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15-05-2011: dopotutto rimarrà…”Just a perfect day”

Ricorre oggi l’anniversario della vittoria più dolorosa della storia del Lecce. Il 15 maggio 2011, i giallorossi conquistarono la salvezza matematica dopo il derby in casa del Bari, ma la gara sarà sempre ricordata per la tentata combine che ha fatto sprofondare i salentini in Serie C.

Partiamo dall’immagine: 15-05-2011: just a perfect day“. Lo striscione, esposto in Curva Nord durante Lecce-Lazio 2-4, match valevole per la 38° giornata del campionato 2010/2011, festeggiava quella che sul campo, probabilmente, è la più grande gioia sportiva. Conquistare l’obiettivo stagionale in casa degli acerrimi rivali già invece in B rappresenta appunto la perfezione delle sensazioni che un tifoso può conservare nei ricordi di una stagione.

La storia ci dice che non fu così. Il motivo è noto ai più, e come ogni notizia dalle conseguenze roboanti, ai più rimangono solo gli effetti più tangibili. Tradotto in poche parole: Lecce in C, fine di un’epoca e inizio di un percorso buio messo alle spalle soltanto due anni fa. Le lunghe indagini, sportive prima e penali poi, come spesso accade, ci restituiscono un quadro della realtà frammentario e pieno di considerazioni che animeranno sempre le discussioni tra tifosi e non.

La tentata combine ha portato alle condanne, confermate anche il 6 febbraio 2019 in Cassazione, dell’ex presidente del Lecce Pierandrea Semeraro, coadiuvato dall’imprenditore salentino Carlo Quarta. Dall’altra parte, i giudici hanno assolto per non aver commesso il fatto Andrea Masiello e l’amico Marcello Di Lorenzo. Resterà una macchia indelebile sulla storia giallorossa, definita dal compianto Giovanni Semeraro una “una scivolata maledetta, una ferita che mi fa sanguinare il cuore. Soffrirò per sempre. Assolvo i tifosi per la loro reazione: i tifosi fanno i tifosi, sono orgogliosi della propria squadra, della integrità dei colori, si sono sentiti feriti”.

I tifosi appunto. Per chi scrive, l’accezione del “just a perfect day” rimane anche per un altro fatto. La Corte d’appello di Bari, oltre alle precedenti decisioni, ha sancito per la prima volta che può esistere anche un “danno da passione sportiva tradita” e che, come tale, va risarcito. Nell’udienza che si è svolta nel capoluogo regionale, è stato riconosciuto a 170 supporters leccesi (su un totale di 260, contando anche quelli di fede barese) che si erano costituiti come parte civile (su invito degli avvocati Milli e Calabro) un risarcimento di 400 euro ciascuno che dovranno essere pagati insieme alle spese processuali.

L’anno scorso, di questi tempi, abbiamo ascoltato Giuseppe Vives, protagonista della partita (e anche degli strascichi successivi). L’ex centrocampista ci ha confessato la difficoltà dell’impegno e l’agonismo messo in campo dai ventidue in Bari-Lecce 0-2 per poi narrarci delle lacrime versate a fine gara sotto lo spicchio occupato dalla (purtroppo limitata) presenza di supporter giallorossi. Una partita vera, dunque.

L’assoluzione di Andrea Masiello, accompagnata anche dalla precedente sentenza del Tnas che nel 2013 decreto la partita “regolare sul campo ma con combine tentata”, rende un quadro sì articolato ma limpido se si vuole intraprendere una lettura razionale. Non è questa la sede per elencare tutti i fatti che hanno portato il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo sport (per questo s’invitano i lettori alla puntuale lettura fatta dai colleghi di LeccePrima nel 2013 a commento della sentenza).

Preferiamo, nel ricordo, provare a mettere sul tavolo episodi belli, meno belli, da dimenticare e bilanciarli con la ricostruzione dei fatti e con il destino che gli anni a venire ci è giunto di fronte. Destino affrontato a testa alta, con orgoglio e con amore per i propri colori. Oggi, a ben nove anni dal famigerato giorno, con una Serie A conquistata sul campo e dopo anni di “sudore e lacrime” sportivamente sembra un cerchio chiuso, ma non per questo un cerchio da archiviare e dimenticare. Perché? Per  non incappare più in certi errori e, nel contempo, non ridurre a chiacchiericcio un cammino sportivo fatto di passaggi sportivamente forti.

Rimarrà sempre una pagina tristissima, chiusa forse nel modo…meno sofferente. Proviamo a spiegare questo punto di vista. L’onta rimane, il tentativo di combine intavolato dall’allora gestione non si contesta come non si contestano le sanzioni comminate alla squadra. Si doveva pagare e si è pagato. Il giusto? Troppo? Poco? Non esistono concetti portatori della verità assoluta, dogmatica. Ciò che preme in questa sede è provare a leggere le notizie, i fatti, scevri dal sensazionalismo e dalla facile concatenazione degli eventi atta a permetterci di sputare sentenze e giudizi.

Bari-Lecce 0-2 quindi, resterà un giorno perfetto, un “just a perfect day”, come recitava lo striscione della Nord? Oggi, sì...

 

 

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2 anni fa

Di amaro c’è solo la carenza intellettiva degli sprovveduti che tentarono la combine.

Vitantonio
Vitantonio
2 anni fa

Just a perfect day… Godo sempre?❤️

Pippo
Pippo
2 anni fa

Meglio che vi date na mossa…. Mercenari.. Impegno x la maglia…

Massimo
Massimo
2 anni fa
Reply to  Pippo

BRAVO

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