A margine di Inter-Napoli 1-0 di ieri sera, il tecnico calabrese, intervistato da Sky, ha esposto il suo pensiero sull’espulsione per proteste comminata a Lorenzo Insigne. A detta di Gattuso, solo nel campionato italiano c’è un’eccessiva punibilità per le espressioni ingiuriose proferite dai calciatori all’indirizzo all’indirizzo degli arbitri.
Ecco le dichiarazioni rese a Sky: “Cosa ho detto a Massa? Che due minuti prima dell’espulsione fa i complimenti a Insigne, e due minuti dopo lo butta fuori. Solo in Italia vedo che gli arbitri estraggono il rosso per queste cose. Nella stessa situazione in Inghilterra non si viene espulsi. Non me lo sto inventando io: in Scozia ci ho giocato in passato e seguo il loro calcio ancora oggi. Il capitano di una squadra non può essere buttato fuori per un “vaffa” all’arbitro per un rigore dubbio. Questo vuol dire che l’arbitro è permaloso, e se lo sei allora questo lavoro non puoi farlo. Chi ha giocato a calcio sa che in palio c’è tanto in una partita come Inter-Napoli, e una parola può scappare. Solo in Italia succede, e non è corretto, perché così si cambiano le partite. Allora io cosa dovevo fare quando giocavo – si chiede l’allenatore del Napoli – essere espulso una partita sì e una partita no? I giocatori si devono dare una calmata, ma si deve anche capire che un “vaffa” dopo un rigore ci può stare. Un arbitro, secondo me, deve avere l’intelligenza e il tatto di capirlo. Non si può buttare fuori un giocatore perché si ha la luna storta e per dimostrare di avere carattere. Se per ogni parola di troppo dovesse arrivare un rosso allora tutti andrebbero sempre espulsi”. E ancora, ritornando sull’argomento qualche minuto dopo, una volta chiusa l’analisi tattica del match: “Sono anche pentito di aver parlato di arbitri. So com’è il loro lavoro, so che è molto difficile. Mi capita anche a me di prendere dei “vaffa” dai miei giocatori perché non fischio un fallo in allenamento. Ma dico solo che, in una partita così importante, un arbitro europeo e di esperienza non può fare il permaloso. È questo che non ci sta”.
Certo che da questo esemplare dire queste cose è proprio bello.
Non mi è chiaro: ma l’arbitro manda affanculo i calciatori?
E allora perché i calciatori vorrebbero avere questo “permesso”?
Gattuso fa come il genitore che giustifica suo figlio di fronte alla maleducazione nei confronti dell’insegnante.
Dobbiamo crescere e maturare ancora tanto in Italia!
Un conto è la contestazione civile per una decisione arbitrale; un conto è l’inciviltà delle offese e degli insulti: tanto più che il calcio dovrebbe essere uno sport per famiglie!
ps: Gattuso può pure prendere a riferimento la Scozia, il Burkina Faso e Città del Vaticano…
un “vaffa” le piccole società non se lo sono mai potute permettere… come potete scandalizzarvi quando tocca a voi? perché mai una parola contro gli arbitri quando, innumerevoli volte, da calciatore e da allenatore ti sei trovato a giocare in superiorità numerica perché l’avversario ha subito simili penalizzazioni?