Sedicesima puntata della nostra rubrica dedicata, tra storia e presente, all’emblema per eccellenza di ogni club del massimo campionato: la maglia da gioco. Oggi tocca all’Udinese
Il nostro viaggio cromatico ed iconico nelle maglie della Serie A continua con la prossima avversaria del Lecce, l’Udinese. Quello friulano è tra i club più antichi del Belpaese e sin dai suoi albori ha adottato e mantenuto i colori dello stemma cittadino, il bianco e il nero. Che gli sono presto valsi il soprannome di Zebrette.
I colori sociali corrispondono a quelli dell’emblema della famiglia Savorgnan, lo scaglione nero su sfondo bianco ripreso subito anche dallo scudo societario. Fu subito bianconero, dunque, ma non subito strisce verticali, visto che la prima divisa, quella del 1896, registrava il nero totale con stella bianca sul petto. Ai primi del ‘900 si passò poi all’uniforme a metà con i colori societari che diverrà subito dopo nera con banda orizzontale bianca.
Solo nel 1925 ci sarà l’esordio delle strisce verticali, conservate senza modifiche fino agli anni ottanta. Lì si registrerà poi il passaggio all’iconica banda nera centrale su sfondo bianco dell’era Zico e poi ancora a quella bianca ancor più larga a diagonale (riproposta due anni fa) che precederà il ritorno al classico zebrato con i Novanta. Da lì in poi a variare saranno soprattutto inserti (spiccherà l’oro negli anni della Champions) e le geometrie delle strisce, divenute anche diagonali e sfumate. Per quanto riguarda le divise da trasferta, queste sono state inizialmente blu o gialloblù ad onorare i colori del Friuli Venezia-Giulia, poi delle più disparate, soprattutto nere, celesti e arancioni.
E andiamo al presente: la Macron ha voluto omaggiare una divisa divenuta storica ed indossata da una delle versioni più forte di sempre dell’Udinese, quella 1997/98, con le strisce di diverse colore ed il bianco al livello del petto. L’away kit è invece giallo con bordi neri, mentre per quanto concerne la terza maglia è coraggioso accostamento grigio-arancio.
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