Quindicesima puntata della nostra rubrica dedicata, tra storia e presente, all’emblema per eccellenza di ogni club del massimo campionato: la maglia da gioco. Oggi tocca alla Sampdoria
Il nostro viaggio cromatico ed iconico nelle maglie della Serie A continua con la prossima avversaria del Lecce, la Sampdoria. I liguri vantano una delle uniformi più riconoscibili a livello mondiale, strettamente connessa ad una storia “giovane” ma affascinante. Tanto da portare ad un risultato più unico che raro, quello dell’iconico blucerchiato.
I colori sociali dell’Unione Calcio Sampdoria sono dal momento della sua nascita, ovvero il 12 agosto 1946, ben quattro: blu, bianco, rosso e nero. A rendere peculiare la divisa dei genovesi è però il modo in cui essi sono stati assemblati, con un “cerchio” bianco, rosso e nero ad interrompere il dominio del blu di fondo. Alle fondamenta della scelta cromatica, ovviamente, ci sono i due club fondatori, l’Andrea Doria (dal nome di un celebre ammiraglio della fu Repubblica di Genova) e la Sampierdarenese (dal popolare e popoloso quartiere cittadino). Il primo aveva una maglia a metà bianca e blu, il secondo bianca con banda orizzontale rossonera: il risultato fu un misto che riportava i colori cittadini (biancorosso, con anche lo scudo presente sul petto).
Da quel giorno in poi a mutare furono, ma solo lievemente ed al cambiare dello sponsor tecnico, le sfumature del blu, rimasto quasi sempre tendente al royal dopo gli albori in cui si registravano tonalità più scure in stile navy. Di fatto, però, le uniche vere novità negli anni riguardavano i colletti, il più delle volte bianchi, molto raramente invece gli inserti (bande sottili per lo più sulle maniche, sui fianchi solo tra 2002 e 2004). I calzoncini sono rimasti sempre bianchi con la sola eccezione del blu 1994.
Per quanto concerne le divise da trasferta, queste sono state sempre bianche e quasi sempre con il blucerchiato in orizzontale al solito livello del petto. Non sono però mancate le versioni verticali decentrate soprattutto nei primi decenni, talvolta quelle diagonali e, più saltuariamente, il total white con semplici inserti degli altri colori societari. Scelte classiche da dividersi tra rosso e nero per le terze maglie, che di recente hanno però visto l’esordio del giallo e del grigio.
E andiamo al presente: la Macron ha seguito l’indissolubile linea della tradizione per la maglia casalinga, rigorosamente blucerchiata con pantaloncini bianchi e inserti al minimo. Cambiamenti invece per la seconda, bianca con blucerchiato relegato a maniche e girocollo. Ancor più coraggiosa la scelta del third kit, ricaduta su un giallo ocra mai visto prima soprattutto perché intervallata da un grigio che si va addirittura a sostituire a blu e nero nel cerchio centrale.
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