
Nella lunga conferenza stampa di stamattina a chiusura del calciomercato invernale, Pantaleo Corvino ha detto la sua sui giovanissimi calciatori salentini
Corvino parte dal libro dei ricordi per poi pensare a Joan Gonzalez, sua ultima scoperta: “Il ciclo d’oro di vent’anni fa iniziò con il mio arrivo al Lecce. Scelsi uomini che hanno fatto la storia e stavolta ho provato a fare la stessa cosa. Il fatto che si stia parlando bene di noi vuol dire che è stiamo facendo sia risultati che risorse tecniche, vedi Gonzalez. Siamo convinti che molti altre potranno percorrere la strada dello spagnolo”.
Per creare altri Gonzalez, serve un metodo che parte da molto lontano. Il responsabile dell’area tecnica ribadisce poi l’attenzione che il Lecce ha per i prospetti del suo territorio, rispondendo indirettamente a chi lo accusa di eccessiva esterofilia: “A capo c’è chi crea una metodica di lavoro, sceglie gli uomini, i calciatori su cui puntare ed il lavoro da fare. Questa è la cosa più importante per un club come il Lecce. I migliori salentini giocano con noi, si vedano il risultati che facciamo con le altre scuole calcio locali. Poi però quando andiamo fuori con gli stessi ragazzi siamo ultimi, e non perché non prendiamo i migliori giocatori del territorio. Evidentemente questa è l’espressione”.
Per rendere il Salento più competitivo, questa è la ricetta di Corvino: “Io da supervisore comprendo che forse c’è da intervenire ancora prima, ovvero a 6, 7 o 8 anni ed in questo ancora non abbiamo strutture per fare un’attività di base. Lo sforzo nostro sarà questo in futuro perché non è bello vedere oggi ciò che esprime il territorio. Se lavorato e preso in tempo, anche il nostro territorio può esprimere molto, come fa a livello nazionale”.
