
La stagione 1985/86, la prima e tutt’altro che trionfale in A, vide un Lecce blocca-big. Se è celebre la sconfitta inferta alla Roma quasi scudettata all’ultimo turno, non è altrettanto evidenziata la vittoria contro i campioni d’Italia uscenti.
Nonostante l’ultimo posto finale, il primo anno del Lecce in Serie A non sarà mai destinato a finire nel dimenticatoio. Vuoi perché le prime volte hanno sempre un sapore romantico, vuoi perché l’attesa e la vita del debutto nella massima serie furono l’avvio di una crescita di una città e di un territorio che anche (se non soprattutto) grazie al calcio e ai colori giallorossi si prese la ribalta nazionale.
Tornando al rettangolo verde del Via del Mare, quell’anno spesso stracolmo dopo i lavori a tempo di record condotti da Costantino Rozzi, l’ultimo posto finale (16°) con 5 vittorie, 6 pari e ben 19 sconfitte non può essere foriero di vagonate di bei ricordi. Si è fatta già menzione del particolare Roma-Lecce 2-3, che quasi sicuramente riceverà un’attenta analisi in futuro…
Lecce-Verona, all’epoca, non era lo scontro salvezza che si appresta ad essere già alla seconda giornata del campionato di Serie A 2019/2020. A metà anni ottanta, la trasferta degli scaligeri al Via del Mare era una delle tante spedizioni della squadra che l’anno prima aveva stupito l’Italia sportiva con il sorprendente scudetto. E fa niente se alla fine del torneo l’Hellas chiuse decimo, mancando di molto ogni parvenza di conferma.
Paradossalmente, in un torneo dove i salentini gioirono poco, gli incroci con il Verona recitarono un Lecce in vantaggio. I segnali furono già all’esordio, nel debutto al Bentegodi dei neo campioni d’Italia, trascinati dalla festa dei Butei, ma incapaci di piegare la neopromossa con un 2-2 finale.
Alla formazione di Bagnoli andò peggio al Via del Mare. Il 5 gennaio 1986, alla prima di ritorno, il Lecce centrò una delle sue 5 vittorie proprio a scapito dei gialloblù con il tricolore cucito sul petto. La rete di Pasculli alla mezz’ora fu un’ulteriore conferma che, nonostante la gloria di pochi mesi prima, la realtà veronese di quell’anno era, nonostante i presupposti messi su carta, tenersi più a larga possibile dal fondo.
Eppure la rosa veronese non subì stravolgimenti dopo lo scudetto. Solo Garella, Marangon e Fanna lasciarono l’Hellas, che, dopo lo scudetto, poteva ancora contare sull’idolo Elkjaer, il danese capace di siglare un gol alla Juventus senza scarpa (persa durante la progressione) su Galderisi e sul tedesco Briegel.
Al Lecce servivano punti dopo un orrendo girone d’andata per sperare in una salvezza poi non colta. L’attaccante argentino, anch’egli a secco e autore di una prima parte non felice, siglò ai campioni d’Italia il suo primo gol leccese. La dinamica? Cross dalla destra, anticipo sul marcatore di giornata Fontolan e deviazione vincente.
Per l’argentino fu l’inizio di una lunga storia felice che, soprattutto, cominciò col botto: i 6 gol siglati nel primo anno in Serie A gli valsero la convocazione dell’Albiceleste per i mondiali di Messico 1986 poi vinti.
Curiosamente, l’arbitro di quella partita, Mattei di Macerata, proveniva dalla stessa città di Juan Luca Sacchi, direttore di gara domenica sera.
Il tabellino
05/01/1986 – Lecce, stadio Via del Mare- 16° giornata del Campionato di Serie A 1985/1986
Lecce-Hellas Verona 1-0
Lecce: Negretti, Danova, Di Chiara, Enzo, Nobile, Miceli, Causio (76’Raise), Barbas, Pasculli, Di Chiara, Palese (46’Vanoli). Allenatore Fascetti
Hellas Verona: Giuliani, Ferroni, Sacchetti (76’Turchetta), Tricella, Fontolan, Briegel, Bruni (65’Verza), Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer. Allenatore Bagnoli
Marcatore 28′ Pasculli
