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La A e le sue maglie – Napoli, l’azzurro del mare e gli “esperimenti” dell’era ADL

Quattordicesima puntata della nostra rubrica dedicata, tra storia e presente, all’emblema per eccellenza di ogni club del massimo campionato: la maglia da gioco. Oggi tocca al Napoli

Il nostro viaggio cromatico ed iconico nelle maglie della Serie A continua con la prossima avversaria del Lecce, il Napoli. I partonepei e l’azzurro sono tra le accoppiate più storiche e famose del calcio italiano, che vanno di pari passo sin dalla nascita del calcio ai piedi del Vesuvio. Nonostante, negli ultimi anni, la proprietà “cinematografica” di Aurelio De Laurentiis ne abbia letteralmente provate di tutti i colori.

colori sociali di quella che oggi è la SSC Napoli agli albori erano tecnicamente due, ovvero l’azzurro ed il bianco, il quale poi ha con il passare dei decenni perso il suo ruolo da co-protagonista tanto che, già dagli anni sessanta, il sodalizio è noto con l’epiteto di Azzurri. La scelta della tinta simbolo della squadra c’è, come sempre accade, la storia delle realtà che fondendosi hanno portato alla nascita, datata 1926, dell’AC Napoli. Queste erano gli azzurro-celesti del Naples e di blu notte dell’Internazionale, colori scelti poiché richiamavano quelli rispettivamente del mare e del cielo della città (la prima) e del Golfo (la seconda).

Con la fusione si abbandonò il blu notte e la prima maglia assoluta conservò le altre tre colorazioni, essendo azzurra con bordature bianche e celesti. Già l’anno dopo, fino al noto presente, il celeste lasciò definitivamente spazio all’azzurro, ed un’ipotesi vuole che la scelta non fu dovuta soltanto alla voglia di rendere onore al mare simbolo della città, ma anche all’azzurro vivo di cui la casata dei Borbone, precedenti regnanti del Regno partenopeo, fregiavano lo sfondo dei propri drappi. Seguirà dunque quasi un secolo di azzurro totale che però, come sempre, sarà influenzato da notevoli variazioni.

Questo già prima dell’avvento del marketing, visto che a cambiare anche in modo secco sarà la tonalità: si passerà dall’azzurro acceso degli anni ’30 e ’40 al blu dei ’60, all’azzurrino degli ’80 fino al celeste dei ’90 fino alla prima era De Laurentiis, quando il tono tornerà via via più acceso. Fino alla prima metà dei Novanta non ci saranno invece grandi variazione nella livrea, quasi sempre a tinta unita (mitiche quelle degli scudetti) o con colletto e/o giromanica bianchi (eccezioni il bianco con banda trasversale del 1964/65 e le spalle bianche del ’79). Con le geometrie sull’addome del 1996 ci sarà l’inaugurazione dell’era moderna, che annovera bande verticali bianche sottili o vere e proprie strisce “argentine” (2004 e, per commemorare Maradona, 2020) e sfumature varie sulle maniche o sull’intero corpo della divisa (2018-2020).

Per quanto concerne i kit da trasferta, questi hanno pressoché sempre annoverato il bianco con inserti azzurri come scelta. Il Napoli è stato però tra i primi club a “sperimentare” scelte coraggiose o particolari, come dimostra il rosso visto già negli anni sessanta (ed associato addirittura all’azzurro quindici anni fa), il bianco-giallo-rosso in onore dei colori cittadini del 1982, il grigio dell’anno precedente, l’oro del 2002. Poi, con l’arrivo in consolle di ADL, è stata un’esplosione di soluzioni che hanno scalato terza e seconda maglia, giungendo a volte anche ad intaccare la prima. Si ricordano in particolare il camouflage militare, il giallo, il grigiorosso, il bianco-oro. Versioni che hanno sfumato del tutto la differenza tra maglia da trasferta e terza maglia, quest’ultima in precedenza rossa o blu scura (ma si ricorderà il blaugrana di inizio anni novanta) prima di divenire anche giallo-celeste, nero-oro, rosa-grigio fino alla fiamma azzurra in pieno stile fornello del gas della passata stagione.

Ci Napoli 12/02/2023 – campionato di calcio serie A / Napoli-Cremonese / foto Carmelo Imbesi/Image Sport
nella foto: Victor Osimhen

E andiamo al presente: la EA7, con la quale il club vanta un accordo di auto-produzione più che di una sponsorship tecnica tradizionale, ha scelto per la prima maglia un azzurro acceso, in continuità con il trend recente, con sfumature verso il blu notte sulle maniche. Stessa strada per l’away-kit, bianco con sfumature verso l’azzurro sulla spalla. Poi, anche quest’anno, un’infinità di terze maglie o divise speciali: nera con effetto ghiaccio a variare verso il grigio, celeste-nera e bianco-rossa per celebrare San Valentino (rivedibile bacio sull’addome) e Natale (con pupazzo di neve per la gioia dei più piccoli).

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