Calcio Lecce
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Genoa-Lecce: il “vorrei ma non posso” anche dopo una gara quasi perfetta

La sconfitta di ieri nello scontro diretto condanna quasi sicuramente il Lecce alla retrocessione. Considerando ovviamente l’episodio fortuito del rimpallo sul tiro di Jagiello, il passo falso è la fotografia di una stagione che rischia, con maturità, di causare tantissimi rimpianti

I limiti tecnici del Lecce non permettono di trarre il massimo anche quando il meccanismo di Liverani va bene. E’ questo il sunto della gara, il sunto che ormai appartiene anche al 99% della strana Serie A 2019/2020. Lo abbiamo anticipato nella scorsa analisi tattica, dopo Lecce-Fiorentina, e ci sentiamo di ribadirlo anche una volta passato, male, il crocevia del campionato.

Il liveranesimo funziona e funziona tantissimo contro una squadra scarica dal punto di vista tattico come il Genoa. Il Genoa ha subito almeno sette, otto azioni da gol. In uno scontro diretto. Otto azioni da gol subite in una sorte di finale per poi trovare la rete della vittoria in un episodio fortuito e esultando per un calcio di rigore sprecato. Al Lecce, per produzione in campo e gara giocata sullo scacchiere, sarebbe stato stretto anche il pari, ma il calcio è così. Se non segni, non vinci, e lo spazio per le recriminazioni dura massimo pochi mesi. Ciò che resta scolpito è il risultato. Dogma.

L’allenatore è uno stratega, ma la battaglia è combattuta dai soldati, e il paragone del fronte è il terreno di gioco. Se è inutile in questo momento avere una visione a lungo raggio su valori della rosa, curriculum e composizioni, ci rincuora ricordare che in campo si va sempre undici contro undici. E in undici contro undici il bravo stratega pesa sul giudizio insindacabile del campo.

I rossoblu hanno giocato opponendosi all’idea del Lecce, propenso a fare la partita. E’ bastato un pressing alto fatto bene per indurre la difesa ospite all’errore. Il malcapitato del giorno è stato Dell’Orco. Passaggio sciagurato a cercare la corsia senza pressione avversaria, senza disturbo, e via al ribaltamento mortifero capitalizzato da Pandev e Sanabria, soldato pluridecorato uno e cannoniere scelto l’altro. Qui non c’entra nulla l’indicazione del tecnico. Errore di valutazione, che ci sta in questa fase del campionato, ma che non può essere scevro di conseguenze. E, con intensità minore, stessa suonata nel finale. Azione convulsa dove il Lecce non riesce a uscire dalla pressione e poi il flipper mortifero innescato da Jagiello.

Metabolizzato l’ennesimo regalo, i giallorossi hanno applicato al meglio il liveranesimo. Trame a centrocampo a cercare pertugi per i cross, tocchi veloci al limite dell’area, uscite dalla propria area continuate con pericolosità, passaggio costante dal regista per pulire il pallone e ricerca di riempimento dell’area. Il motore è andato coi giri giusti, ma nessun gol. Tanta produzione e pochissimi frutti. Ora, con il patrimonio della Serie A quasi sfuggito dalle mani, è difficile usare mezzi termini. Il Lecce non ha l’interprete offensivo adatto per rendere i massimi meriti alle idee tattiche di Liverani.

Avere un attaccante “alla Pandev” permette una maggiore efficienza nelle occasioni da rete una volta guadagnata l’area. Ancora una volta, è inutile in sede di analisi tattica partire dagli albori e dagli errori in sede di calciomercato, che saranno analizzati al momento giusto. Sappiamo tutti la storia e ci sarà tempo per parlarne. Con equilibrio anche lì.

Il Lecce ha confezionato delle azioni davvero belle, ma, ad oggi, non è certo Diego Farias l’uomo che ha l’implacabilità offensiva in area nelle sue corde. Non è neanche Antonin Barak, al tiro in almeno quattro occasioni senza inquadrare la porta. Non è purtroppo Gianluca Lapadula, a mezzo servizio e pur più incisivo di un Khouma Babacar che dalla sua, senza contare fattori esterni, ha solo probabilmente un’atipicità tattica che ne causerà ovunque, non solo a Lecce non solo con Liverani, una difficilissima collocazione tattica.

Perdere la Serie A così, dopo una partita dove hai giocato meglio del diretto avversario, fa male. Malissimo. E farà ancor più male quando tra vent’anni, con poca capacità di giudizio, quest’ipotetica retrocessione sarà classificata alla stregua di altre campagne fallimentari in Serie A.

Liverani, a differenza di altri condottieri, ha affrontato a viso aperto la missione massima serie e neanche la fuoriuscita delle deficienze della rosa lo ha indotto ad abiurare le sue convinzioni. In un campionato dalla storia normale la rimostranza da fargli (e qui è stata fatta dopo qualche sconfitta pre lockdown) è stata magari la non riuscita creazione di un Lecce sempre camaleontico, capace di combattere sia col bastone sia col fioretto, come vuole il nostro allenatore. Sarebbe troppo, quasi fantascientifico e non umano per un gioco, il calcio, che umano è.

Ma, e qui non dipende da noi, questo un campionato normale non lo è. E torniamo sempre lì ai limiti tecnici. L’accozzaglia di partite estive ha restituito un valore “da campetto” alla Serie A. Difficile creare amalgama, difficile costruire trame capaci di sopperire a inferiorità tecnica nei confronti individuali. Hanno la meglio o le squadre con un impianto ormai granitico (vedi Atalanta) o chi opta per gli allenatori equilibratori (bravo Ranieri con la Samp, bravissimo Pioli col Milan) bravi a estrapolare il massimo valore tecnico dopo lo scoramento.

Esempio nudo e crudo. Pandev e Sanabria, giusto per scovare due calciatori già nominati, in area difficilmente non perdonano. Il Lecce invece deve portare cinque uomini nei sedici metri e non fallire il passaggio decisivo. Dato di fatto.

A Liverani, preso giustamente dal giocarsi le ultime chance di salvezza a partire da mercoledì, farà male non aver ripetuto l’impresa-promozione con una salvezza ricercata tramite il gioco e non pensando prima a non prenderle. Mai una squadra si è salvata subendo (oggi, 20 luglio 2020) 76 gol. Dato di fatto inconfutabile a cui si può rispondere solo alzando le mani.

La stagione del “vorrei ma non posso”, ormai rischiamo seriamente di ricordare così questo campionato. Siamo convinti che Liverani non abiurerà neanche dopo la Serie B, e purtroppo da queste latitudini verosimilmente potremo solo ammirare la sua seconda campagna di Serie A.

 

 

Subscribe
Notificami
guest

5 Commenti
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
Commento da Facebook
Commento da Facebook
3 anni fa

Liverani è nella storia del Lecce, proverà a fare il miracolo 9/12 è un obiettivo quasi impossibile, ma è questo che deve essere il calcio. Partire da sconfitti non serve a niente e a nessuno. Vedremo il mister su panchine importanti ed io farò il tifo per lui e il suo calcio. Ma per il momento la matematica non ci condanna ed in questa strana estate tutto è ancora possibile! Forza Lecce ❤?

AaCc
AaCc
3 anni fa

Complimenti, bello vedere che esiste un giornalismo competente a seguire e commentare il nostro Lecce.

Gaspare
Gaspare
3 anni fa

Fortuna che ci siete voi di calciolecce che ci regalate sempre buone letture.
Complimenti ancora.

Commento da Facebook
Commento da Facebook
3 anni fa

Sono daccordo. Liverani è un ottimo allenatore e noi il prossimo anno lo ammireremo su un’altra panchina. Credo che se fosse stata una stagione regolare avrebbe anche fatto il miracolo della salvezza nonostante un gap tecnico di organico incontestabile.
Comunque inutile piangere sul latte versato ❤?

Franco
Franco
3 anni fa

Hai detto tutto tu Gabriele e bene. Certo fa rabbia e ci fa star male perchè la salvezza con un briciolo in più di programmazione “seria” sarebbe stata alla ns portata.
Raccogliamo i cocci…? Non ancora, almeno fino a quando non c’è la matematica, la certezza che è stato un anno banale colmo di se e di ma e di tanti anzi tantissimi rimpianti per quel che si poteva fare ( con le ns pur misere forze) e non si è fatto ( vero Sticchi/ Meluso ? ).
Il grazie è d’obbligo per una serie A che per noi del sud è il paradiso, ma abbiamo sempre ringraziato fino alla noia chi ci ha permesso di godere così in alto, ora basta xchè sarebbe pur ora che questo bistrattato sud facesse valere , anche calcisticamente, le sue ragioni ( vero De Picciotto…? )

Articoli correlati

Il 20enne centrocampista del Lecce farà parte della spedizione giallorossa nella sfida salvezza con il...
Il 20 aprile 1986 ci fu il ribaltamento del trionfo annunciato della Roma. Uno stadio...
lecce empoli
I giallorossi, la squadra che ha realizzato più gol negli ultimi minuti, dovranno sfatare dei...

Dal Network

Il centrocampista equatoguineano ha parlato dell'importante match in programma domenica contro la squadra di Luca...
Piove sul bagnato in casa Salernitana, prossima alla retrocessione in B dopo una stagione disgraziata:...
L'ex portiere, tra le altre di Chievo Verona e Palermo, ha detto la sua sulla...

Altre notizie

Calcio Lecce