
A due partite dalla fine, i giallorossi sono incappati in una prestazione timorosa. La palla tra i piedi era pesante e solo la compattezza del pacchetto arretrato ha evitato il k.o.
A piccoli passi verso l’obiettivo. La sconfitta del Verona in casa dell’Atalanta sabato sera ha dato un significato positivo al pareggio casalingo contro lo Spezia in una partita che, di fatto, era uno spareggio salvezza. Lo 0-0 è arrivato in una partita dove entrambe le squadre hanno inquadrato lo specchio solo una volta (Strefezza al 69’ con parata agevole di Dragowski).
Lo Spezia, nonostante gli 0 tiri in porta, ha avuto più palle gol. 13 tiri a 5 e una pericolosità superiore in termini di expected goals: 0.9 a 0.07. Molto dell’indice è maturato nel finale, dopo le sortite solitarie di Nzola nel primo tempo, intento sempre a ricevere i palloni lunghi per poi battagliare con i centrali del Lecce. Il tiro di Ekdal murato da Askildsen al 91’ è stato l’occasione più ghiotta (0.33) al pari del precedente tentativo di Ampadu (0.14) respinto da Baschirotto. Al 77’, infine, il colpo di testa dell’angolano, decentrato ma pericolosissimo, vista l’assenza di copertura (0.17). Nel primo tempo ci sono state sì le conclusioni ma velleitarie (punizioni di Esposito non sfruttate e tiro da fuori in apertura sempre a firma Nzola).
Lecce-Spezia 0-0, vuoi per la posta in palio, vuoi per lo stato di forma tutt’altro che smagliante del reparto offensivo, è stata la partita con la peggiore pericolosità offensiva stagionale. Lo 0.07 di ieri supera anche il precedente record negativo di 0.09 di Lecce-Juventus 0-1 (solo un tiro di Gendrey degno di nota prima del palo di Hjulmand). A costruire il (magro) indice, oltre al summenzionato destro di Strefezza, un tiro masticato di Oudin all’83’ (0.03) e un sinistro di Strefezza murato da Nikolaou. Poco, quasi nulla, per scaldare l’encomiabile pubblico e far esplodere il Via del Mare.
In una gara dove il possesso palla è stato più dello Spezia (56.59 a 43.41), il Lecce si è confermato secondo i trend stagionali, positivi, dal punto di vista difensivo. Nonostante i presupposti ben messi per il tiro, Nzola e compagni non hanno mai tirato nello specchio della porta. La percentuale di duelli difensivi vinti è stata nella media: 61,19% (41/67) contro 60,4% più 53 intercetti (media di 45). L’attaccante angolano, 13 gol in stagione, minaccia numero uno per il duo Baschirotto-Umtiti ha vinto solo 11 duelli su 35, anche se quel colpo di testa a seguito della mancata copertura di Gallo poteva costar caro.
Blin, in regia al posto dell’infortunato Hjulmand, ha svolto più che sufficientemente i suoi compiti. In una partita già tesa di suo, l’assenza del capitano ha tolto al Lecce quel pizzico di sfrontatezza e tecnica nel ricercare e trovare il passaggio smarcante giusto per sfilacciare la difesa avversaria, giocata non riuscita neanche a Oudin. Statisticamente, Blin in regia ha mantenuto gli standard medi di Hjumand con 27 passaggi su 31 a termine (87%, 84% è la media stagionale di entrambi). Identici sono i confronti tra il bottino di Blin ieri e la media di Hjulmand su intercetti (5) e recuperi palla (10). La presenza di Hjulmand nella zona nevralgica del campo, però, assicura una più alta percentuale nelle letture dei duelli vinti.
Il capocannoniere di squadra (8 reti) Strefezza, 12° in Serie A per tiri totali con 63 (comanda Osimhen a 117), non segna su azione da Cremonese-Lecce 0-2. La percentuale di inquadramento della porta di 28% è però lontana dalla top 30 dei tiratori della Serie A chiusa da Samardzic (37,21%) e Pinamonti (35,59%). Baroni e il Lecce hanno spesso lamentato il problema strutturale della mancanza di qualità nel gol, sopperito mediante la ricerca di più produzione con più uomini in area, che però espone la fase difensiva sottoponendola a più interventi. Ieri è mancata anche quella. I cross, ancora una volta imprecisi e sottomedia (solo 3 a destinazione su 12) sono stati accompagnati da più di due uomini in area solo 5 volte su 12, sempre nella ripresa (Strefezza al 3’, Gallo al 12’, Gendrey al 230, Strefezza al 35’ e Di Francesco al 39’).
