
Il cammino del Lecce inizia, come negli anni precedenti, dal Centro Sportivo Mauro Marzari di Folgaria. Dopo i primi test contro Postal, Riva del Garda e Rovereto, nelle amichevoli più probanti con Padova e Cittadella la squadra di D’Aversa prese forma secondo il dogma del 4-3-3 alternato con il 4-2-3-1. Rispetto all’anno precedente, il lavoro di Pantaleo Corvino disegna una squadra con calciatori di proprietà e mette sotto contratto Falcone, Pongracic e Oudin, l’anno prima a titolo temporaneo.
Corfitzen e Strefezza, falso 9 in attesa dell’arrivo delle punte, non confermeranno durante il campionato i segnali fiduciosi visti in ritiro, il primo per colpa di due seri infortuni dopo il debutto in A. Dorgu si guadagna il posto fisso in prima squadra. Hjulmand saluta dopo il test con il Cittadella e nell’amichevole di lusso prima dell’esordio in Coppa Italia col Como il Lecce si arrende ai rigori contro il Cadice. Al Nuevo Mirandilla, si segna il cambio in regia dal danese a Ylber Ramadani, acquistato dall’Aberdeen.

Oltre alla conferma dei sopracitati calciatori già salvi nel 2022/2023 con Marco Baroni, l’opera di rafforzamento di Pantaleo Corvino prosegue con il ritorno al Lecce di Venuti e l’arrivo in mediana di Hamza Rafia dal Pescara in Serie C. Davanti, mentre Ceesay vola nella Saudi League, la punta prescelta è Nikola Krstovic, cannoniere in Slovacchia con la maglia del Dunajska Streda. Al montenegrino s’affianca Roberto Piccoli. Le aspettative sulla crescita di Lameck Banda inducono poi l’area tecnica a lasciar partire Di Francesco, autore del gol che fa esplodere il Via del Mare nell’esordio contro la Lazio il 20 agosto 2023. E’ il (primo) e giusto premio per i 21.018 abbonati, che firmano il record storico di tessere sottoscritte d0po i 19.750 del 2022/2023.

A inizio campionato il Lecce sfreccia e lo fa a partire dall’esordio in Coppa Italia. A decidere l’1-0 al Como in Coppa Italia, dopo il gol a Cadice, è Pontus Almqvist, primo acquisto del calciomercato estivo. Lo svedese è imprendibile nelle sterzate sulla fascia, e suggella il primo gol in campionato del Lecce dopo la prima delle tantissime parate salva campionato di Wladimiro Falcone. Dorgu non trema dopo il vertiginoso salto dopo lo scudetto Primavera e uno zampino sul 2-1 lo mette anche Burnete. Il romeno sarà poi chiamato da Coppitelli per dare esperienza, verve e gol alla formazione Primavera. Il giovane Lecce inizia a far vedere che un altro calcio è possibile. Roberto D’Aversa inizia con una vittoria davanti a un pubblico ribollente e i risultati che verranno confermeranno la tempra della squadra.

Sotto 2-0 a Firenze, il Lecce scampa il pericolo 3-0 (palo di Duncan) e la pareggia grazie a Rafia e Krstovic. L’attaccante segna il primo gol in Serie A al terzo pallone toccato e si ripete in casa aprendo Lecce-Salernitana 2-0 con un colpo di testa da bomber. Strefezza trasforma il rigore della sicurezza: sarà il suo unico gol di una stagione in cui il ruolo da protagonista dell’anno passato sembrerà un ricordo. A Monza, dopo il tripudio salvezza del 28 maggio 2023, i giallorossi, in dieci per l’espulsione, opinabile, di Baschirotto, restano a galla e ancora una difesa comandata da un Falcone attentissimo conserva l’1-1 frutto del rigore segnato da Krstovic e del pari di Colpani.

L’avvio del Lecce fa sognare tanto il Salento e prima di Lecce-Genoa di venerdì 22 settembre Roberto D’Aversa riceve il premio di allenatore del mese di Agosto. I giallorossi giocano una partita contratta contro la squadra di Gilardino, rimasta in dieci per l’espulsione di Martin (due cartellini gialli per altrettanti falli su Almqvist) e al minuto 83 la sbloccano con la staffilata da fuori di Remi Oudin, al primo gol con la maglia numero 10 sulle spalle. Il Lecce segna ancora nei minuti finali, caratteristica che sarà fondamentale per i punti conquistati in due terzi di campionato. Al termine della quinta giornata la classifica è da sogno. Inter 15, Milan 12, Lecce 11, Juventus-Fiorentina 10. I punti dalla zona salvezza, quella che conta davvero, sono già 8.
La prima sconfitta dell’anno arriva in casa della Juventus, nel turno infrasettimanale. Milik decide l’atipico “scontro al vertice”. Poco da fare alla 7°. Al Via del Mare va in scena una delle pochissime prestazioni monstre del Napoli di Rudi Garcia. La stagione dei campioni d’Italia uscenti sarà da dimenticare (decimi dopo le gestioni di Mazzarri e Calzona dopo il tecnico francese), ma a Lecce Osimhen, Gaetano e Politano dilagano nella ripresa dopo lo 0-1 di Ostigard. Sconfitte più che preventivabili contro due big del campionato. Il 6 ottobre, il Sassuolo passa in vantaggio con il solito Berardi, ma ad inizio ripresa Krstovic fa 1-1. Finirà così. Stesso punteggio anche nella trasferta di Udine dopo la sosta nazionali di ottobre. Una partita dalle due facce: il Lecce domina nella prima frazione di gioco ma non riesce a segnare e nel secondo tempo soffre le frequenti percussioni di Ebosele. Da una di queste nasce il rigore segnato da Thauvin. Nel finale, il primo timbro di due nuovi acquisti. Sansone, prelevato a parametro zero a settembre dopo la fine del contratto col Bologna, pennella per Piccoli ed è 1-1 all’83’. Banda e lo stesso Piccoli falliscono poi il colpaccio.

Il calcio pragmatico di Juric mette in bambola i giallorossi, nella partita contro il Torino. Buongiorno spara in porta il pallone dell’1-0 e la difesa granata, comandata dal gigante Schuurs, riduce al minimo le occasioni per Krstovic e compagni. Dopo l’intermezzo di Coppa Italia il 1 novembre (il Parma di Pecchia vince 2-4 al Via del Mare), il Lecce è di scena all’Olimpico. Falcone para il rigore a Lukaku nello stadio del cuore e tiene a galla il Lecce in un primo tempo di sofferenza. Una sprizzata di Banda e Almqvist ribalta la situazione e lo svedese mette alle spalle di Rui Patricio. La Roma si sbilancia e Strefezza ha l’occasione del 2-0 sciupata. Nel recupero, Mourinho inserisce tutti gli attaccanti e la ribalta clamorosamente prima con Azmoun (Gendrey leggero sul cross di Zalewski) e poi con Lukaku, che beffa il tentativo d’anticipo di Touba. Esplode l’Olimpico e al Lecce resta il rammarico per una vittoria nella Capitale che manca dal 1986.

Il Lecce ha qualità e anche se i punti scarseggiano (2 nelle ultime 5), c’è il rilancio con una serie positiva di cinque partite in cui il bottino sarebbe potuto essere più ampio delle 7 lunghezze. Il primo rimpianto è uno dei più grandi forse della storia recente giallorossa. Nel giorno di San Martino, la truppa di D’Aversa sfida il Milan. Il copione è già visto. Dopo un primo tempo horror, i rossoneri sono sullo 0-2 (e Reijnders sfiora il tris), ma nell’ultimo quarto d’ora Gonzalez, Blin e Sansone cambiano la gara. L’ex Bologna e Banda rimontano sul 2-2 e nel finale succede il finimondo. Piccoli da lontanissimo insacca sul primo palo, il Via del Mare deflagra di gioia ma lo step on foot dello stesso Piccoli su Thiaw (che neanche protesta!) convince Abisso all’annullamento dopo la chiamata al Var. “Per me i ragazzi oggi hanno vinto“, dirà D’Aversa in conferenza stampa. E come dargli torto. Nei giorni successivi, seguiranno spiegazioni da parte di Rocchi e interventi più o meno giusti di numerosi esperti, ma se da una parte il Lecce formato minuti di recupero esce positivamente, dall’altra sono due punti mancati che pesano.

A Verona, D’Aversa rischia di dare il colpo di grazia all’ex Marco Baroni, ma i gialloblu riacciuffano due volte il Lecce (Ngonge dopo Oudin e Djuric dopo Gonzalez) e per poco non la vincono. Wladimiro Falcone diventa Wladimuro e tiene il 2-2. Il portiere sarà decisivo in altre vesti nel successivo 1-1 a Bologna. Il Lecce contiene la squadra che riporterà la Champions League nel capoluogo emiliano dopo sessant’anni, ma va sotto sulla punizione di Lykogiannis. Allo spirare dei minuti di recupero (e quando sennò?!), Dorgu rimette dentro l’area un pallone e Falcone, nelle vesti di attaccante durante l’assalto, disperatissimo, finale, subisce fallo da Calafiori. Piccoli si prende un pallone che pesa quanto un macigno e stavolta, al minuto 100, il gol è valido. L’esultanza del Via del Mare porta un altro punto. Stesso esito con stesso risultato e rischi finali vanificati dalle parate di Falcone anche a Empoli. Berisha incappa in una papera sul tiro centrale di Banda e Rafia incappa nell’autogol. Poco male quando si muove la classifica. L’ultimo match prima di Natale è lo scontro diretto col Frosinone. Piccoli replica il gol col Bologna, ma Kaio Jorge nella ripresa trasforma dagli undici metri. Il terzo 1-1 di fila è negato da un altro punto nella ormai “zona Lecce”. Ramadani scarica il destro, Turati legge male e l’albanese, ogni tanto in sofferenza in cabina di regia, suggella il primo gol giallorosso che regala un Natale a +8 dalla zona retrocessione.

Tra Natale e Capodanno, due sconfitte contro Inter (2-0) e Atalanta (1-0) accomunate da segnali positivi sul piano del gioco e poca concretezza davanti, soprattutto a Bergamo. Il girone d’andata termina con un altro 1-1, in casa, contro il Cagliari. Dopo il gol di Gendrey, Oristanio pareggia e il Lecce cala dopo un’ora di gioco in una partita tanto inframezzata dai falli. Il preludio di un inverno purtroppo nero. Il girone di ritorno inizia dalla Lazio, ma, a differenza dell’andata, la prestazione è poco consistente. A Sarri basta il guizzo di Felipe Anderson, mentre il 21 gennaio, in casa contro una Juventus in emergenza, il Lecce crolla ancora dopo un’ora: doppietta di Vlahovic e colpo di testa di Bremer per lo 0-3 finale.

Nikola Krstovic torna al gol nella trasferta di Genova, ma il calo nei secondi tempi fanno pendere dalla parte genoana una partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Martinez chiude su Sansone, cosa che non fa la difesa del Lecce nel doppio colpo Retegui-Ekuban che cambia la storia del pomeriggio al Ferraris. D’Aversa si tiene il dominio territoriale dei primi sessanta minuti, ma il Lecce guarda ancora gioire le altre squadre in una classifica che e sì positiva, ma con un distacco dalle acque pericolose assottigliatosi a 3 punti anche se la lotta salvezza, a differenza del 2022/2023, coinvolge tantissime squadre.

Il canovaccio del Lecce bello e poi brutto sembra ripetersi anche contro la Fiorentina. Nel freddo venerdì sera salentino, Oudin mette la freccia, ma Mandragora e Beltran su passaggio sciagurato di Falcone fanno 1-2. Il Lecce produce ancora e, mentre ci si prepara a un’altra settimana di commenti da “vorrei ma non posso”, Piccoli svetta in aria e fa 2-2. La Fiorentina sbaglia il calcio d’inizio al 92′ dando un’altra ripartenza ai giallorossi e Dorgu, la promessa che diverrà il gioiello più prezioso, di destro segna un gol che infiamma tante ugole e restituisce soddisfazione al Lecce. Prima vittoria per Corvino da ex con la Fiorentina. Ad oggi, quel gol è stato l’ultimo sorriso del Lecce di D’Aversa divenuto troppo fragile e prevedibile nell’esaudire arditi concetti di calcio.

Nel frattempo, durante il calciomercato di gennaio, il Lecce saluta Strefezza. L’italobrasiliano passa al Como per 5 milioni per evitare la dispersione finanziaria di un patrimonio tecnico, ma in entrata l’unico innesto è l’argentino Santiago Pierotti, prelevato dal Colon dopo la retrocessione della compagine argentina. Corvino cerca di piazzare altri colpi ad effetto, ma il difensore Lagerbielke sfuma al momento del check-in in direzione Salento.
Chi sperava in un ribaltamento positivo del campionato dopo l’ennesima rimontona del Lecce formato zona Cesarini resterà profondamente deluso. Sia al Dall’Ara col Bologna che a Torino sponda Toro, i giallorossi restano fermi al palo e valgono poco le recriminazioni per l’erroraccio di Krstovic in Emilia e per il rigore non concesso a Piccoli per il contrasto con Milinkovic-Savic all’Olimpico Grande Torino. C’é qualcosa che non funzione nell’integralista 4-3-3 di D’Aversa, mentre la piazza a gran voce chiede la coabitazione tra Krstovic e Piccoli. Lo 0-4 contro l’Inter schiacciasassi è solo il preludio al trittico di scontri salvezza con Frosinone, Verona e Salernitana che deciderà la stagione. Di fatto, la stagione si è decisa lì, vero, ma in un modo rocambolesco.

Si comincia dalla Ciociaria. Il Frosinone di Di Francesco gioca bene tra le mura amiche e passa con Cheddira prima della pausa. Cerofolini atterra Krstovic in area, Rafia sbaglia il rigore ma il Var ordina la ripetizione mentre però Kaba lascerà il campo per un infortunio che lo costringerà a chiudere anzitempo la stagione. Dal dischetto, Krstovic sbaglia ancora ma la spalla di Cerofolini permette l’1-1. La partita sarà sofferentissima: il Frosinone schiaccia il Lecce nella propria area e solo la poca precisione dei giallazzurri nega un successo meritato.
I tifosi giallorossi chiedono di più, ma alla successiva partita sarà patatrac. Folorunsho da fuori fa fuggire il Verona, nel frattempo rivoluzionato e dato per spacciato. Baroni imballa il Lecce, incapace di pungere per il resto della gara e nel finale Roberto D’Aversa, contestato apertamente dalla Curva Nord, perde la testa. Al fischio finale, la testata a Thomas Henry dopo delle bizze durante la partita, fa il giro del mondo. Non basta il calo tecnico del suo Lecce. La società non ha dubbi. Per uscire dalla situazione serve un cambio di rotta. Pantaleo Corvino comunica l’esonero a D’Aversa l’11 marzo 2024. Il Lecce ha bisogno di un nuovo allenatore per conquistare la salvezza e non disperdere l’ottimo cammino fatto nel girone d’andata. Il tecnico pescarese chiude con 25 punti, ma, purtroppo, anche con un’involuzione incredibile senza riuscire a trovare il bandolo della matassa.

La scelta dell’area tecnica ricade su Luca Gotti, l’anno prima esonerato dallo Spezia e poi retrocesso. L’allenatore veneto porta un diametrale cambio di rotta su più aspetti. Comunicazione da accademico, dettagli spiegati da docente apprezzato e un calcio relazionale costruito sui legami tra i calciatori per esaltarne le potenzialità. Prima di lavorare sui concetti, c’è una partita, Salernitana-Lecce, che vale sei punti. All’Arechi, Krstovic propizia l’autorete di Gyomber e Falcone compie sei parate fondamentali nella ripresa. Gotti comincia con tre punti e una sosta per cementare il suo rapporto con la squadra.
Il Lecce si schiera con il 4-4-2, ma le novità non riguardano lo schema, ma gli aggiustamenti. Pongracic e Baschirotto invertono le proprie posizioni al centro della difesa, Dorgu gioca largo a centrocampo, a Ramadani è affiancata la copertura di Blin e Krstovic fa coppia con Piccoli. Il 1 aprile, il Lecce gioca benissimo contro la Roma, rischia sì il capitombolo sulla parata di Falcone su Aouar, ma confeziona 22 occasioni da gol senza segnare. Torna la fiducia e il Lecce di Gotti è già fatto nonostante lo 0-3 subito a San Siro col Milan in una gara sporcata dall’espulsione di Krstovic.

A sette giornate dalla fine, Gotti e il Lecce devono essere ancora più pragmatici per portare la nave in porto. Con l’Empoli, la gara sembra destinata allo 0-0, ma, all’improvviso, Pierotti sferra la zampata e serve l’assist a Sansone rubando il pallone a Walukiewicz con un passo di tango. Il Lecce vince ancora al fotofinish. Il minuto? 89. La successiva trasferta diverrà la copertina della stagione. Sassuolo-Lecce, gara in cui sarebbe andato bene anche il pari, diventa il trionfo di Luca Gotti, del Lecce e del popolo giallorosso. Una marea di tifosi salentini riempie il Mapei Stadium, Blin e compagni giocano in casa e in un primo tempo da grandi schiantano i neroverdi con Gendrey e Dorgu. Nel secondo tempo, Krstovic mette in movimento Piccoli ed è tripudio: 0-3, si comincia a intravedere il traguardo della salvezza. Sticchi Damiani lo sa e si gode l’abbraccio del muro giallorosso a Reggio Emilia in una giornata indimenticabile per la storia dell’US Lecce 1908.

La parola fine alla missione salvezza potrebbe già arrivare (ancora una volta dopo il 2022/2023) contro il Monza. Il 27 aprile, Krstovic sblocca al 92′ (sic!) la contesa coi brianzoli con il gol più bello della stagione su assist di Pierotti, ma l’arcobaleno che sa di primavera inoltrata non basta a far partire la festa perché all’ultima palla il Monza pareggia con Pessina dopo il mani in area di Venuti. Comincia il periodo dei calcoli matematici per sciogliere i nervi e godersi la salvezza. A Cagliari “basterebbe” una vittoria, ma la squadra di Ranieri gioca coi nervi per mordere dei punti-permanenza a partire dall’1-0 di Yerry Mina. L’ingenuità di Gaetano lascia i sardi in dieci e, a differenza dei cali invernali, il Lecce cresce nel finale. Krstovic spinge in rete il settimo gol stagionale e Blin fallisce per un nonnulla il sorpasso che farebbe partire i caroselli all’ombra del Duomo barocco.

Il calcio spezzatino dispone in modo sfalsato gli impegni delle squadre impelagate nella lotta retrocessione nella giornata 36. Dopo un’altra settimana di calcoli e previsioni ipotetiche, il Lecce attende lo scontro diretto con l’Udinese, ma si trova al match point salvezza…senza giocare. Dopo la sconfitta del Frosinone (0-5 con l’Inter), l’eventuale ko del Cagliari a San Siro col Milan darebbe la prima salvezza festeggiata davanti la tv. Così sarà. Il Milan supera 5-1 il team di Ranieri e in uno strano sabato sera Lecce si ritrova in A senza rendersene conto e trepidare per il passo finale. Il raggiungimento dell’obiettivo scarica le motivazioni del gruppo (l’Udinese vincerà 0-2) e la festa vera e propria sarà vissuta sotto la pioggia dopo Lecce-Atalanta.
La pioggia cancella la sfilata con il pullman scoperto per le vie della città, ma la tifoseria colora la notte del centro storico con bandiere e cori godendosi il momento. Già a margine di Lecce-Atalanta, Saverio Sticchi Damiani, visibilmente emozionato, esprime la propria soddisfazione per il miracolo ma richiama tutti all’unità per l’appuntamento con l’epica (oltre che con la storia) della stagione 2024/2025. Centrando la terza permanenza in A di fila, il Lecce raggiungerebbe il risultato più prestigioso.

La brillantezza del Lecce 2023/2024 non è però solo sul campo. La Primavera incappa sì in una stagione difficile, ma è indelebile la prima partecipazione in una competizione UEFA delle maglie a strisce giallorosse. Il Lecce perde con l’Olympiacos campione. Coppitelli è bravo allenatore e gestore e, dopo una prima fase di campionato difficile, compatta il gruppo e grazie al contributo degli ultimi arrivati Esposito, Winkelmann e Yilmaz tiene i giallorossi, trainati offensivamente dai gol di Burnete, lontani dall’ultimo posto.
Gli ultimi successi saranno ben più eterni di un risultato sportivo. A giugno, il Lecce presenta il nuovo centro sportivo di proprietà che sorgerà a Martignano e, grazie ai fondi dei Giochi del Mediterraneo, il Via del Mare cambierà veste e sarà soprattutto coperto. Risultati tangibili in tutti i sensi raggiunti con una gestione oculata, fatta di soci passionali ma razionali nei momenti clou. La strategia per il campionato che verrà, in cui Gotti sarà ancora l’allenatore è chiara: lavorare d’anticipo.

Già prima della partenza del calciomercato, Corvino chiude gli acquisti di Pierret (già intavolato a gennaio), Tete Morente, Früchtl e Gaspar, mentre ad Euro 2024 giocano Pongracic, Ramadani e Berisha, quest’ultimo prodotto del settore giovanile giallorosso vent’anni dopo Bojinov. Il Lecce non può fermarsi qui, ma l’epica si potrà scrivere solo stretti tutti assieme.