Il tecnico del Lecce ha raccontato l’approccio alla Serie A, diventato un fiore all’occhiello della squadra, spostandosi poi sul cambiamento di atteggiamento in campo e, forzatamente, sui singoli a partire da Blin e Baschirotto
COMPATTEZZA E BASE PER LA CRESCITA. “Devo dire che nei momenti di difficoltà la squadra ha sempre tenuto bene il campo e questo ci ha permesso di capire anche come bisognava approcciarsi alla serie A. Quando hai un gruppo di giovani, molti dei quali sono esordienti in questo campionato, è sempre molto complicato doversi misurare con gli altri nei duelli, nei confronti. Noi però lo abbiamo fatto con i tempi giusti e ben presto abbiamo trovato anche i risultati. Certo, ci sono state pure le sconfitte e in alcune di queste la squadra ha capito che magari si poteva osare di più, alzarsi di qualche metro”.
DA UN LECCE DIFENSIVO ALL’AGGRESSIONE ALTA. “Prima probabilmente è stato il timore della categoria a frenarci. Se andiamo ad analizzare ad esempio il primo tempo giocato con la Fiorentina ci accorgiamo che è stato di ottimo livello. Abbiamo fatto un gol, ne potevamo fare un altro e più in generale abbiamo messo in grande difficoltà i viola giocando con aggressività”.
MODELLI PIU’ CHE SINGOLI. “Ho cercato di smarcarmi dalla domanda diretta su Baschirotto e adesso torna a bomba con Blin… Non mi piace parlare di prestazioni, preferisco parlare di modelli. Una squadra deve sempre avere dei modelli, dei riferimenti, così come l’allenatore deve dare al gruppo il senso dell’equità anche se poi non è mai facile perché alla fine sai di avere 25 calciatori a disposizione e di questi undici vanno in campo dall’inizio e altri cinque entrano dopo. Proprio questi cinque per me sono fondamentali perché entrano in campo nelle fasi delicate dei match, quando c’è da cambiare un risultato o difenderlo. Per questo io do un grande valore a chi entra dalla panchina. L’allenatore deve essere un riferimento per la squadra, non deve mai guardare a quello che è stato un calciatore o al nome che ha ed in questo senso non faccio sconti nessuno”.
BLIN. “Posso aggiungere che a volte si diventa modelli anche senza parlare ma agendo e noi abbiamo dei giocatori che agiscono, che diventano dei modelli lavorativi per tutti nella professionalità, nella dedizione, nella capacità di farsi trovare sempre pronti. Alex è sicuramente uno di questi. Al suo arrivo a Lecce ha pagato inizialmente il cambio di cultura calcistica, si è adattato, ha capito il nostro calcio perché è un ragazzo intelligente. Prima è stato un esempio nella serietà del lavoro mentre adesso è anche un esempio per quello che dà in campo. E noi abbiamo bisogno di gente così”.
MUSCOLI. “Baschirotto è un altro ragazzo che il Lecce ha scelto perché pensavamo che con la sua fisicità potesse darci una mano. Lo abbiamo preso come terzino destro ma nel momento della difficoltà lui si è fatto trovare pronto e adesso si sta ritagliando un ruolo importante. Lo sta facendo anche attraverso il lavoro quotidiano: Federico arriva prima, va sul campo a lavorare, dà sempre tutto, è sempre pronto a richiamare gli altri, a dare forza e spirito”.
UOMINI SPOGLIATOIO. “Ci sono tanti ragazzi con queste qualità. Il capitano è Hjulmand ma nel mio Lecce ci sono tanti altri piccoli capitani. Penso ad esempio a Marco Bleve o allo stesso Brancolini . Posso assicurare che la squadra si alimenta di questi atteggiamenti”.
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Un opinionista di una squadra avversaria diceva che il Lecce fa il primo tempo a bomba e poi “more”…. Forse un approccio poco poco più prudente , non so sinceramente
Mister mi raccomando più equilibrio nell’approccio, non bruciamo tutto subito