa

Forza Grande LECCE alè alè
Forza Grande LECCE alé alé

Gennaro
Gennaro
1 anno fa

L’organico attuale non è competitivo per affrontare la serie A. I nostri migliori giocatori non vanno assolutamente venduti per nessuna cifra, per quest’anno, mi riferisco a Strefezza, Coda, Hjulmand, Blin, Helgason, Listowski, Gallo, Lucioni, Dermaku, Gendrey e Calabresi. Inoltre la squadra va rinforzata, ripeto senza vendere, con 6-7 elementi giovani che l’ottimo Sig. Corvino ed il Sig. Trinchera sapranno trovare.

AL
AL
1 anno fa

Avanti grande Lecce avanti immenso Salento

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1 anno fa

La serie A è un’altra cosa rispetto alla B. L’ organico non è competitivo per affrontare la massima serie.

AL
AL
1 anno fa

Prima di parlare prender il patentino a Coverciano

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1 anno fa

Be’ sì, è quella la differenza che intercorre tra una promozione in A ottenuta direttamente dopo 6 anni di Serie C e un’altra venuta dopo aver costruito per un anno in B e con qualche reduce dalla Serie A.
Nel primo caso avrai una base totalmente inadatta al massimo campionato e un lavoraccio davanti a te per rifondare una rosa, nel secondo caso avrai una base abbastanza solida sulla quale innestare dei rinforzi.

Dopo la doppia promozione con Ventura come ci presentammo in A? E come ci presentammo invece due anni dopo, con una base ben diversa?

AL
AL
1 anno fa

Hai scordato che quell’anno in A spendemmo dieci volte di più di ingaggi… Debito che abbiamo scontato in questi 2 anni.. Dove è salita anche la primavera e si è confermata

Luca
Luca
1 anno fa

Corvino ci sta trasformando piano piano in una superpotenza. Vedrete. Presto prenderemo l’aereo oltre ai soliti pulmini per seguire la squadra

Antonello
Antonello
1 anno fa

Osservazione ineccepibile

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