
A pochi giorni dalla fine del 2019 sta vi chiediamo di eleggere l’uomo dell’anno del Lecce. Tra promozione in A e battaglie nella massima categoria, scorriamo l’apporto degli interpreti simbolo.
LE NOMINATION.
Gabriel. Arrivato in punta di piedi dal Perugia, si è guadagnato la palma di titolare e la fiducia di allenatore e tifosi. Tantissime, forse anche troppe, parate decisive in gare dove è spesso sollecitato.
Mauro Vigorito. Il guardiano dei pali della promozione in Serie A resta importante per l’apporto dato nella cavalcata, anche se le parate decisive sono condensate più nei primi due terzi di torneo.
Fabio Lucioni. Leader della difesa, si è guadagnato a Lecce la massima serie accarezzata soltanto a Benevento. Totem in cadetteria, battagliero tra i big a cercare di chiudere più falle possibili.
Luca Rossettini. Meluso lo tessera in nome di antiche conoscenze e lui ripaga la fiducia con esperienza e umiltà da veterano. Soffre in più occasioni ma in altre mantiene a galla la traballante retroguardia giallorossa.
Biagio Meccariello. Il pupillo di Liverani arriva in paradiso. Dalla Ternana al riabbraccio a Lecce con finestra sulla Serie A. L’anno di Mecca, centrale difensivo, resta nella memoria per l’adattamento sulla corsia destra. Proprio in quella posizione spenderà le ultime gare della Serie B (decisivo a Perugia e col Brescia) e sull’out debutterà in A a San Siro collezionando 5 presenze su 6.
Marco Calderoni. Maratoneta in B, uomo dei gol squarciagola in A. Nonostante degli errori difensivi di troppo, il suo 2019 resterà indelebile per i tre tiri pesantissimi per la classifica. Spal, Milan e Cagliari hanno incassato i primi acuti nella massima serie di un ragazzo che, proprio nel 2019, ha cambiato prospettiva dopo tanti anni di veleggiare in cadetteria.
Jacopo Petriccione. Anche lui non dimenticherà facilmente il 2019. Promozione in A con il Lecce da elemento imprescindibile, debutto ed elogi nel massimo campionato. Nel prossimo anno punterà alla capitalizzazione di tutto il buono fatto in questi 365 giorni.
Panagiotis Tachtsidis. Ha conosciuto il Lecce nel 2019. Liverani ha richiesto il suo apporto per dare geometrie e misure giuste nei momenti decisivi. Missione compiuta e obiettivo conferma in A, vissuta pienamente soltanto a Verona dopo l’assaggio di Roma. Insufficiente più volte, è chiamato al riscatto.
Marco Mancosu. Cuore di capitano, dalla delusione in C ad Alessandria all’apice del rigore contro la Juventus. Contribuisce allo scatto finale per la promozione, ma non riesce ad allenarsi bene nel precampionato a causa di guai fisici. Inizia bene, segna a raffica (è ancora il capocannoniere del Lecce con 5 reti) ma poi alza bandiera bianca. C’è bisogno di lui nel 2020.
Zan Majer. Giunge nel Salento per sopperire all’infortunio di Scavone ed è autore di una strana parabola. Spesso sostituto in B, in A fa valere il proprio curriculum internazionale. E’ l’unico collante tra i reparti a disposizione del tecnico e la sua assenza si fa sentire.
Andrea Tabanelli. L’anatroccolo della C diventa cigno. Liverani lo ricolloca mezzala e resta indelebile il gol-promozione segnato al Brescia. Resta in A sulla carta da comprimario e chiude l’anno da insostituibile.
Filippo Falco. Il ritorno a Lecce per sbocciare definitivamente è realtà. La promozione in A da protagonista, la maglia numero 10 sulle sue spalle nel massimo campionato e la capacità di regalare strappi decisivi.
Andrea La Mantia. 11 gol su 17 nello scatto di primavera che ha fatto definitivamente sbocciare l’amore tra ALM19 e il Lecce. I suoi gol convertono in oro numerosi cross e riportano Liverani in A, dove firma il successo di Firenze.
Gianluca Lapadula. A Lecce per il riscatto dopo due anni da dimenticare. Trasmette rabbia e agonismo sin dalla presentazione e, quando chiamato in causa, aumenta i giri del motore e segna per quattro appuntamenti consecutivi prima della squalifica seguita alla rissa con Olsen.
