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Inzaghi saluta il Benevento in modo polemico: “L’addio del leader Maggio? Non c’entra nulla. Nei posti veri e giusti…”

L’ex attaccante del Milan si congeda dalla panchina del Benevento e, nella conferenza stampa seguita al pari col Torino ripresa da ottopagine, dice la sua sulla retrocessione, parlando anche di Cristian Maggio, il cui saluto alla compagine sannita è divenuto un caso.

EPILOGO. “Nelle vittorie c’eravamo tutti, nelle sconfitte mi sono trovato da solo. Addirittura hanno fatto un comunicato in cui mi accusavano per non aver visto gli ultimi 5 minuti della gara col Crotone. Non accetto che si dica una menzogna, bisogna saper crescere anche dopo una sconfitta. Sono molto amareggiato, io e il mio staff abbiamo lavorato 10 ore al giorno e sono dispiaciuto”.

ADDIO. “Sì. Anche stasera non ho potuto far giocare Gori e…mi dispiace! Io mi prendo le mie responsabilità e vado via a testa altissima lasciando un gruppo straordinario, mi auguro di ritrovare il Benevento dove merita e, con questa proprietà, ci sono tutti i presupposti per risalire. Ma non credo di essere l’unico ad avere delle responsabilità. Abbiamo fatto la serie A a testa altissima, dopo aver stravinto il torneo di B che è sempre complicatissimo. Ma si sottovalutano troppe cose, così non si cresce”.

LA PAURA DI RETROCEDERE. “Avremo modo per analizzare tutto. Io ho cercato di trasmettere fiducia e di tenere tutti con i piedi per terra quando si parlava addirittura di Europa League. Eravamo ad un passo dalla salvezza, ce la giocavamo col Torino che ha il centravanti della Nazionale. Se non ci credevo non sarei rimasto, potevo andar via come allenatore dei record e firmare per qualunque altro club. Un allenatore nelle vittorie è con tutti e nelle sconfitte è da solo, il calcio è questo: sono dispiaciuto, ho dato tutti ma la testa è altissima. Mi amareggia che ricorderanno soltanto l’epilogo, ma non è detto che un giorno non tornerò: la gente sa la verità, nei miei confronti sono stati stratosferici e quasi mi vergognavo per non aver ripagato l’affetto del pubblico”.

MAGGIO ED EPISODI. “Nervosismo per l’addio di Maggio? Non c’entra nulla. Cristian voleva giocare e qui nessuno garantisce nulla. Il nervosismo c’è in tutte le squadre, ma qui viene amplificato tutto. Qualche volta, nella mia carriera, ricordo che ci siamo picchiati ma nei posti veri e giusti non esce fuori nulla. Qui si sa tutto, ovunque. I ragazzi ci tenevano, altrimenti non si sarebbero arrabbiati. Preferivate un gruppo che se ne sbatteva? Ammetto i miei errori, ma occorrono valutazioni oneste. Da qui si ripartirà, purtroppo da una retrocessione, ma ci si poteva lasciare meglio. Sono uscite cose ingiuste, non vere. E fa male. Forse sono indirizzate, se si soffermano sull’episodio col Crotone vuol dire che non vogliono crescere. Sarei morto se avessi visto il gol di Simy, dopo tutto quello che ho avuto dalla vita ho dimostrato un legame fortissimo con la maglia giallorossa. Non mi sono preso meriti per i record, oggi mi attribuiscono demeriti. Se ci sarà onestà crescerà tutto l’ambiente”.

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