GdM – Di Chiara: “Il Lecce è sulla buona strada. Nella Roma svetta la personalità di Mourinho”

Alberto Di Chiara, romano ed ex calciatore del Lecce, ha parlato alla Gazzetta del Mezzogiorno della gara in programma sabato

ATTUALITA’. “Il Lecce è sulla buona strada per la salvezza, ma non può cullarsi. C’è ancora tanto cammino da percorrere, tutto il girone di ritorno davanti. Bisogna insistere, tenere alta la concentrazione, mai mollare la presa fino alla fine perché questo è un campionato dove possono accadere cose impensabili, tipo il Milan che crolla in un mese. Un torneo caratterizzato da anomalie, vedi la lunga pausa per i mondiali e i 15 punti tolti alla Juve”.

IL SEGRETO DEL LECCE. “Il buon lavoro fatto dalla società e dallo stesso tecnico, l’organizzazione di gioco e delle individualità di tutto rispetto, la coesione e la compattezza del club. Spesso mi sento telefonicamente con il presidente Sticchi Damiani congratulandomi con lui. Corvino è una garanzia e il club è stato abile a sfruttare il fatto che il livello della Serie A si è abbassato molto negli ultimi anni. Quando frequentavo io i campi della A negli anni Ottanta e Novanta era tutt’altro torneo, di grande valore e prestigio. La nazionale non vince un mondiale dal 2006 e ne salta due consecutivi. Il sistema è da rifondare”

BARONI. “Ci conoscemmo nelle giovanili azzurre, da ragazzi, poi ci incrociammo tante volte da avversari. Lo stimo molto, è pacato e sa far esprimere i giocatori al meglio. La squadra è organizzata, concreta, efficace, veloce nel ribaltare l’azione. Baroni è tradizionalista, di quelli che piacciono a me. Io diffido dai guru, profeti, innovazione esasperata da alcuni media”.

CALCIATORI. “Mi ha impressionato Baschirotto. Si parla molto di lui anche perché ora i social mettono poco a fare il personaggio. Al di là di questo è una delle sorprese del campionato, efficace come difensore e abile anche sottoporta. Il Lecce è anche Hjulmand, Falcone, Strefezza, Di Francesco, Colombo, per citarne alcuni”.

ROMA. “Tra alti e bassi cerca la Champions. I casi Zaniolo e Pellegrini hanno elettrizzato l’aria attorno alla squadra. Mourinho svetta per personalità: le sue dichiarazioni a volte hanno riflessi positivi, a volte negativi sull’ambiente, una bomba ad orologeria pronta a esplodere”.

ROMA-LECCE 2-3. “La Roma aveva recuperato tanti punti alla Juventus e noi, già retrocessi, non avevamo nulla da chiedere a loro che si giocavano lo scudetto. L’Olimpico era strapieno e tutto il mondo ci guardava: ci tenevamo a fare bella figura, nessuno però s’immaginava quell’epilogo. Segnò subito Graziani, io firmai il pareggio e quel gol tolse certezze alla Roma, una squadra con grandi come Boniek, Ancelotti e Pruzzo. Il resto è storia, vincemmo 3-2 e fu un trauma per Eriksson che poi me ne parlò più volte quando ci trovammo alla Fiorentina”.

LECCE. “Una città fantastica, tre anni splendidi vissuti con mio fratello Stefano. Un gruppo meraviglioso quello dei ragazzi dell’85, superammo anche momenti terribili come la morte di Lorusso e Pezzella. Ho tanti amici a Lecce, spero di poter tornare presto al Via del Mare per vedere una bella vittoria del Lecce”.