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Bologna lezione perfetta per l’inventario degli errori da non ripetere in Serie A

Al Dall’Ara la prima vera sconfitta netta di questo campionato frutto della prima prestazione da dimenticare in toto e da cui imparare tanto.

Ci sono due modi di accogliere le sconfitte: disperarsi, sguazzare in polemiche, insulti ed isteria (rischiando di far terra bruciata e sperperare risorse fisiche, tecniche e mentali) oppure imparare dagli errori. Che a Bologna, è innegabile, sono stati tantissimi, fornendo un assist prezioso (per non dire fondamentale) che il Lecce dovrà assolutamente usare come massime da elencare sotto la voce “cose da non ripetere per salvarsi in Serie A”.

GARRA. Il primo punto è il più banale e risiede tutto nell’aspetto della mentalità e dell’atteggiamento. Il Lecce, si sa, partiva da sfavorito come è nel 99% dei casi per una neopromossa. In quanto tale non può permettersi, nemmeno per 10 minuti sui 10mila, di perdere il suo spirito battagliero, aspetto che nel calcio può ridurre il gap tecnico fino ad annullarlo (salvo i casi estremi di un Porto Badisco-Manchester City, non vogliamo esagerare). Purtroppo al Dall’Ara i giallorossi sono stati sbranati da una squadra che ha vissuto la sfida come una finale, consapevole che perdendo avrebbe seriamente potuto compromettere una stagione nata con l’obiettivo di una permanenza a dir poco tranquilla.

TECNICA. Il secondo aspetto è figlio del primo. Nessuno chiede e chiederà mai al Lecce il palleggio di Lobotka, il controllo palla in velocità di Rafael Leao o l’abilità nelle combinazioni nello stretto di Abraham e Pellegrini. Tuttavia scendere in campo con un piglio compassato tanto da subire l’altrui aggressività in modo spropositato riduce al minimo le possibilità di esprimersi sul piano tecnico. Così passaggi sbagliati, ma anche stop e movimenti mal riusciti si sommano e ieri lo abbiamo visto, sconvolti come eravamo da un Lecce a metà tra l’irriconoscibile e l’impresentabile. Un modus operandi da non ripetere mai più.

ATTENDERE NON E’ RINUNCIARE ALL’AGGRESSIVITA’. L’aspetto difensivo ed il non possesso, vera arma in più del Lecce di inizio stagione, ieri è stato il flop che ha impedito di fatto di giocare una sfida così importante. Il rischio da evitare quando si imposta un gioco (legittimo, inutile dimenticare come si sono salvate il 95% delle provinciali negli ultimi 60 anni) attendista è quello di cadere nell’atteggiamento compassato. Aspettare il movimento dei reparti per chiudere gli spazi e preparare la contromossa è quello che è stato fatto bene, non può mai tradursi nella rinuncia ad aggredire, nella mollezza dei contrasti. Perché l’uscirne sottomessi ed andare in confusione è poi dietro l’angolo e porta a situazioni come la palla da fermo del gol di Ferguson, in cui ogni elemento i divisa bianca ha fallito il proprio elementare compito.

PAURA. Il timore di sbagliare la giocata, anche la più scontata, è il miglior assist-man di non prestazione in stile Dall’Ara. Un episodio su tutti: a 2-0 da poco subito, con una punizione negli ultimi 30 metri appena conquistata ad alzare un baricentro clamorosamente basso sin dal quinto minuto di gioco, la palla gestita dai giallorossi è tornata a Falcone. Cinque elementi di fila non si sono voluti prendere la responsabilità di cercare il passo in avanti che sarebbe stato necessario per dare un segnale di vitalità e reazione. Al contrario, ha avuto il sapore di resa nonostante tutto il tempo a disposizione, ed il Bologna ha ottenuto un successo che non avrebbe mai immaginato potesse essere così facile. Tanti errori da non ripetere nemmeno separati, figurarsi tutti assieme. Per il Lecce una lezione da apprendere e trasformare in rabbiosa reazione.

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1 anno fa

Lezione? Se così fosse l’esonero sarebbe il primo passo. Il mercato il secondo. Ma poi ci svegliamo solo sudati e nervosi. Solo x 💛❤

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1 anno fa

Ma che ca… devi imparare ancora,all’11esima giornata!!!
A proposito…la samp ha vinto. Chi vuole salvarsi,vince.

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1 anno fa

Imparare? Ma siamo in serie a

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1 anno fa

Imparare a dare sempre il massimo, ma non sempre lo si fa!!! 😡😡😡

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1 anno fa

Deve imparare a fare le valigie e il presidente lo deve aiutare per andare via quanto prima se vogliamo rimanere in A.

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1 anno fa

Onestamente ne avremmo fatto volentieri a meno. È stata una partita indegna credo che i quasi 5000 presenti siano ancora inca@@@atissimi per lo scempio visto e nessuno dell’organico tecnico ha ancora chiesto scusa. Era la prima cosa che si doveva fare. Comunque appena vista la formazione già si poteva prevedere e ce lo siamo detti in diversi prima della partita. In questa squadra Umtiti, Blin e Oudin devono trovare posto sempre. È presunzione lasciarli in panchina.

vittorio
vittorio
1 anno fa

ragazzi cari, non sui tratta di allenatore o modulo, dai , diciomocelo chiaro il materiale e’ quello, o si gioca ogni partita fino alla sosta col coltello tra i denti o si va dritto in b.( nella sosta corvino deve colmare le lacune) E’ importantissimo rimanere agganciati fino alla sosta!!!

Alex red
Alex red
1 anno fa

Il 433 così come concepito da Baroni, non va bene. In gran parte delle partite diventa un prevedibile e difensivista 451, specie quando giochiamo con squadre che portano alti gli esterni come nel caso di Bologna e Cremonese che attuano un più offensivo 4231. A Bologna abbiamo assistito al suicidio perfetto con Strefezza e Banda a rinculare per coprire gli esterni emiliani e senza mai essere pericolosi nella metà capo avversaria. Risultato? 65% possesso palla del Bologna, due gol subiti e nessun tiro verso la porta, non in porta, dei giallorossi nel primo tempo. Nel seco cambia qualcosa con due mediano e oudin dietro la punta e si vede qualcosa, solo qualcosa. Quindi? È colpa dei calciatori o di chi gli dà indicazioni? Baroni è un buon allenatore per la serie B, ma fatica e non poco nella massima serie. Non ha alternative tattiche e il suo integralismo sta portando alla morte il bel calcio. Si può anche perdere, ma non così senza lottare. Bisogna essere onesti e capire che ormai è tempo di cambiare guida tecnica prima che sia troppo tardi.

Andrea Renda
Andrea Renda
1 anno fa

Il Lecce non puo’ fare a meno di un quarto centrocampista! ( Blin). In alcune partite , come sabato prossimo, dovrebbe giocare con il falso nueve ( con Strefezza alla Mertens). In ogni caso la “ casta” ha deciso che dobbiamo retrocedere , ( come con il Lecce di Liverani!) . A parti invertite gli episodi con Monza, Roma, Bologna avrebbero avuto esito completamente diverso!!!!

antonio
antonio
1 anno fa

Facciamo in modo che certe squadre rinascano come sempre il Bologna che nelle ultime prestazioni si era dimostrata una squadra battuta da tutti ieri con noi è rinata. Arnautovic per un rigore che non c’era ora è il capocannoniere in testa alla classifica e Ferguson ha segnato il primo goal in serie A. Così non và ragazzi ieri dovevamo portare i tre punti a casa.

giuseppe
giuseppe
1 anno fa

La caratura tecnica modesta della squadra centrocampo ed attacco in particolare precludono qualunque tipo di analisi e valutazione complessiva.

vittorio
vittorio
1 anno fa
Reply to  giuseppe

hai pienamente ragione, c’e’ poco da fare analisi, se non gochiamo come assatanati su ogni pallone i nostri limiti vengono subito fuori.

Stefano
Stefano
1 anno fa

Prima che sia troppo tardi cacciare lincapace…… grazie

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