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La A e le sue maglie – Fiorentina, il viola più conosciuto al mondo

Quinta puntata della nostra rubrica dedicata, tra storia e presente, all’emblema per eccellenza di ogni club del massimo campionato: la maglia da gioco. Oggi tocca alla Fiorentina.

Il nostro viaggio cromatico ed iconico nelle maglie della Serie A continua con la prossima avversaria del Lecce, la Fiorentina. Tra tutte le maglie di calcio, quella dei toscani può vantare l’iscrizione al club ristretto delle divise che, grazie all’unicità marchio di fabbrica dei propri colori, formano con essi un tutt’uno impossibile da confondere. E questo colore, il viola, in buona parte del globo terrestre vuol dire in primis Fiorentina.

E lo status che vanta il sodalizio conferisce ulteriore fascino alla storia, a tratti quasi divenuta leggenda, circa le origini dell’uniforme gigliata. In principio, nel lontano 1926 anno di fondazione societaria, non fu subito viola. Difatti come spesso accade per le squadre nate da una fusione la prima maglia riportava l’unione dei colori sociali delle precedenti realtà. Così, dal rosso del Libertas e dal bianco del Club Sportivo Firenze ecco il biancorosso, tra l’altro combinazione cromatica simbolo della città (spesso confusa invece con lo stesso viola).

Lo storico passaggio avvenne dal biancorosso (ripartito a metà per la divisa) al viola si registrò nel 1929 per opera dello stesso fondatore del club, il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano. Questi, affascinato dalla maglia di cortesia indossata prima di un’amichevole dagli ungheresi dell’Ujpest (interamente viola, mentre quella da gara lo registrava a strisce alternate con il bianco), optò per lo storico cambiamento. Quella della novità dettata dallo scolorimento delle maglie rosse è dunque mera leggenda metropolitana.

Dal 1926 in poi, dunque, fu un trionfo di viola per il kit casalingo. Rarissime le eccezioni, la prima delle quali fece scuola e storia, tanto per cambiare. Era il 1981, e ad interrompere 55 anni di total violet fu l’enorme tondo bianco sull’addome con all’interno il giglio rosso stilizzato a formare, nella metà destra, una “F” simbolo della J.D.Farrow’s, azienda di abbigliamento sportivo divenuta sponsor tecnico ed ufficiale per iniziativa dei Pontello. Si andò avanti per due stagioni, quando nelle due seguenti ai confermati biancorossoviola e al tondo fu sopraggiunta una banda bianca orizzontale. Nel 1985/86 addio ad un rosso che verrà ritrovato solo per piccoli inserti, ma conferma per la striscia bianca orizzontale riproposta nella scorsa stagione. Infine nel 2002/03, anno post-fallimento nonché l’unico da Florentia Viola, per l’unica volta l’uniforme casalinga fu bianca con banda viola orizzontale.

Per il resto dell’ormai quasi centenaria storia la prima maglia della Fiorentina ebbe solo inserti molto contenuti, quasi sempre bianchi con punte di giallo (indimenticabile la Fila/Sammontana 1997/98) od oro (dal 2007 in poi), oltre al già citato rosso. I calzoncini, inizialmente bianchi, furono in qualche occasione neri (anni sessanta, settanta e 2018/20), prima del passaggio definitivo al viola eredità ancora dei Pontello nel 1981. Come divisa da trasferta il total white è stata sempre la scelta adottata ad eccezione dell’esperimento Florentia Viola. Per quanto riguarda le terze, il rosso delle origini ed il più moderno giallo sono state le soluzioni più proposte. Fino al triennio 2017/20, quando come maglie alternative alla viola, quindi da trasferta, furono proposte le quattro con i colori dei quartieri storici di Firenze: bianca, verde, rossa e blu.

E andiamo al presente: il binomio Kappa-Fiorentina va avanti tra storia e futuro, come per la prima maglia che non registra inserti sul viola, ma propone in chiaro scuro numerosi rombi ad agire da ombra rispetto al rinnovato stemma societario. Novità ancor più nette per la divisa away. Il bianco del corpo è interrotto da una “V”, anche qui a riprendere quella dello stemma, divisa in due diverse tonalità di viola.

QUI la puntata dedicata all’Inter

QUI la puntata dedicata all’Empoli

QUI la puntata dedicata al Monza

QUI la puntata dedicata alla Cremonese

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