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Manovra imbrigliata e ripartenze spesso killer: è un Lecce ultimamente prevedibile?

Le ultime quattro gare, dal pari interno con il Venezia alla sconfitta di ieri contro il Pisa, hanno palesato gli stessi nodi tattici. Specialmente contro Frosinone, Salernitana e Pisa, la fase difensiva ha sofferto tantissimo nei ribaltamenti di fronte.

Cerchiamo di analizzare quanto accaduto con calma. La sconfitta di ieri fa male, malissimo, soprattutto se si pensa che non si subiva un ko così pesante da più di 10 anni. Dopo i tre pareggi consecutivi serviva uno squillo per ritornare a correre in vista del tour de force natalizio, ma è arrivata invece una battuta d’arresto patita contro una squadra in forma. D’Angelo, vero vincitore ieri, ha costruito una partita pulita, comandando ai suoi ragazzi aggressività ai limiti del fallo, densità difensiva negli ultimi metri e, soprattutto, cinismo nei contropiedi, conclusi quasi sempre con tiri (o in gol o parati da un Gabriel chiamato sempre a limitare i danni).

NON SOLO GLI ERRORI TECNICI. Cominciamo l’analisi da quest’aspetto. E’ sì vero che nell’economia dei primi due gol pisani le sbavature di Meccariello e Tachtsidis hanno avuto un peso importante. Resta però evidente l’eccessiva esposizione che il Lecce ha ogniqualvolta la sfera passa agli avversari dalla metà campo alla trequarti. La ricerca di riempimento dei sedici metri avversari espone a rischi fisiologici appunto in caso di palla persa. Paganini e Henderson, in calo rispetto a un avvio da “tuttocampista”, sono stati ieri travolti dai tagli per vie centrali del trio Marin-De Vitis-Gucher più Vido. Quest’ultimo è stato un autentico spacca centrocampo. Il secondo e il terzo gol, come anche almeno tre altre battute a rete, sono nate appunto dall’atteggiamento attendista e feroce dei ragazzi di D’Angelo, efficienti a colpire così il più quotato avversario. Se a questo scacchiere, poi, si aggiungono le sbavature dei difensori, incapaci di tamponare, il castello di carte crolla in un soffio. La presenza di Falco, a volte uomo in meno quando si tratta di copertura, ha messo ancor più in difficoltà il meccanismo.

LA COSTANTE SVANTAGGIO. Un dato numerico serve a intervallare le letture tattiche delle ultime gare. La rete-lampo di Soddimo sancisce che il Lecce va sotto per la quarta partita consecutiva, la terza dal risultato di 0-0. Prima di Parszyszek-gol col Frosinone e del punto di Capezzi, la doppietta di Forte mandò in svantaggio i salentini in Lecce-Venezia 2-2. Perché sottolineare questo? Dopo numerose gare dove Mancosu e compagni hanno gestito lo spartito, le situazioni sono cambiate. Imbastire una manovra fatta di numerosi passaggi e riempimento dell’area contro squadre brave a chiudere spazi e ripartire è un compito arduo, a tratti un Everest se la gara ha perso già gli equilibri di punteggio.

DAVANTI. L’altra costante delle ultime gare, in cui s’allunga il digiuno delle punte (Coda su tutti), mette all’ordine del giorno della discussione anche il miglior attacco della Serie B (27 reti, 3 in più del Cittadella a 24). Contro squadre arroccate e soprattutto molto più cattive nei contrasti, il Lecce fatica a trovare il pertugio giusto. Il possesso palla prolungato, vedasi anche Salerno, non ha portato all’apertura delle maglie difensive avversarie. Come per l’aspetto precedente, dato che, fortunatamente, il calcio non è scienza esatta, a rendere ancor più evidente le difficoltà offensive sono stati gli errori sottoporta nelle ultimamente poche palle-gol. Gli esempi in Lecce-Pisa? Paganini impreciso dal cuore dell’area e Henderson, su passaggio difettoso dell’ex Frosinone, in due occasioni non reattivo al momento del tiro. Una considerazione a parte merita Stepinski, attaccante che ama pungere in profondità, ma che ultimamente di palloni in verticale non ne vede neanche l’ombra. Stesso discorso per il Falco di ieri, toccato duro sin dal fischio d’inizio e bloccato in ogni tentativo di serpentina nel traffico della retroguardia del Pisa. L’ingresso di Coda, bomber di manovra ieri ancora macchinoso, doveva cambiare un po’ il quadro in campo, ma lo 0-3 di Sibilli è stata la mazzata finale a ogni tipo di tatticismo.

GABBIA SU TACHTSIDIS. In ultima istanza, ma non ultima per importanza, servono delle idee per ridare brio a Tachtsidis. Il greco, dalla partita col Venezia in poi, si prende sin troppe attenzioni da parte di allenatori avversari e avversari già in pressing su di lui nel primo possesso del Lecce. Il Pisa, con Vido e De Vitis a far guardia costante, si è aggiunto ai lagunari, al duo Parszyszek-Rohden del Frosinone e al quartetto della Salernitana che agiva in zona Panos: Gondo davanti a Capezzi-Dziczek-Anderson.

POSITIVITA’. L’interrogativo è legittimo, ma il senso di quest’articolo non è quello di gettare all’aria i numerosi passi in avanti impressi da Corini nella sua gestione tecnica. C’è da migliorare, questo è ovvio. Il tecnico di Bagnolo Mella, nelle sue disamine sempre puntuali e analitiche, ha spesso rimarcato il concetto di crescita continua da ricercare in numerosi aspetti di squadra. L’identità data al suo Lecce è senza dubbio offensiva. Probabilmente, il prossimo scalino da percorrere per ricercare obiettivi nobili è una sorta di assicurazione e sacrificio che la squadra deve dare in delle situazioni, soprattutto contro squadre che ormai conoscono lo stile di gioco del Lecce. In primis, nell’aggressività da palesare una volta perso il pallone sulla trequarti (come detto sopra) per aiutare Lucioni e Gabriel, e poi, mixando le numerose qualità offensive in nuovi modi per colpire.

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Silvio Tenpesta
Silvio Tenpesta
3 anni fa

Non mi permetto di dare giudizi e suggerimenti tecnici perché non sono un tecnico ma solo un tifoso dal SANGUE GIALLO-ROSSO, però mi accorgo che il LECCE tiene palla per 70/80 minuti e gli altri segnano.
Secondo me è necessario andare il rete con tre ( o al massimo quattro) passaggi e fare sempre pressione asfissiante, con la giusta cattiveria, sul portatore di palla, per infastidirlo fino a fargli perdere la lucidità.
Ogni singolo giocatore deve percorrere velocemente tutte le zone del campo, per aiutare i propri compagni.
FORZA LECCE SEMPRE E COMUNQUE!!!
? ❤️ ? ❤️ ? ❤️ ? ❤️ ? ❤️ ? ❤️ ?

Commento da Facebook
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3 anni fa

Se attacchi con 8/9 giocatori basta barricarsi per ripartire al primo rimpallo. Lo ha fatto bene la salernitana, lo ha fatto benissimo il Pisa. Inoltre da notare che nonostante l’attacco sia il gioco di Corini, le palle in mezzo erano buttate a caso. Se parliamo di fase difensiva penosa ok, ma ultimamente contro squadre ben organizzate anche l’attacco non sta girando bene…

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